Il 15 febbraio, a Pontedera, in via XX Settembre 30, è stata inaugurata “La Botteguccia”, un bistrot/pizzeria/caffè, un piccolo locale, che conta una quarantina di posti a sedere, nel quale lavorano due cuoche, una cameriera e quattro ragazzi con disabilità. Un progetto inclusivo che punta sulla qualità della cucina e sul buon rapporto qualità prezzo.
Nel 2015 fece parlare di sé perché, per un imprenditore di successo, lasciare l’azienda per dedicarsi alla realizzazione di una casa famiglia per persone con disabilità appare come una scelta coraggiosa e singolare. Ma per Marco Casalini, di Pontedera, probabilmente si è semplicemente trattato di prendere atto che quello del “dopo di noi”, specie per chi è genitore di figli con disabilità, è un tema prioritario. Ora i giornali locali tornano a parlare di lui perché il 15 febbraio, a Pontedera, in via XX Settembre 30, è stata inaugurata “La Botteguccia”, un bistrot/pizzeria/caffè, un piccolo locale, che conta una quarantina di posti a sedere, nel quale lavorano due cuoche, una cameriera e quattro ragazzi con disabilità. Un progetto inclusivo che punta sulla qualità della cucina e sul buon rapporto qualità prezzo. «Perché l’importante è che l’attività abbia una rendita. Si tratta di un progetto sociale, è vero – ha dichiarato Casalini al quotidiano «Il Tirreno» – ma deve comunque reggersi in piedi da solo, anche per la soddisfazione dei ragazzi. Il menù dei pranzi sarà al di sotto dei dieci euro, mentre il tipo di offerta cambierà per cena, ma sempre in un’ottica di prezzi accessibili a tutti». Il locale, infatti, è aperto dal lunedì al sabato, sia a pranzo che a cena.
Finanziata dalla Fondazione “Il gabbiano blu”, della quale lo stesso Casalini è presidente, “La Botteguccia” è stata realizzata con il coinvolgimento della “Valdera Prospettive”, un coordinamento che raggruppa diverse associazioni della zona operanti nel settore della disabilità. Il ristorante è gestito dalla cooperativa “Il giardino dei semplici”, e le persone con disabilità che vi lavorano (in sala ed in cucina) sono retribuiti grazie a fondi stanziati dall’Unione Europea. E mentre questa iniziativa prende il via, un’altra è già in cantiere. Si tratta di un ostello, che si chiamerà “Il girasole”, nascerà in via Montevisi al Romito, ed avrà una ventina di posti letto, una serra ed un ristorante. L’edificio è già stato comprato, ed il progetto è già stato presentato. Qualcosa ci dice che i giornali torneranno a parlare di lui e della sua passione per i progetti inclusivi. Ben vengano notizie così. (Simona Lancioni)
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Ultimo aggiornamento: 19 febbraio 2018