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Un appello all’azione per fermare il Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo

«Il Consiglio d’Europa sta completando l’iter di approvazione di un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo che estenderebbe la possibilità di misure coercitive in psichiatria, ovvero i ricoveri e i trattamenti contro la volontà delle persone interessate», lo segnala una nota con la quale il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) fa il punto della situazione ed invita all’azione affinché il Protocollo aggiuntivo venga ritirato.

Una persona ritratta in controluce mentre attraversa un corridoio scarsamente illuminato (foto di Osman İçli su Pexels).

«Il Consiglio d’Europa sta completando l’iter di approvazione di un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo [la Convenzione sui Diritti dell’Uomo e la Biomedicina, N.d.R.] che estenderebbe la possibilità di misure coercitive in psichiatria, ovvero i ricoveri e i trattamenti contro la volontà delle persone interessate», lo segnala una nota con la quale il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) fa il punto della situazione ed invita all’azione affinché il Protocollo aggiuntivo venga ritirato.

Adottata dal Consiglio d’Europa nel 1997, la Convenzione di Oviedo è un trattato internazionale che disciplina i diritti umani nel campo della medicina e della biotecnologia. Essa «sottolinea il diritto alla dignità, all’autodeterminazione e al consenso informato negli interventi medici, ma consente eccezioni riguardo alle persone “incapaci di dare il consenso”», con riferimento a quelle con disturbi psichiatrici, argomentano dal CCDU. «Il Protocollo aggiuntivo si basa proprio su questa lacuna: renderebbe legali i ricoveri e i trattamenti obbligatori in tutta Europa, in contraddizione con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che proibisce chiaramente la coercizione, e con le Linee Guida “Salute mentale, diritti umani e legislazione” elaborate congiuntamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani  [a questo link sono disponibili la versione originale, in lingua inglese, e la sua traduzione in lingua italiana a cura del CCDU, N.d.R.]. Invece di rafforzare i diritti delle persone interessate, l’Europa rischia di compiere un pericoloso passo indietro in termini di diritti umani. Il Protocollo è in preparazione da anni, ma è stato fortemente criticato perché legittima la coercizione invece di abolirla».

Queste le principali criticità riscontate nel Protocollo addizionale.

  • È in contrasto con la menzionata Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) che proibisce la discriminazione e chiede la fine della coercizione in psichiatria;
  • viola i diritti fondamentali perché consente ricoveri involontari, trattamenti sanitari senza consenso e priva le persone interessate del loro diritto di prendere decisioni, esponendole ad un maggior rischio di istituzionalizzazione invece di offrire loro cure basate sulla comunità;
  • numerose evidenze scientifiche mostrano come la coercizione non abbia benefici terapeutici, riduca la qualità della vita, causi traumi e aumenti i rischi di suicidio e di nuovi ricoveri;
  • la sua approvazione creerebbe un conflitto tra il diritto del Consiglio d’Europa (Protocollo aggiuntivo di Oviedo) e il diritto internazionale (CRPD, Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), ecc.), il che potrebbe costituire una violazione della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati.

Vanno inoltre segnalate le posizioni assunte dagli attori internazionali.

  • A partire dal 2015 diversi Organismi delle Nazioni Unite (Comitato CRPD, Relatore speciale, Alto Commissario per i Diritti Umani) hanno ripetutamente chiesto di bloccare il Protocollo aggiuntivo.
  • L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha ripetutamente (nel 2016, 2019, 2022 e 2024) approvato raccomandazioni e risoluzioni contro il Protocollo e chiede la fine della coercizione in psichiatria.
  • Anche nell’àmbito della società civile (ad esempio, il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), Mental Health Europe (MHE), la campagna #Withdraw Oviedo(“Ritirare Oviedo”)) si organizzano proteste e attività di lobbying, sollecitando governi e parlamentari a resistere.

Vi è un generale accordo dei vari organismi delle Nazioni Unite, degli esperti, delle persone interessate e delle Organizzazioni per i diritti umani nel ritenere che il Protocollo aggiuntivo violi i diritti umani, sia dannoso e debba quindi essere ritirato nella sua interezza. La sua approvazione codificherebbe la psichiatria coercitiva, invece di promuovere alternative alla stessa ed offrire un supporto basato sulla comunità.

