Occupazione, istituti segreganti, crisi abitativa, il rapporto tra povertà e disabilità, i caregiver, l’attuazione della Convenzione ONU e altro ancora: per la varietà dei temi affrontati è stata particolarmente interessante una recente riunione dell’Intergruppo sulla Disabilità del Parlamento Europeo, voluta per discutere la prossima fase della Strategia Europea sulla Disabilità, che dovrà essere definita entro la metà del 2026, e vi ha partecipato anche il Forum Europeo sulla Disabilità.*

Nel corso di una recente riunione dell’Intergruppo sulla Disabilità del Parlamento Europeo, voluta per discutere la prossima fase della Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità, che dovrà essere definita entro la metà del 2026, nonché la crisi abitativa che colpisce le stesse persone con disabilità, Lucie Davoine, che vi ha partecipato in qualità di responsabile ad interim dell’Unità Disabilità della Commissione Europea, ha presentato i risultati finora ottenuti nell’àmbito della Strategia e ha delineato i prossimi passi da compiere, che dovranno porteranno a nuove azioni e iniziative.
In tal senso, Davoine ha sottolineato che si dovrà tenere conto delle «Raccomandazioni del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». l’organismo preposto a monitorare l’attuazione della relativa Convenzione ONU, «la relazione del Parlamento Europeo sulla Strategia, adottata dalla Commissione per l’Occupazione e gli Affari Sociali, nonché le conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea e la posizione delle organizzazioni della società civile attraverso una consultazione pubblica aperta che verrà avviata a breve».
Davoine ha sottolineato altresì «la necessità di migliorare le statistiche sull’occupazione delle persone con disabilità, rimaste sostanzialmente ferme per un decennio, e di ridurre il numero di persone con disabilità che vivono in istituti segreganti, un numero che purtroppo è aumentato in diversi Stati Membri dell’Unione».
Dopo la relazione di Davoine, vi sono stati gli interventi degli altri presenti alla riunione, a partire dall’eurodeputata polacca Jagna Marczułajtis-Walczak la quale ha segnalato che «gli Stati Membri dell’Unione non stanno attuando in modo adeguato la Convenzione ONU. Ha esortato inoltre la Commissione a ricordare agli Stati i loro obblighi ai sensi dell’articolo 19 della Convenzione stessa (Vita indipendente ed inclusione nella società), chiedendo informazioni sulle statistiche relative alle persone con disabilità che vivono in istituti residenziali.
Sulla Carta Europea della Disabilità (European Disability Card) si è soffermata poi l’eurodeputata tedesca Katrin Langensiepen, affermando che essa «dovrebbe essere come una patente di guida, utilizzabile ovunque». Ha poi aggiunto che «sono ancora troppo poche le persone a conoscere la Carta. Mentre gli Stati Membri non hanno predisposto piani specifici per promuoverla».
Ha concluso sottolineando la necessità che i fondi dell’Unione siano trasparenti e disponibili per l’attuazione della Convenzione ONU.
È intervenuta quindi l’eurodeputata del nostro Paese Chiara Gemma, che sempre sulla Carta Europea, ha affermato come essa «non funzioni perché i servizi non vengono messi in pratica». Per questo ha rilevato la necessità di «un quadro normativo più concreto». Ha quindi concluso ricordando la situazione delle famiglie e dei caregiver informali delle persone con disabilità.
Di temi importanti quali la povertà e gli alloggi ha parlato l’eurodeputato irlandese Aodhán Ó Ríordáin, avvertendo che una “semplificazione” delle norme esistenti potrebbe portare a indebolire diritti conquistati a fatica. Ha chiesto poi alla Commissione Europea di affrontare l’impatto della crisi abitativa sull’occupazione, sottolineando l’aumento del rischio di senzatetto e dipendenze tra i gruppi vulnerabili, comprese le persone con disabilità.
Sono arrivate a questo punto le risposte di Davoine sui vari temi sollevati, innanzitutto evidenziando un progetto pilota di Eurostat, volto a raccogliere dati sulle famiglie. Nel frattempo, agenzie dell’Unione, come Eurofound, stanno studiando la situazione delle persone con disabilità che vivono in istituti.
Per quanto riguarda la Carta Europea della Disabilità, mentre il recepimento è in corso a livello nazionale, la Commissione si sta concentrando sullo sviluppo degli aspetti tecnici della Carta stessa. La normativa impone inoltre alla Commissione stessa di creare un sito web dedicato per sensibilizzare l’opinione pubblica, supportato da campagne di comunicazione.
E ancora, Davoine ha riconosciuto lo stretto rapporto tra povertà e disabilità e intende collaborare con la task force per l’edilizia abitativa, allestita dalla Commissione, per affrontare la situazione specifica delle persone con disabilità in riferimento all’accessibilità e al costo degli alloggi.
Su tale tema specifico è intervenuto l’eurodeputato spagnolo Borja Giménez Larraz, relatore della Commissione Speciale sulla crisi abitativa, che nel presentare lo stato attuale della relazione in fase di elaborazione su tale problema, ha sottolineato che «la crisi abitativa e la mancanza di alloggi accessibili e a prezzi accessibili rappresentano un problema strutturale da affrontare nel prossimo Piano d’Azione per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili della Commissione». «Vi è per altro – ha aggiunto – una diffusa mancanza di consapevolezza sulle norme riguardanti l’accessibilità».
Nel ricordare quindi che «molte persone con disabilità e anziane sono costrette a vivere in istituti», ha affermato che «gli investimenti dell’Unione Europea devono rispettare gli standard di accessibilità per queste fasce di cittadini, con risorse quali quelle derivanti dal Fondo Sociale Europeo e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, «che dovrebbero essere utilizzati per migliorare l’edilizia abitativa, l’assistenza e i servizi basati sulla comunità, aumentando, in sostanza, l’offerta stessa di alloggi».
Successivamente Davoine ha concluso il proprio intervento tornando sulla questione del riconoscimento dei caregiver informali, ricordando una recente Sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha esteso il divieto di discriminazione al genitore o caregiver di una persona con disabilità (se ne legga anche sulla testata «Superando»). Ha inoltre affermato che il problema dovrebbe essere senz’altro affrontato in coordinamento con la Strategia per la Parità di Genere, poiché sono in maggioranza le donne ad assumersi responsabilità di assistenza.
Presente alla riunione in rappresentanza dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, il vicepresidente di tale organismo, Pat Clarke, oltre a congratularsi con gli Eurodeputati per l’adozione della bozza di relazione sulla prossima fase della Strategia sulla Disabilità, che riflette le richieste del movimento per la disabilità, ha sottolineato che «il prossimo Bilancio dell’Unione Europea dovrebbe includere la Convenzione ONU e vietare il finanziamento di istituti segreganti come principio orizzontale. Dovrebbe essere inoltre reintrodotta la destinazione del 25% dei Fondi Sociali all’inclusione sociale».
Per quanto riguarda infine la crisi abitativa, secondo Clarke, «l’accessibilità dev’essere una precondizione per i nuovi edifici e le ristrutturazioni, comprese quelle legate alla sostenibilità e si dovrebbero anche prendere in considerazione misure legislative, quali modifiche alle norme sugli aiuti di Stato, per migliorare l’accessibilità economica degli adattamenti abitativi». (Stefano Borgato)
* Il presente testo è già stato pubblicato sulla testata «Superando», e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento il 13 Novembre 2025 da Simona