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Livorno, i locali di un ex asilo diventano appartamenti per persone con disabilità

L’edificio che ha ospitato l’ex asilo Chayes, una palazzina ottocentesca nel centro di Livorno, verrà ristrutturato dall’Amministrazione comunale e destinato a percorsi di autonomia abitativa per persone con disabilità. Il progetto, che sarà finanziato attraverso i fondi del PNRR, prevede che vengano realizzati diversi appartamenti che potranno ospitare sino a dodici persone con disabilità supportate da operatori e operatrici. Situato in una posizione centrale, l’edificio ben si presta a favorire l’inclusione delle persone che vi andranno ad abitare.

La facciata della palazzina ottocentesca che ha ospitato l’ex asilo Chayes, in via Cambini, a Livorno, e ora verrà destinata a percorsi di autonomia abitativa per persone con disabilità.

L’Amministrazione Comunale di Livorno ha reso noto un progetto che prevede la ristrutturazione dell’edificio che ha ospitato l’ex asilo intitolato a Vittorio Chayes, in via Cambini, al fine di destinarlo a percorsi di autonomia abitativa per persone con disabilità. Il progetto ha una copertura economica di 715mila euro, che il Comune ha ottenuto nell’àmbito dell’Investimento 1.2 (Percorsi di autonomia per persone con disabilità) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In specifico è previsto che 300mila euro siano utilizzati per la riqualificazione dell’immobile, mentre la parte restante, 415mila euro, venga destinata al settore Sociale per la gestione dei servizi a supporto degli/delle ospiti.

L’edificio in questione consiste in una palazzina di due piani a pianta quadrata, con giardino retrostante, che risale alla seconda metà dell’Ottocento. Essendo diventato di proprietà comunale, negli ultimi decenni, fino al 2016, ha ospitato una scuola materna comunale. L’edificio è stato poi occupato abusivamente fino al 2023, quando l’Amministrazione comunale è riuscita a liberarlo.

Il progetto prevede che siano realizzati più appartamenti che potranno ospitare sino a dodici persone con disabilità. Le quali realizzeranno i rispettivi progetti individuali personalizzati con il supporto di operatori e operatrici. Nel comunicato del Comune, a tal proposito, si parla di «progetto di vita indipendente che sarà elaborato dai Servizi Sociali integrati in collaborazione con il Terzo Settore», ma probabilmente si tratta di una svista, giacché, stando alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009), sono le stesse persone con disabilità che elaborano i propri progetti di vita, mentre agli altri soggetti (pubblici e privati) spetta il compito di supportarle nella realizzazione degli stessi.

Ciascun appartamento sarà composto da due camere doppie, con un bagno comune e un’area living condivisa dotata di cucina e altri spazi comuni aperti sul giardino. Il vano scala, che attualmente ospita un montavivande, verrà utilizzato per installare un ascensore.  Saranno rifatti tutti gli impianti e saranno adottate soluzioni di domotica idonee ad assicurare il giusto comfort agli inquilini/e che vi andranno ad abitare, nel rispetto della normativa nazionale e regionale in materia.

Per la sua posizione nel contesto del centro urbano, e le caratteristiche dimensionali, la palazzina ben si presta all’«importante percorso di inclusione sociale nella realtà cittadina, in un contesto innovativo – spiegano dal Comune –.  L’abitare in autonomia non si esaurisce infatti nell’individuazione di una casa, ma deve tendere a facilitare la creazione di un contesto abitativo e sociale all’interno del quale sia possibile non solo accedere ad un alloggio adeguato, ma anche a relazioni umane importanti e ai servizi che offre il territorio». (Simona Lancioni)

 

Ultimo aggiornamento il 17 Maggio 2024 da Simona