È stata depositata al Consiglio Regionale del Piemonte una Proposta di Legge Regionale voluta per promuovere e valorizzare le figure del tutore volontario di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontario, iniziativa che ha recepito le istanze delle organizzazioni torinesi Associazione Tutori Volontari, UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) e di quelle aderenti al CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base).*

È stata depositata ufficialmente al Consiglio Regionale del Piemonte (primo firmatario il Consigliere Silvio Magliano), la Proposta di Legge Regionale numero 75, recante Disposizioni per la promozione dell’esercizio, a titolo volontario, degli istituti giuridici di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno (il testo della stessa è disponibile a questo link), voluta per promuovere e valorizzare «le figure del tutore volontario di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontario».
«Il testo – spiegano dalle organizzazioni torinesi Associazione Tutori Volontari, UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) e CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base) – prevede di istituire un sistema coordinato per la promozione e la valorizzazione di volontari tutori e amministratori di sostegno, con l’obiettivo di assicurare un supporto adeguato alle persone non autosufficienti, incapaci in tutto o in parte di tutelarsi, garantendo loro protezione, tutela dei diritti e della dignità, attraverso una gestione attenta e su misura dei loro bisogni personali.
In concreto, secondo la citata Proposta di Legge, i cittadini piemontesi che vorranno volontariamente assumere il compito di tutori o amministratori di sostegno di persone malate o con grave disabilità che abbiano perso la capacità di rappresentarsi, saranno riconosciuti ufficialmente, supportati dalle istituzioni con corsi di formazione e aggiornamento e una rete di coordinamento e consulenza garantita dagli Uffici Provinciali di Pubblica Tutela. La Regione si impegnerebbe anche a realizzare campagne informative per dare evidenza della possibilità di svolgere questo delicato, ma prezioso compito. Le nostre organizzazioni, infine, e anche le altre aderenti al CSA, garantirebbero a propria volta – se la norma fosse effettivamente approvata – una “sponda” di promozione e valorizzazione del nuovo istituto, vigilando sul buon funzionamento del sistema».
Si legge nella relazione di accompagnamento alla Proposta di Legge: «La promozione delle figure di tutore e amministratore di sostegno volontario rappresenta una risposta alla necessità di un approccio più umano e vicino alla persona, evitando conflitti di interesse e promuovendo un’assistenza centrata realmente sul beneficiario».
Il testo, va detto, ha recepito numerose istanze delle citate Associazioni di tutela, con i rispettivi presidenti, Vincenzo Bozza (UTIM) e Antonella Figus (Associazione Tutori Volontari), insieme al segretario della stessa Associazione Tutori Volontari Giuseppe D’Angelo, che esprimono «apprezzamento per una Proposta che prevede la messa in opera di un istituto di tutela che evita i conflitti di interesse delle tutele assegnate a Comuni e ASL (enti che sono titolari delle cure e degli interventi assistenziali degli stessi beneficiari di cui dovrebbero fare gli interessi) e del fenomeno delle molte tutele o amministrazioni di sostegno (anche 20 insieme) affidate a professionisti a pagamento, in genere avvocati, che non riescono a garantire attenzione agli aspetti relazionali e di qualità della vita, limitandosi molto spesso ad una fredda gestione economica, a spese del beneficiario stesso. In questo senso, è apprezzabile che la proposta limiti l’attività dei volontari a non più di due incarichi di tutela e/o amministrazione di sostegno contemporaneamente».
E del resto, tra le istanze “storiche” delle Associazioni aderenti al CSA di Torino vi è proprio quella di non ridurre la tutela o l’amministrazione di sostegno ad un rendiconto economico annuale, dedicando invece una maggiore attenzione, da parte dei tutori/amministratori di sostegno e da parte degli stessi giudici tutelari, agli aspetti relazionali e di riconoscimento dei diritti delle persone con grave disabilità e dei malati non autosufficienti. «Un obiettivo – sottolineano Bozza, Figus e D’Angelo – che l’approvazione della Legge potrebbe aiutare a raggiungere, investendo di responsabilità in questa direzione non solo i volontari che si candideranno, ma anche, come enti di promozione del nuovo istituto, le Associazioni che operano proprio per la promozione e la difesa dei diritti di coloro che non sono in grado di farlo da sé».
«Rimane comunque fermo – proseguono i rappresentanti delle organizzazioni del CSA – il caposaldo della priorità della nomina dei familiari al ruolo di tutore o amministratore di sostegno dei beneficiari, così come stabilita dal Codice Civile ed è per questo che la norma proposta si rivolge prioritariamente a quei casi di persone sole e senza rete familiare, per i quali una figura esterna indipendente è garanzia di vera tutela».
I compiti che si assumerebbero i volontari sono ben delineati all’articolo 4 della proposta: «1. I tutori volontari di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari affiancano, supportano o rappresentano la persona beneficiaria del provvedimento di tutela o di amministrazione di sostegno secondo le disposizioni del proprio incarico e nei limiti fissati dal giudice tutelare, garantendone la cura degli interessi personali e patrimoniali. 2. In tale ambito non si sostituiscono ai compiti e alle responsabilità in carico alle istituzioni, in particolare per quanto concerne l’erogazione di prestazioni, alle ASL, agli enti locali e ad altri servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali».
Il provvedimento prevede anche un iniziale stanziamento di risorse per «a) erogare ai tutori di persone interdette e agli amministratori di sostegno volontari di persone prive di patrimonio e di adeguati mezzi, un rimborso per le spese sostenute», salvo che siano parenti entro il quarto grado del beneficiario; «b) finanziare la stipula di polizze assicurative per la responsabilità civile connessa all’incarico ricoperto dai tutori e amministratori di sostegno volontari; c) prevedere specifiche agevolazioni sotto forma di benefit per i tutori di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari, inclusi sconti o agevolazioni su servizi pubblici, trasporti, attività culturali, sportive e ricreative».
Infine, il testo della Proposta di Legge prevede che «la Regione riconosce altresì incentivi a favore delle organizzazioni di volontariato che promuovono la figura del tutore di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontari, mediante contributi economici, facilitazioni nell’accesso a spazi pubblici e servizi, e altre forme di sostegno, per la realizzazione di attività di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento delle persone che intendono svolgere la funzione di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno».
La “palla” passa dunque alla IV Commissione del Consiglio Regionale Piemontese (Sanità e Politiche Sociali), per avviare l’iter di discussione. L’Associazione Tutori Volontari, l’UTIM e tutto il CSA monitoreranno il percorso, contattando tutti i Consiglieri Regionali componenti della citata Commissione, nonché alla Giunta Regionale, auspicando segnatamente un’approvazione in tempi rapidi del testo. (Stefano Borgato)
Per ulteriori informazioni: info@tutori.it.
* Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento il 27 Marzo 2025 da Simona