Questa la situazione attuale, nel 2025:

  • Il Comitato per gli Affari Sociali, la Salute e lo Sviluppo Sostenibile (SOC) del PACE sta lavorando ad una dichiarazione.
  • La senatrice spagnola Carmen Leyte, che è la relatrice, sostiene il Protocollo e si batte per “l’armonizzazione degli standard minimi”.
  • Una decisione in Comitato è prevista per il 4 dicembre 2025, mentre il voto in plenaria dell’Assemblea Parlamentare è atteso per gennaio 2026.
  • Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa prenderà una decisione finale (attesa per la primavera 2026).

Le ragioni per cui il Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo deve essere ritirato possono essere schematizzate nel modo seguente:

  • è inaccettabile sotto il profilo giuridico:
    • come già segnalato, è in contrasto con la CRPD che vieta qualsiasi forma di coercizione, ma anche con altri trattati sui diritti umani già ratificati (la menzionata Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo);
    • inficia la credibilità dello stesso Consiglio d’Europa che da un lato sanziona le violazioni dei diritti umani a livello globale, e dall’altro legittima la coercizione.
  • È dannoso sotto un profilo sanitario:
    • la letteratura scientifica evidenzia che la coercizione non apporta alcun beneficio terapeutico, non favorisce il recupero, ma aumenta le ricadute e i nuovi ricoveri;
    • sono documentate le sue gravi conseguenze: la coercizione porta a traumi, perdita di fiducia e aumento del rischio di suicidio.
    • “intrappola” le risorse nel consolidamento di strutture segreganti e coercitive, distogliendole dai supporti basati sulla comunità.
  • È pericoloso sotto il profilo etico e politico:
    • relativizza i diritti fondamentali, mentre l’autodeterminazione e la libertà sono connaturate all’essere persone. Anche quando le restrizioni riguardano singoli gruppi, la conseguenza è quella di minare i diritti nel loro complesso;
    • si creano dei “diritti speciali discriminatori”: le persone con problemi di salute mentale e/o disabilità psicosociali sarebbero legalmente svantaggiate rispetto agli altri cittadini e cittadine;
    • gli stessi diritti umani europei sono a rischio, giacché si creerebbe un pericoloso precedente che ammette la loro erosione.
  • Esistono alternative efficaci:
    • il rafforzamento del supporto volontario: alcuni modelli realizzati in Scandinavia ed il lavoro di Giorgio Antonucci, psicoterapeuta ed esponente dell’antipsichiatria, in Italia dimostrano che l’assistenza senza coercizione è possibile e più efficace;
    • la protezione dei diritti umani: invece di fare un passo indietro legittimando la coercizione, è doveroso investire nel supporto basato sulla comunità e autodeterminato.

    Spostandosi su un versante operativo, il CCDU individua una serie di soggetti da contattare per sollecitare il ritiro del Protocollo aggiuntivo.

    Membri italiani del Comitato per gli Affari Sociali, la Salute e lo Sviluppo Sostenibile dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e loro sostituti (alternate = persone che di solito li rappresentano):

    Elena Bonetti (alternate: Roberto Rosso)
    Aurora Floridia (alternate: Giuseppe De Cristofaro)
    Alessandro Giglio Vigna (alternate: Graziano Pizzimenti)
    Stefano Maullu (alternate: Francesco Zaffini)
    Gerardo Giovagnoli (San Marino) (alternate: Alice Mina)

    Membri italiani dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (non solo del Comitato per gli Affari Sociali):

    Elisabetta Gardini (Presidente – FdI), Deborah Bergamini (Vicepresidente – FI-PPE), Alfredo Antoniuzzi (segretario – FdI), Arnaldo Lomuti (segretario – M5S), Simone Billi (Lega), Elena Bonetti (Azione – Italia Viva), Mario Alejandro Borghese (CdI / UDC), Dimitri Coin (Lega), Marco Dreosto (Lega PSd’Az), Piero Fassino (PD / IDP), Aurora Florida (Misto AVS), Ettore Antonio Licheri (M5S), Stefano Maullu (FdI), Licia Ronzulli (FI-BP-PPE), Marco Scurria (FdI), Domenica Spinelli (FdI), Francesco Verducci (PD-IDP). (Alberto Brugnettini e Simona Lancioni)

     

    Per informazioni: info@ccdu.org

     

    Vedi anche:

    CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.

    La campagna informativa denominata #Withdraw Oviedo (“Ritirare Oviedo”).

    Salute mentale: teniamo desta l’attenzione sul Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo, «Informare un’h», 1° aprile 2025.

    EDF: l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa dia parere negativo al Protocollo Aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo, «Informare un’h», 13 febbraio 2025.

    Sospesa l’adozione di quel Protocollo Europeo che viola i diritti umani, «Informare un’h», 8 giugno 2022.

     

Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2025 da Simona