Molte persone con disabilità incontrano notevoli ostacoli nell’accesso a screening e test diagnostici che sono strumenti fondamentali per una diagnosi precoce dei tumori. Individuare e superare quegli ostacoli è tra gli obiettivi del progetto di ricerca “Intrecci – Insieme per la diagnosi precoce”, coordinato dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano cui anche le persone con disabilità o i loro caregiver che abbiano avuto un tumore possono collaborare in modo importante.*

I programmi di screening, come quelli per il tumore al seno, al colon-retto e al collo dell’utero, hanno cambiato profondamente la vita di tante persone. Grazie infatti a controlli semplici e periodici, oggi è possibile scoprire la malattia molto presto, quando le cure sono più efficaci e sono meno invasive. Questo significa più possibilità di guarire, ridurre i decessi e anche garantire percorsi di cura più leggeri, che permettono di mantenere una buona qualità di vita.
Tuttavia, molte persone con disabilità incontrano notevoli ostacoli nell’accesso a screening e test diagnostici: strumenti fondamentali per una diagnosi precoce dei tumori. Una condizione che si traduce in un rischio più elevato di cancro in emergenza per questa fascia di popolazione.
Colmare questo gap è uno degli obiettivi di Intrecci – Insieme per la diagnosi precoce, progetto di ricerca coordinato dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che punta a individuare e superare gli ostacoli che rallentano la diagnosi precoce dei tumori tra le persone con disabilità.
L’iniziativa vede la partecipazione di professionalità e realtà diverse (medici, infermieri, architetti e associazioni) e comprende anche una fase di ricerca e la raccolta di testimonianze di persone con disabilità (o loro caregiver) che abbiano avuto un tumore.
Si cercano quindi persone tra i 35 e i 74 anni con difficoltà motorie, sensoriali, intellettive o psichiche o caregiver di persone con disabilità, disponibili a partecipare a una conversazione di circa 30 minuti con un medico o un infermiere, in presenza oppure online (videocall). Le risposte fornite saranno naturalmente anonime, ricordando che non vi sono risposte giuste o sbagliate: conta solo l’esperienza vissuta.
Il contributo di coloro che vorranno partecipare sarà molto prezioso per capire quali siano le barriere e gli ostacoli che possono rallentare l’accesso agli screening e ai test diagnostici, il che permetterà di proporre percorsi di prevenzione e di cura più accessibili per tutti e tutte.
Per partecipare è necessario registrarsi a questo link (oppure: tel. 02 26435525, e-mail: ilprogetto.intrecci@gmail.com). (LEDHA)
* Il presente testo è già stato pubblicato sulla testata «Superando», e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento il 8 Ottobre 2025 da Simona