«Lotta alla violenza significa rimuovere le barriere materiali, culturali e istituzionali che mantengono le donne e le ragazze con disabilità in una condizione di maggiore vulnerabilità. Un impegno integrato tra istituzioni, società civile e comunità è essenziale per un cambiamento reale»: lo dicono dal Gruppo Donne della Federazione FISH, presentando l’incontro online “Donne e ragazze con disabilità: tra diritti negati, salute e violenza di genere”, promosso per il 7 marzo dalla stessa FISH.*

Analizzare le discriminazioni multiple subite dalle donne e ragazze con disabilità, approfondire il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, discutere il fenomeno della violenza di genere e le misure di prevenzione e protezione: saranno questi i temi principali dell’incontro online intitolato Donne e ragazze con disabilità: tra diritti negati, salute e violenza di genere, in programma per il pomeriggio del 7 marzo (ore 16.30, piattaforma Zoom, questo il link di collegamento), promosso dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).
Aperto dai saluti istituzionali di Vincenzo Falabella, presidente della FISH e di Vittoria Doretti, componente del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza di genere nella Presidenza del Consiglio, l’incontro proseguirà con la trattazione del tema Discriminazioni multiple e diritti delle donne con disabilità, a cura di Elisa Marino, componente dell’Ufficio legislativo della FISH (Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità) e di Sara Carnovali, avvocata del Foro di Milano, ricercatrice in Diritto Costituzionale (Le discriminazioni in ottica intersezionale).
Seguirà la sessione sul tema Sessualità, maternità e autodeterminazione: un diritto ancora negato?, con Luisella Bosisio Fazzi, componente del Consiglio dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità (Miti, stereotipi sulle donne con disabilità) e Rosaria Duraccio, presidente di DPI Italia (Disabled Peoples’ International), oltreché componente della Giunta Nazionale FISH (D.lgs 62/24: Il progetto di vita individuale personalizzato e partecipato letto nell’ottica di genere).
E ancora, il tema La violenza contro le donne con disabilità: un fenomeno invisibilizzato sarà trattato da Lorenza Vettor della FISH Friuli Venezia Giulia, docente a contratto nei corsi di specializzazione sul sostegno alle alunne/i con disabilità (Il silenzio e la difficoltà di denuncia) e da Laura Abet, avvocata del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della Federazione LEDHA (L’accessibilità dei centri antiviolenza e delle case rifugio e buone pratiche per l’inclusione nei servizi di supporto).
A soffermarsi infine sulle Criticità evidenziate dal rapporto GREVIO sui servizi di protezione per le donne con disabilità, saranno Silvia Cutrera, coordinatrice del Gruppo Donne della FISH (Come le associazioni e i movimenti per i diritti delle persone con disabilità possono monitorare l’attuazione della Convenzione di Istanbul) e Simonetta Cormaci, attivista per i diritti delle donne con disabilità dell’ADV (Associazione Disabili Visivi) (Il ruolo dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità sul tema della violenza contro le donne con disabilità). (Stefano Borgato)
Diamo qui di seguito la parola al Gruppo Donne FISH, per un approfondimento sulla situazione di contesto nel nostro Paese, rispetto ai temi che verranno trattati durante l’incontro del 7 marzo.
Mantenere le promesse: accelerare il cambiamento
Le donne con disabilità, pur rappresentando una delle categorie più vulnerabili, sono contemporaneamente invisibilizzate nell’agenda politica nazionale. Nell’intersezione tra genere e disabilità, infatti, esse subiscono numerose discriminazioni per ciò che riguarda le minori opportunità di accesso all’istruzione, al lavoro, al benessere, alla salute e alla partecipazione politica.
Sottoscrivendo la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW), la Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica) e l’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile 2030, i vari Governi del nostro Paese si sono impegnati a non lasciare indietro nessuna e a riconoscere i bisogni delle donne con disabilità di fronte alla sovrapposizione di varie forme di discriminazione.
Nella precedente Legislatura, per affrontare le barriere sistemiche che ancora limitano i loro diritti e la loro autodeterminazione, era stato istituito, presso l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, un gruppo di lavoro specifico dedicato al tema delle discriminazioni multiple delle donne con disabilità, con il compito di elaborare linee di intervento da inserire nel relativo Piano d’azione dell’Osservatorio stesso. L’attuale Ministero per le Disabilità, nel settembre 2023 ha riorganizzato l’Osservatorio in cinque gruppi di lavoro tematici, per sviluppare strategie e proposte operative, tra cui la stesura del nuovo Piano Nazionale sulla Disabilità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità: accessibilità universale, progetto di vita, istruzione-università-formazione, lavoro, benessere e salute. L’assenza di un apposito gruppo di lavoro dedicato alle donne con disabilità ha suscitato la richiesta da parte delle Associazioni rappresentative delle persone con disabilità di dedicare attenzione almeno alla questione della violenza di genere, fenomeno ampio e diffuso, considerato che le donne con disabilità sono esposte ad un rischio molto più elevato di subire violenza fisica, psicologica, economica, sessuale e simbolica rispetto alle donne senza disabilità.
