Domanda: «Che cosa vuol dire per Lei essere gay e disabile?» Risposta: «Fino a che non ho finito l’università è stato un disastro… perché forse per il mio handicap, forse perché c’era questa omosessualità che non era venuta fuori… Mi sentivo un ‘pesce fuor d’acqua’, mi sentivo a disagio con me stessa, quindi difficilmente ci si può trovare bene con gli altri».
Dichiarazione di un’intervistata della comunità LGBTQI con disabilità contenuta in Abili di cuore – Omo-disabilità: quale rapporto tra omosessualità e disabilità?, rapporto di ricerca di Priscilla Berardi, con la collaborazione di Cristina Chiari e Ilaria Grasso ed il supporto del Centro Bolognese di Terapia della Famiglia, del Centro Documentazione Handicap di Bologna e di Handygay di Roma, supervisione e coordinamento di Raffaele Lelleri, Bologna, luglio 2007, pagine 27-28.
L’abilismo, vale a dire la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, e l’omolesbobitransfobia, ossia la discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA+, sono entrambi sistemi oppressivi che mirano a creare gerarchie tra gli individui marginalizzando chiunque non corrisponda ai modelli sociali accettati dalla comunità di riferimento. Chi promuove i diritti umani non può essere neutro riguardo a questi fenomeni. In questo spazio potete trovare un po’ di documenti sul contrasto all’abilismo e all’omolesbobitransfobia, uno dedicato alla scelta di sperimentare un linguaggio inclusivo dei diversi generi, la segnalazione di alcuni gruppi che si occupano di persone con disabilità LGBTQIA+ e di altri enti impegnati nella rivendicazione dei diritti delle persone LGBTQIA+, nonché, infine, altre risorse d’interesse fruibili online.
Il centro Informare un’h investe molte energie per far emergere e contrastare la discriminazione multipla che colpisce le donne con disabilità, la sezione documentaria dedicata restituisce la misura di questo impegno. E, d’altra parte, la circostanza che “la parità tra uomini e donne” sia annoverata tra i suoi Principi generali (articolo 3, lettera g) della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009, rende cogente che l’attuazione di qualsiasi disposizione della Convenzione stessa venga considerata alla luce della prospettiva di genere, e, in senso più ampio, in prospettiva intersezionale, ossia prestando attenzione a quelle situazioni nelle quali la stessa persona incarna due o più caratteristiche che la espongono ad una discriminazione amplificata dall’intrecciarsi dei diversi fattori discriminatori. Ma occuparsi di questioni di genere vuol dire lavorare con la consapevolezza che i generi sono tanti (non solo quello femminile e quello maschile), e che anche gli orientamenti sessuali (l’attrazione affettiva e/o sessuale di una persona verso individui di sesso opposto, dello stesso sesso, di entrambi i sessi o di nessun sesso) sono diversi. Due aspetti che caratterizzano anche le persone con disabilità, anche se non dovrebbe essere necessario specificarlo. Occuparsi di questioni di genere pertanto vuol dire anche sapere che non riuscire ad inquadrarsi nel modello binario e eterosessuale che ci viene proposto sin dalla nascita può costituire motivo di discriminazione e talvolta anche di violenza. Per questa ragione l’impegno sulle questioni femminili non può escludere anche una riflessione sull’identità di genere (il senso di appartenenza di una persona ad un sesso e ad un genere con cui essa si identifica, che può non coincidere col sesso attribuito alla nascita), e sull’orientamento sessuale. È attraverso questo percorso che siamo chiamatз* a confrontarci con la varietà delle persone LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali e Asessuali).
