Quanto un’altalena predisposta per poterci salire con una carrozzina può considerarsi sicura? Esistono norme europee che i produttori di strutture gioco devono rispettare affinché i giochi possano essere dichiarati adatti ai parchi pubblici privi di sorveglianza, ma purtroppo le altalene per carrozzine non rispettano del tutto i requisiti stabiliti da queste norme, e questo le rende molto pericolose per i luoghi pubblici non sorvegliati. Il blog “Parchi per tutti” affronta questo importantissimo argomento.
Quanto un’altalena dotata di una pedana oscillante sulla quale è possibile salire con una carrozzina manuale o elettrica o passeggino posturale può considerarsi sicura? Se lo sono chieste Claudia Protti e Raffaella Bedetti, le due mamme autrici di “Parchi per tutti”, un blog molto curato che si prefigge di sensibilizzare i cittadini sul diritto al gioco dei bambini con disabilità e di far conoscere i “parchi giochi inclusivi”.
Le due mamme fanno riferimento alla norme europee (UNI EN 1176 e UNI EN 1177) che stabiliscono i requisiti tecnici perché questi giochi possano considerarsi accessibili, sicuri ed adatti ad essere installati in parchi pubblici privi di sorveglianza. Riguardo alle altalene, spiegano, a titolo esemplificativo, che «bisogna tener conto delle sedute, (che dovrebbero avere bordi arrotondati ed essere in grado di assorbire gli urti), dei meccanismi di sospensione che non devono essere accessibili ai bambini in posizione eretta, degli elementi di sospensione: funi o catene, (con maglie dell’apertura interna non superiore a 8 mm.), distanza minima tra seggiolino e suolo, (tra i 350 e 400 mm), e molto altro ancora». Insomma requisiti molto precisi ben conosciuti dai produttori, dagli enti certificatori e dagli altri addetti ai lavori, requisiti che dovrebbero essere soddisfatti. Secondo Protti e Bedettile altalene per carrozzine non rispettano del tutto i requisiti stabiliti da queste norme, e questo le rende molto pericolose per i luoghi pubblici non sorvegliati.
Per esemplificare questa pericolosità argomentano: «immaginate un bambino che la utilizza mantenendosi in piedi sulla pedana e accidentalmente viene sbalzato fuori, (spinto da un altro bambino o perché la pedana oscilla troppo velocemente), e poi colpito dalla pedana stessa che è in metallo. O un bambino molto piccolo che correndo distratto davanti all’altalena in corsa viene colpito dal cestello… Pensate possa farsi male quanto un bambino colpito da un seggiolino in gomma?»
A dispetto di queste considerazioni, negli ultimi tre o quattro anni, nelle città italiane pare siano state installate 279 altalene per carrozzine (dato aggiornato al 20 giugno 2017). Ma questa non è l’unica nota critica. Il fatto è che questo tipo di giochi possono essere utilizzati solo da bambini con disabilità motoria che usano la carrozzina, e non dagli altri bambini con disabilità che non usano questo ausilio, né da quelli non disabili, la qual cosa non facilita l’interazione tra bambini e, dunque, fa sì che tali giochi non siano per niente inclusivi. Ma allora come mai queste altalene stanno avendo così tanta fortuna? L’dea è quella di «spendere poco e far bella figura»: un’area giochi realmente inclusiva ha un costo piuttosto elevato (dai settanta ai duecentomila mila euro), spiegano le mamme, a ciò si aggiunga che molti non hanno idea di cosa sia un parco inclusivo, e pensano di cavarsela installando un gioco utilizzabile solo da alcuni bambini disabili, senza peraltro chiedersi se gli stessi bambini che si spostano in carrozzina preferiscano giocare con l’altalena, o magari veder sistemati tutti i vialetti con criteri di accessibilità così che possano incontrare gli altri bambini e giocare con loro. A livello personale pensiamo che probabilmente la questione assumerebbe una fisonomia diversa se i giochi fruibili da bambini con diverse disabilità fossero più di uno e fossero situati in prossimità dei giochi utilizzati da tutti i bambini, ma anche questa ipotesi non ci esimerebbe dal dover fare una riflessione sull’accessibilità complessiva del parco, dei suoi servizi e dei collegamenti con l’ambiente urbano. E, in ogni caso, rimarrebbero in piedi tutte le osservazioni espresse in merito alla sicurezza.
Il post si chiude con una riflessione e una domanda: «esistono moltissimi tipi di altalene con sedute di ogni tipo: seggiolini a tavoletta, sedili a gabbia per bimbi piccoli, sedili con schienale e/o cinture di sicurezza, ampie ceste in cui stare seduti o sdraiati. Non tutti i bambini però possono essere sollevati dalla carrozzina e posizionati su un sedile di altalena, (spesso il problema principale è il peso del bambino che impedisce ad un adulto di sollevarlo senza l’aiuto di altre persone e posizionarlo in maniera corretta sull’altalena). Probabilmente per questo motivo è nata l’altalena sulla quale è possibile salire con la carrozzina. La domanda è: dobbiamo sacrificare la sicurezza di tutti i bambini per qualche minuto di divertimento in altalena?»
Ed è un quesito al quale dovremmo cercare di rispondere al più presto. (S.L.)
Per approfondire:
Il blog “Parchi per tutti”
Claudia Protti e Raffaella Bedetti, Quanto è sicura l’altalena per utenti in carrozzina?, «Parchi per tutti», 12 aprile 2017
Silvia Manzani, Parchi inclusivi, il designer: “Aggiungere due altalene per disabili non serve a nulla”, «Emilia Romagna Mamma», 27 febbraio 2017
Claudia Protti, L’altalena della discordia, «Parchi per tutti», 28 luglio 2014
Simona Lancioni, L’altalena, il gioco e la candela, «Informare un’h», 6 giugno 2017
Ultimo aggiornamento: 22 giugno 2017