Nel novembre 2023, dunque, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, alla presenza della Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, che presiede l’Osservatorio, e della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, è stato costituito un provvisorio Gruppo di Lavoro sulla questione della violenza contro le donne con disabilità, composto da rappresentanti individuati da Amministrazioni, Enti, Associazioni che partecipano ai lavori dell’Osservatorio.
Il Gruppo, durante i sei incontri programmati dal 23 aprile al 9 luglio 2024, ha preparato un documento [se ne legga già ampiamente anche su queste pagine, N.d.R.], strutturato sulla base delle linee di intervento stabilite: accessibilità della comunicazione e dell’informazione; standard minimi dei Centri antiviolenza (CAV) e delle Case rifugio; linee guida sulla violenza di genere e formazione degli operatori e operatrici.
Tale contributo è stato inoltrato all’Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica, per avviare una sinergica collaborazione tra i due Osservatori, anche in previsione della redazione del nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne.
Finora i vari Governi hanno fatto poco o nulla per affrontare in modo serio e strutturato la violenza di genere contro le donne con disabilità. Nonostante i numerosi appelli delle associazioni e degli organismi internazionali, le politiche pubbliche sono rimaste largamente inadeguate e frammentarie. Senza dati disaggregati e standardizzati, cioè, dettagliati, e studi specifici sulla violenza contro le donne con disabilità, il fenomeno resta invisibile e sottovalutato, rendendo difficile elaborare politiche mirate. I centri antiviolenza, le case rifugio e i servizi di supporto raramente sono accessibili a livello fisico, sensoriale e comunicativo e quindi, molte donne con disabilità vittime di violenza, non riescono neanche a chiedere aiuto. Le forze dell’ordine, il personale sanitario, i magistrati e gli assistenti sociali non ricevono una formazione adeguata sulla violenza di genere intersezionata dalla disabilità, portando a casi di sottovalutazione e mancata tutela. E ancora, la dipendenza economica e sociale delle donne con disabilità da familiari o caregiver spesso le espone a forme di violenza specifiche, ma i Governi non hanno mai promosso seriamente politiche di emancipazione attraverso il lavoro, l’educazione-formazione e la partecipazione.
Un ulteriore aspetto gravemente trascurato dalle politiche governative riguarda l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva per le donne con disabilità, che spesso sono inaccessibili, insufficienti o basati su pregiudizi, negando di fatto alle donne con disabilità il diritto all’autodeterminazione sui propri corpi e sulle proprie scelte.
La scarsa rappresentazione politica e il mancato coinvolgimento delle donne con disabilità nei processi decisionali fa sì che le loro esigenze vengano ignorate nella legislazione e nei programmi pubblici. È dunque ora necessario che il Governo attui misure concrete per:
° aumentare la consapevolezza su queste forme specifiche di violenza, con campagne di informazione rivolte al pubblico, le istituzioni e agli operatori sociali e sanitari;
° rendere davvero accessibili i servizi pubblici;
° offrire alle donne con disabilità strumenti per rafforzare la propria indipendenza e sostegno all’autodeterminazione;
° garantire risorse economiche adeguate all’inclusione sociale e lavorativa;
° coinvolgere direttamente le donne con disabilità nella definizione delle strategie politiche.
Continuare a ignorare questa realtà significa perpetuare una discriminazione sistemica e lasciare che la violenza continui indisturbata. Lotta alla violenza significa rimuovere le barriere materiali, culturali e istituzionali che mantengono le donne con disabilità in una condizione di maggiore vulnerabilità. Un impegno integrato tra istituzioni, società civile e comunità è essenziale per un cambiamento reale.
È giunto quindi il tempo che il Governo smetta di fare promesse vuote e inizi ad agire con serietà, determinazione e responsabilità istituzionale.
Gruppo Donne FISH
Ricordiamo ancora il link di collegamento al webinar del 7 marzo.
* Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Vedi anche:
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.
Ultimo aggiornamento il 3 Marzo 2025 da Simona