Questo confronto ha subito un’accelerazione negli ultimi tempi in relazione all’iter parlamentare del cosiddetto “Disegno di Legge Zan”, ovvero il Disegno di Legge S. 2005, avente ad oggetto “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Anche se la nostra società è organizzata prevalentemente in funzione delle persone senza disabilità, eterosessuali e cisessuali (che si riconoscono nel sesso assegnato alla nascita e si conformano al relativo ruolo di genere), questo non significa che ritrovarsi in queste caratteristiche conferisca all’individuo un maggior valore rispetto a chi non le possiede. Rientrarci vuol dire casomai avere una vita semplificata non dal possesso di queste caratteristiche in sé, ma da un retaggio culturale che non è ancora riuscito ad accogliere e valorizzare tutte le espressioni della diversità umana. L’abilismo, vale a dire la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, e l’omolesbobitransfobia, ossia la discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA+, sono entrambi sistemi oppressivi che mirano a creare gerarchie tra gli individui marginalizzando chiunque non corrisponda ai modelli sociali accettati dalla comunità di riferimento. Chi promuove i diritti umani non può essere neutrə riguardo a questi fenomeni. Non è necessario essere una persona disabile per comprendere l’importanza di costruire una società inclusiva. Non è necessario essere una donna per fare delle pari opportunità la propria battaglia. Non è necessario essere lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali, asessuali o altro ancora, per ammettere che ogni essere umano va accolto e rispettato nel suo modo di essere. Il che non vuol significa, come talvolta si sente dire, voler annullare le differenze, non è ben chiaro perché la femminilità o la maschilità di ciascunə dovrebbero essere minacciate o sminuite dal riconoscere come propri pari tutti gli altri esseri umani, qualunque siano le loro caratteristiche individuali. E questo vale, ovviamente, anche sul piano dei diritti, giacché garantire diritti a tuttз non li toglie a nessunə.
In questo spazio potete trovare un po’ di documenti sul contrasto all’abilismo e all’omolesbobitransfobia, uno dedicato alla scelta di sperimentare un linguaggio inclusivo dei diversi generi, la segnalazione di alcuni gruppi che si occupano di persone con disabilità LGBTQIA+ e di altri enti impegnati nella rivendicazione dei diritti delle persone LGBTQIA+, nonché, infine, altre risorse d’interesse fruibili online. Saranno ospitati in questa pagina anche i futuri testi su questi argomenti.
* In questa sezione si fa uso dello schwa (ə) per il singolare e dello schwa lungo (з) per il plurale in luogo delle desinenze femminili e maschili comunemente utilizzate quando ci si riferisce alle persone. Si tratta di un tentativo sperimentale finalizzato a promuovere l’impiego di un linguaggio inclusivo dei generi femminile, maschile e non binario. La sperimentazione interessa i testi di questa sezione tematica pubblicati o revisionati dal 26 luglio 2021 in poi (si veda l’approfondimento pubblicato di seguito).
ASPETTI LINGUISTICI
Un linguaggio accessibile e inclusivo delle differenze tra i generi – 2021
ALTRI TESTI
- Non Una Di Meno: un Corteo contro la violenza molto attento all’accessibilità (20 novembre 2024)
- Alla Normale di Pisa si parla di “Disabilità e abilismo. Accessibilità, narrazioni, intersezionalità” (25 settembre 2024)
- E se provassimo a creare anche in Italia un movimento antiabilista? (10 luglio 2024)
- L’accessibilità riletta attraverso la lente dell’abilismo (7 luglio 2024)
- Ora anche in italiano Teoria Crip, un’opera sull’intreccio tra gli studi sulla disabilità e quelli queer (16 febbraio 2024)
- Non Una Di Meno e accessibilità delle manifestazioni, arriva la risposta collettiva (16 febbraio 2024)
