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Crisi climatiche e umanitarie, conflitti armati: un approccio inclusivo prima, durante e dopo

di Luisella Bosisio Fazzi*

«Le persone con disabilità sono tra le più colpite dalle emergenze, comprese le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie»: si è aperto così l’intervento di Luisella Bosisio Fazzi, in rappresentanza del Forum Europeo sulla Disabilità, all’incontro “La Carta di Solfagnano a un anno dal G7 – Il punto sulle priorità”, intervento nel quale si indicano una serie di priorità per avere un approccio inclusivo alla preparazione, alla risposta e al post-emergenza in tali situazioni.*

Immagine del 2023 di una donna ucraina con disabilità in una casa di cura per persone con disabilità fisiche e mentali a Dnipro (©Heidi Levine per «Washington Post»).

Le persone con disabilità sono tra le più colpite dalle emergenze, comprese le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie. Questo comporta per loro un rischio sproporzionato di abbandono, violenza, morte e mancanza di accesso alla sicurezza, ai soccorsi e al sostegno per la ricostruzione. Le informazioni cruciali sulla sicurezza, infatti, e le operazioni di evacuazione sono spesso inaccessibili e gli stessi centri di evacuazione sono raramente accessibili, il che significa che queste persone vengono troppo spesso lasciate indietro.
Tenendo dunque conto che l’Unione Europea e tutti gli Stati Membri di essa hanno ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (che dedica a tali temi un articolo specifico, l’undicesimoSituazioni di rischio ed emergenze umanitarie), essi hanno l’obbligo di garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità in tutti gli àmbiti della vita, comprese appunto le misure di preparazione alle emergenze, di risposta e di recupero.

Come adottare dunque un approccio inclusivo alla preparazione, alla risposta e al post-emergenza?
Dal punto di vista della partecipazione, vanno innanzitutto consultate e coinvolte attivamente le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative, a partire dalla prevenzione e dalla preparazione alle crisi, fino al post-emergenza e al recupero. L’esperienza diretta, infatti, è fondamentale per identificare e affrontare gli ostacoli nei sistemi di allerta precoce, nei piani di azione tempestiva, nelle valutazioni dei rischi, nei piani di risposta e recupero e nella ricostruzione delle comunità.
Bisogna inoltre saper coinvolgere le comunità rurali, isolate e sottorappresentate, attraverso i loro membri.

Per quanto poi concerne l’accessibilità, è necessario garantire che tutte le informazioni e i messaggi di allerta precoce vengano comunicati in più formati accessibili (linguaggio dei segni, sottotitoli, formati grafici, documenti di facile lettura, linguaggio semplice, piattaforme digitali accessibili), e che l’evacuazione e i rifugi siano caratterizzati dall’accessibilità, con servizi di recupero, avvalendosi anche di tecnologie assistive e supporto alla salute mentale. Il tutto anche qui da realizzare in sinergia con le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative.

Fondamentali, anche in questo settore, sono naturalmente le questioni legate al budget, poiché senza adeguati finanziamenti non vi può essere inclusione. In tal senso, il 3-5% dei costi totali dovrebbe essere appunto destinato all’inclusione e all’accessibilità.
Il supporto, inoltre, alle organizzazioni di persone con disabilità dovrebbe essere sia finanziario che tecnico, per consentir loro di partecipare in modo significativo alla pianificazione delle emergenze e al processo decisionale, anche tramite accordi di finanziamento flessibili, che ne facilitino appunto il coinvolgimento, senza trascurare che persone esperte nell’inclusione delle persone con disabilità potrebbero necessitare di supporto per rafforzare le proprie conoscenze in materia di preparazione alle emergenze, risposta e recupero.

Tornando alle tecnologie assistive, di cui si è già accennato in precedenza, allargando il tema in generale alle innovazioni accessibili, per sostenere la preparazione e la risposta inclusiva nei confronti della disabilità, esse possono offrire un mezzo per sfuggire a disastri e crisi, canali di comunicazione per ricevere e comprendere l’emergenza, la possibilità di comunicare con i primi soccorritori e i servizi di emergenza, e anche quella di accedere alle risorse (assistenza medica, cibo, acqua, riparo). Per questo è necessario promuovere l’uso di tecnologie e piattaforme accessibili, nonché avvisi SMS compatibili con lettori di schermo, app mobili accessibili, radio comunitarie nelle lingue locali, avvisi con vibrazione e altro ancora, investendo nell’innovazione, sempre con il diretto coinvolgimento delle organizzazioni di persone con disabilità nelle fasi di sviluppo.

E da ultimo, ma non certo ultimo, il tema della raccolta dei dati, che anche in questo àmbito dovrebbero essere raccolti, analizzati e utilizzati in forma disaggregata per disabilità, genere ed età, evitando dunque indicatori generici, relativi a “gruppi a rischio” e anche qui avvalendosi della collaborazione con le organizzazioni di persone con disabilità, per identificare ogni eventuale lacuna, monitorare i progressi e l’impatto, senza dimenticare di includere le persone ricoverate negli istituti, i rifugiati con disabilità nei centri chiusi, gli istituti psichiatrici ecc.

In conclusione, e riassumendo, con riferimento alla Carta di Solfagnano, documento prodotto un anno fa durante il G7 Inclusione e Disabilità, guardando alla Priorità n. 8 di esso (Prevenzione e gestione della preparazione per le emergenze e per le situazioni di gestione post-emergenza, incluse le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie), l’EDF, Forum Europeo sulla Disabilità, raccomanda ai membri dello stesso G7 Inclusione e Disabilità di:
° Adottare un piano d’azione con scadenze precise per garantire la prevenzione, la preparazione, la risposta e il recupero inclusivi delle persone con disabilità in tutte le crisi.
° Garantire la partecipazione significativa delle persone con disabilità e delle organizzazioni di persone con disabilità in tutte le fasi della pianificazione e dell’attuazione delle misure di emergenza.
° Garantire sistemi di allerta precoce e di comunicazione accessibili a tutti.
° Stanziare fondi dedicati all’accessibilità, ai rifugi inclusivi, alle tecnologie assistive e agli sforzi di recupero.
° Impegnarsi a “ricostruire meglio”, rendendo tutte le attività di ricostruzione e recupero post-crisi accessibili, resilienti e inclusive.

 

* Componente del Consiglio dell’EDF (European Disability Forum). Il presente testo costituisce l’adattamento dell’intervento presentato durante l’incontro denominato La Carta di Solfagnano a un anno dal G7 – Il punto sulle priorità, svoltosi ieri, 16 ottobre, al Castello di Solfagnano, presso Perugia (a questo link il programma completo). Il presente testo è già stato pubblicato sulla testata «Superando», e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Ultimo aggiornamento il 17 Ottobre 2025 da Simona