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Violenza di genere, per il Forum Europeo sulla Disabilità nessuna donna o ragazza con disabilità deve essere lasciata indietro

del Forum Europeo sulla Disabilità*

«Persistono lacune nelle politiche e nella legislazione dell’Unione Europea – scrivono dal Forum Europeo sulla Disabilità –, ciò che non permette di affrontare la violenza contro le donne e le ragazze con disabilità, a partire dal fatto che in 12 Stati Membri dell’Unione è ancora legale la sterilizzazione forzata di tali donne». Per questo lo stesso Forum lancia un forte appello, basato su una serie di punti, chiedendo finalmente all’Unione Europea azioni concrete in tale àmbito.

Una realizzazione grafica prodotta dal Forum Europeo sulla Disabilità raffigura le sagome azzurre di sei figure femminili diverse per età, cultura e condizione di abilità/disabilità.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne di oggi, 25 novembre, invitiamo l’Unione Europea e i Paesi Membri di essa ad adottare misure decise per tutelare i diritti, la sicurezza e la dignità delle donne e delle ragazze con disabilità.
Questo nostro appello è supportato anche dagli esiti del nostro recente rapporto inviato al GREVIO, l’organismo indipendente responsabile di monitorare l’attuazione della Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica). Tale rapporto (disponibile integralmente a questo link), infatti, evidenzia lacune persistenti nelle politiche e nella legislazione dell’Unione Europea, non permettendo di affrontare la violenza contro le donne e le ragazze con disabilità.

Le donne e le ragazze con disabilità rappresentano quasi un terzo di tutte le donne nell’Unione Europea. Eppure rimangono esposte in modo sproporzionato a violenza, discriminazione ed esclusione, hanno da due a cinque volte più probabilità di subire violenza rispetto alle donne senza disabilità e corrono rischi aggiuntivi di sterilizzazione forzata, istituzionalizzazione, isolamento sociale e ostacoli alla giustizia.
Tutto ciò, a nostro parere, è appunto una conseguenza diretta delle lacune politiche e dell’assenza di un’inclusione significativa delle donne e delle ragazze con disabilità.

L’Unione Europea, è opportuno ricordare, ha aderito nel 2024 alla citata Convenzione di Istanbul e sempre lo scorso anno ha adottato la sua prima Legge sulla lotta alla violenza contro le donne (Direttiva (EU) 2024/1385). Ora quegli impegni devono concretizzarsi in una solida realtà.
Quando dunque il GREVIO effettuerà la sua prima valutazione dell’Unione Europea, per giudicarne le misure adottate sull’attuazione della Convenzione di Istanbul, gli esperti del GREVIO stesso dovranno tenere bene a mente che l’Unione Europea e i Paesi Membri di essa sono vincolati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ciò significa che devono garantire il pieno sviluppo, l’emancipazione e l’uguaglianza delle donne e delle ragazze con disabilità (articolo 6 della Convenzione) e proteggerle da sfruttamento, violenza e abusi (articolo 16). E tuttavia, nelle sue Osservazioni Conclusive del 2025, il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha espresso diverse preoccupazioni, vale a dire:
° Le politiche dell’Unione Europea in materia di parità di genere, inclusa la Strategia per la Parità di Genere 2020-2025, non offrono una tutela adeguata e non si concentrano sulle donne e le ragazze con disabilità.
° La sterilizzazione forzata, lo stupro, le molestie sessuali e altre forme di violenza non sono ancora esplicitamente vietate dal diritto dell’Unione Europea.
° I dati sulla violenza contro le donne e le ragazze con disabilità rimangono estremamente limitati.
° Le voci delle donne con disabilità non sono incluse con sistematicità nel processo decisionale dell’Unione Europea.
Per tutto quanto detto, pertanto, esortiamo gli esperti del Consiglio d’Europa, l’Unione Europea tutta e gli Stati Membri ad affrontare e risolvere con nettezza queste problematiche nell’attuazione della Convenzione di Istanbul.

Tornando al nostro rapporto presentato al GREVIO, esso evidenzia a propria volta numerose gravi carenze nell’azione dell’Unione Europea contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica.
1. Violenza persistente e pratiche dannose
Uno dei dati più allarmanti è la persistente legalità della sterilizzazione forzata in almeno 12 Stati Membri dell’Unione Europea. Si parla infatti di una pratica che costituisce una grave violazione dell’autonomia fisica e dei diritti umani, eppure l’Unione non ne ha ancora richiesto il divieto.
2. Mancanza di politiche inclusive
Sebbene l’Unione Europea abbia adottato misure importanti, gli strumenti giuridici non riescono ancora ad affrontare la realtà delle donne e delle ragazze con disabilità. L’assenza di un divieto di sterilizzazione forzata, come appena sottolineato, nonché di azioni volte a garantire l’accessibilità dei servizi o l’adozione di strategie di prevenzione e sensibilizzazione che includano la disabilità, lascia molte donne e ragazze con disabilità senza tutela.
3. Dati insufficienti
Nonostante i progressi compiuti da Eurostat e dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere, non esiste una raccolta sistematica di dati disaggregati per tipo di disabilità, né dati sulla violenza che si verifica in istituti o altri contesti chiusi.
4. Ostacoli alla tutela e all’accesso alla giustizia
Le più recenti norme europee includono effettivamente disposizioni essenziali in materia di accessibilità, formazione per gli operatori della giustizia e linee guida attente alle esigenze delle persone con disabilità e tuttavia, questi progressi rischiano di rimanere sulla carta senza un solido monitoraggio, una guida e il coinvolgimento delle organizzazioni di persone con disabilità. 

Quelli di seguito, dunque, sono i punti dell’appello che lanciamo oggi, 25 novembre, tramite i quali esortare l’Unione Europea ad adottare misure immediate e concrete per:
° Porre fine alla sterilizzazione forzata in tutti gli Stati Membri, il che deve includere misure di prevenzione, divieto, sanzioni e rimedi, senza eccezioni basate sulla disabilità.
° Coinvolgere significativamente le donne con disabilità e le loro organizzazioni nella progettazione, attuazione e monitoraggio di tutte le politiche per la parità di genere e contro la violenza.
° Garantire la piena accessibilità a tutti i servizi di tutela, supporto e giustizia.
° Garantire un’attuazione inclusiva della Direttiva (EU) 2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, tenendo conto anche delle disabilità.
° Nominare una figura di coordinamento per porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne, una figura che si occupi anche delle sfide affrontate dalle donne e dalle ragazze con disabilità.
° Raccogliere e pubblicare dati disaggregati su tutte le forme di violenza, anche nelle Istituzioni.
° Affrontare la discriminazione intersezionale che rende le donne con disabilità più vulnerabili alla violenza, alla povertà e allo sfruttamento.

In questa Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, riaffermiamo in conclusione il nostro impegno incrollabile: nessuna donna o ragazza con disabilità deve essere lasciata indietro!

 

* Forum Europeo sulla Disabilità, in sigla EDF (European Disability Forum). Traduzione e adattamento del presente contributo a cura della redazione della testata «Superando», sulla quale il presente testo è già stato pubblicato. Esso viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2025

Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2025 da Simona