- Femminismi: un vademecum – in costruzione – per rendere accessibili le manifestazioni (19 gennaio 2024)
- «Il silenzio di Non Una Di Meno ci confonde e ci ferisce» (3 dicembre 2023)
- Abilismo, se ne parlerà a Bergamo all’interno del ciclo di incontri “I colori delle parole” (28 novembre 2023)
- Per tutte le donne, per Non Una Di Meno, oggi e in futuro, siamo meno (26 novembre 2023)
- La decostruzione antiabilista (28 agosto 2023)
- Un confronto sulla vicenda relativa all’articolo di Concita De Gregorio (27 agosto 2023)
- L’Ordine dei Giornalisti interviene sulla vicenda De Gregorio: “Le parole sono contenitori” (7 agosto 2023)
- No, De Gregorio, non è il contesto che è morto, è il suo abilismo che è vivo e vegeto (5 agosto 2023)
- Da Concita De Gregorio, su «la Repubblica», un formidabile esempio di abilismo (4 agosto 2023)
- “Che brava che sei!” Ovvero combattere l’abilismo con un fumetto (23 luglio 2023)
- L’orgoglio di essere Simone (21 giugno 2023)
- Pride e accessibilità: a che punto siamo nel 2023? (20 giugno 2023)
- Disabilità: nessuna attenzione al genere nell’ultimo rapporto Istat sull’inclusione scolastica (14 dicembre 2022)
- Torino, nasce “Il Marimo”, un nuovo progetto sulla salute sessuale delle persone con disabilità (27 settembre 2022)
- Abilismo e intersezionalità. Disuguaglianze multiple a scuola (15 settembre 2022)
- Persone “dimezzate” dall’abilismo (12 settembre 2022)
- SondaPride, un’indagine sull’accessibilità dei pride italiani (7 settembre 2022)
- Raccontare l’abilismo attraverso la lente del corpo femminile (23 giugno 2022)
- Cos’è l’abilismo e quanto è diffuso in Italia? (10 giugno 2022)
- Le affettività nelle disabilità, se ne parla a Livorno (30 maggio 2022)
- INPS riconosce alle unioni civili gli stessi diritti per congedi e permessi per l’assistenza (9 marzo 2022)
- Un’indagine rivolta a chi combatte una doppia dose di stereotipi e pregiudizi (24 febbraio 2022)
- A Bologna un percorso antiviolenza rivolto alle donne, lesbiche e persone trans sorde (23 novembre 2021)
- Combattere l’abilismo ribaltandone il messaggio (13 novembre 2021)
- Delusione nel mondo della disabilità per la bocciatura del DDL Zan (28 ottobre 2021)
- Some Prefer Cake, il Festival internazionale del cinema lesbico, sarà intersezionale e accessibile (20 settembre 2021)
- Intersezionalità e disabilità (23 agosto 2021)
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: un confronto tra cattolici e non (21 luglio 2021)
- Tra l’inizio e il fine vita scorre l’esistenza di ogni persona (17 luglio 2021)
- Cosa hanno in comune le persone con disabilità e quelle della comunità LGBTQIA+? (13 luglio 2021)
- «Chi sono io per giudicare?» (10 luglio 2021)
- Le persone con disabilità sanno riconoscere i propri interessi senza che glieli indichi un’autorità terza (9 luglio 2021)
- O è uguaglianza per tutti e tutte oppure non lo è (9 luglio 2021)
- Il contrasto all’abilismo nel DDL Zan (28 giugno 2021)
- Chroniqueers, storie di persone LGBTQ+ con malattia cronica (26 maggio 2021)
- La FISH sostiene il DDL Zan per sanzionare i crimini d’odio contro le persone con disabilità (24 maggio 2021)
- EDF: le persone LGBTI+ con disabilità sono state più penalizzate dalla pandemia (17 maggio 2021)
- Il Disegno di Legge Zan e le nostre responsabilità nelle vite degli altri (2 maggio 2021)
- Le associazioni di persone con disabilità promuovano l’approvazione del DDL Zan (21 aprile 2021)
- Raccomandazioni EDF sui reati e crimini ispirati dall’odio nei confronti delle persone con disabilità (16 aprile 2021)
- “L’odio contro le persone disabili”, il nuovo opuscolo dell’Oscad (3 febbraio 2021)
- Identità di genere, orientamento sessuale e sessualità nelle donne autistiche (26 gennaio 2021)
- La risposta alla violenza abilista non può essere essa stessa abilista (6 novembre 2020)
