Intervista a Loredana Bava e Ilaria Galbusera della Nazionale di pallavolo femminile sorda a cura di Martina Gerosa
Tra le tante iniziative realizzate per il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, vi è la campagna #nonseisola di Alley Oop – Il Sole 24 Ore alla quale ha aderito anche la Nazionale italiana volley femminile sorde producendo un proprio filmato sottotitolato ed in lingua dei segni italiana. Martina Gerosa (disability & accessibility manager e attivista per i diritti delle persone con disabilità) ha intervistato due componenti della Nazionale, Loredana Bava e Ilaria Galbusera, rispettivamente direttrice tecnica e capitana della squadra nominata all’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella nel dicembre 2018, per conoscere meglio la loro squadra e questa importante iniziativa. Ben volentieri diamo spazio al loro scambio. (S.L.)
Carissime Loredana e Ilaria, volete presentare la vostra squadra?
«La squadra nazionale di pallavolo femminile sorda, sotto l’egida della Federazione Sport Sordi Italia (FSSI), è composta da atlete con disabilità uditiva medio/grave selezionate in tutta Italia, con un’età compresa dai 14 ai 30 anni.
Una gran parte della squadra Seniores è composta da atlete molto giovani, provenienti da ogni parte d’Italia (Marche, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna) che oltre a indossare la maglia azzurra nelle competizioni sportive dedicate ai sordi, quotidianamente si allenano e giocano nei club con le atleti udenti della Fipav (Federazione Italiana Pallavolo) delle loro città, in categorie di medio livello (da una Under 18, 1° divisione ad una serie C/B2), permettendo così una costante crescita tecnico-agonistica.
Il gruppo è formato da atlete con disabilità uditive eterogenee. Vi sono infatti, in base ai loro differenti percorsi riabilitativi, altrettante diverse modalità di comunicazione. C’è chi si esprime prediligendo la lingua parlata, altre con la lingua dei segni, ed altre ancora che hanno scelto l’approccio del bilinguismo, con entrambe le lingue. Nasce così, oltre alla competizione e al miglioramento agonistico, l’obiettivo di aspirare anche alla formazione personale di ogni singola atleta, stimolando la loro autostima e costruendo un valido incentivo in funzione dell’integrazione e dell’inclusione sociale, che trova nello sport un veicolo straordinario.
Nel complesso insieme di lingue, culture e modi di essere al mondo che caratterizzano la società̀ odierna, lo sport si impone come un linguaggio universale che supera confini, lingue, culture, religioni e ideologie e che possiede la capacità di unire le persone, favorendo dialogo e accoglienza. Lo sport riesce, infatti, in modo unico e meraviglioso, a unire sia i diversi modi di essere sordo, sia persone sorde e udenti, rappresentando uno spazio di incontro “alla pari” dove l’integrazione è possibile.»
Come è nato il video #nonseisola e a chi è destinato?
«L’iniziativa è promossa da Alley Oop Il Sole 24 ore che ha realizzato un live talk per parlare di violenza contro le donne per dire sempre più forte a tutte le donne #nonseisola.
In tale occasione sono stati raccolti video, realizzati appositamente per questa iniziativa, da personaggi noti della TV, del cinema, del teatro e dello sport, dalla nostra Nazionale e da quella di Taekwondo.»
Quali progetti di sensibilizzazione sui temi legati alla sordità state portando avanti, non solo in relazione alle celebrazioni del 25 novembre, ma 365 giorni l’anno?
«In un mondo dove sono veicolate tante informazioni, sul mondo della sordità purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi e stereotipi duri a morire. Stereotipi che, insieme, cerchiamo di combattere con la giusta sensibilizzazione sul tema. C’è ancora tanto lavoro da fare, per costruire una società sempre più inclusiva che non abbia alcuna barriera architettonica e culturale.
In questo particolare momento pandemico. Ci mancano l’autonomia e l’indipendenza guadagnata a fatica, in un mondo dove i volti sono coperti dalle mascherine. Ci ritroviamo a dover dipendere da qualcuno o da qualcosa, ad esempio, per capire ciò che viene detto da dietro una mascherina, che spesso non può essere abbassata. Questo rappresenta un enorme disagio, venendo a mancare la comprensione di ciò che dice l’interlocutore attraverso la lettura labiale e/o delle espressioni del viso che sono un importante requisito nella lingua dei segni. Le mascherine costituiscono un ostacolo a prescindere dalla sordità di ognuno, sia con che senza protesi acustiche/impianto cocleare.
Su tali temi, sia quello della violenza contro le donne sia questo delle mascherine, legato al tempo di pandemia che stiamo vivendo, è importante sensibilizzare tutta la cittadinanza, per un reale coinvolgimento di tutti e di tutte, non solo delle realtà a noi più vicine, ma anche e soprattutto delle Istituzioni, che spesso sono distanti e poco presenti.»
Vedi anche:
Pagina Facebook della Nazionale italiana volley femminile sorde.
#nonseisola, filmato della Nazionale italiana volley femminile sorde per la campagna di Alley Oop – Il Sole 24 Ore #nonseisola realizzata per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, YouTube, 24 novembre 2020, lunghezza: 0.51 minuti, accorgimenti di accessibilità: sottotitolazione e impiego della lingua dei segni italiana.
Federazione Sport Sordi Italia – FSSI.
Le mascherine giuste per non escludere le persone sorde dalla vita sociale, «Informare un’h», 19 novembre 2020.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.
Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2020 da Simona