- Violenza contro le donne con disabilità, è necessario combattere anche l’abilismo (26 ottobre 2020)
- Lesbismo e lavoro di cura (13 ottobre 2020)
- Coronavius, dagli USA una Dichiarazione per tutelare i diritti delle donne con disabilità (21 aprile 2020)
- L’Olocausto delle donne “non conformi” o “inutili” (23 gennaio 2020)
- Per le donne lesbiche, trans, bisex e disabili la violenza non è una storia già scritta (25 novembre 2019)
- Dal Bologna Pride 2019 l’invito a sfondare il muro dell’abilismo (26 giugno 2019)
- Senza resistere è impossibile esistere. Primi passi tra lesbismo, femminismo e disabilità (29 aprile 2019)
- L’accesso delle donne con disabilità alla comunità lesbica (22 gennaio 2019)
Alcuni gruppi che si occupano delle persone con disabilità che si identificano come LGBTQIA+
Gruppo Jump LGBT: un “salto” oltre tutte le barriere, si è costituito all’interno del circolo Arcigay “Il Cassero” di Bologna, e-mail: jump@cassero.it. È un gruppo di persone con disabilità e non che si occupa di sensibilizzare e lavorare sulle questioni che devono affrontare le persone con disabilità che si identificano come LGBTQI. Il coordinamento ha creato anche un gruppo facebook privato: Disabilità & LGBTI – Disability & LGBTI Network.
Progetto arcobaleno dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), referenti: Marika Giori, email: marika.giori@gmail.com, e Flavio Lucchini, e-mail: Flavio.at67@gmail.com. Offre un servizio è rivolto a persone cieche o ipovedenti LGBT. Sono state attivate la sala Arcobaleno (dove le persone cieche/ipovedenti LGBT possono parlare, raccontarsi, confrontarsi o semplicemente ascoltare gli altri), e la mailing list Arcoballiamo (che offre uno spazio in cui, in totale anonimato, le persone LGBT possono scrivere ciò che pensano e provano).
Altri riferimenti per le persone LGBTQIA+
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma, e-mail: info@mariomieli.org
Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+ di Bergamo, e-mail: info@retelenford.it
Arcigay – Associazione LGBTI italiana di Bologna, e-mail: info@arcigay.it
Movimento Identità Trans (MIT) di Bologna, e- mail: info@mit-italia.it.
Altre risorse d’interesse fruibili online
I diritti escono dall’armadio. Kit informativo rivolto a persone con disabilità LGBTQ+, famiglie, associazioni, operatrici e operatori di settore, strumento prodotto dalla FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap nell’ambito del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”, 2020.
La multidiscriminazione delle donne con disabilità. Kit informativo rivolto a donne con disabilità, famiglie, associazioni, operatrici e operatori di settore, strumento prodotto dalla FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap nell’ambito del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica. Azioni e strumenti innovativi per riconoscere e contrastare le discriminazioni multiple”, 2020. Disponibile anche in linguaggio facile da leggere e da capire.
Chroniqueers. Storie di persone LGBTQ+ con malattia cronica, progetto a cura di Mara Pieri.
Abili di cuore – Omo-disabilità: quale rapporto tra omosessualità e disabilità?, rapporto di ricerca di Priscilla Berardi, con la collaborazione di Cristina Chiari e Ilaria Grasso ed il supporto del Centro Bolognese di Terapia della Famiglia, del Centro Documentazione Handicap di Bologna e di Handygay di Roma, supervisione e coordinamento di Raffaele Lelleri, Bologna, luglio 2007.
Affettività, sessualità e genitorialità nelle persone con disabilità, servizio del Comune di Torino.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.
Repertorio a cura di Simona Lancioni, responsabile del centro Informare un’h.
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Data di creazione: 17 Luglio 2021
Ultimo aggiornamento il 20 Novembre 2024 da Simona