Chi si occupa di disabilità sa benissimo che uno dei comportamenti più odiosi con i quali le persone disabili devono fare i conti riguarda l’occupazione indebita dei parcheggi riservati a chi, appunto, ha una disabilità. Capita che le persone colte in fallo si scusino, ma capita anche che assumano atteggiamenti arrogati, o, peggio, che pongano in essere atti intimidatori. Rientra in quest’ultima casistica un grave fatto accaduto a Simonetta Cormaci, donna cieca e attivista per i diritti delle persone con disabilità, residente a Catania.
Chi si occupa di disabilità sa benissimo che uno dei comportamenti più odiosi con i quali le persone disabili devono fare i conti riguarda l’occupazione indebita dei parcheggi riservati a chi, appunto, ha una disabilità. Le persone con disabilità, infatti, incontrano spesso molti ostacoli nella loro mobilità, ed i parcheggi riservati hanno la funzione di colmare, almeno in parte, questo svantaggio. È necessario ribadire questo concetto perché ci sono ancora troppe persone che pensano che i parcheggi in questione siano invece un privilegio, o comunque che il danno conseguente alla loro occupazione arbitraria sia qualcosa di poco conto, specie se vi sostano solo per “cinque minuti”, il tempo di comprare il pane al forno o bere un caffè al bar. Fatto sta che di cinque minuti in cinque minuti le persone con disabilità si ritrovano assoggettate ai comodi altrui, e quella che dovrebbe essere una pacifica agevolazione da fruire tranquillamente, diventa fonte di stress costante, quando non di aperto conflitto e di ulteriori espressioni di inciviltà.
Capita così che a Catania, Simonetta Cormaci, donna cieca, attivista per i diritti delle persone con disabilità, sia divenuta vittima di un grave atto intimidatorio di cui racconta lei stessa sulla pagina facebook personale. Scrive infatti Cormaci: «Vi racconto cosa succede a Catania anche in mezzo a una pandemia, in una città dove, evidentemente, ad alcuni dà molto fastidio che esistano spazi di parcheggio riservati alle persone con disabilità. Potrei raccontare mille episodi in cui ho dovuto chiedere l’intervento dei vigili urbani per far rimuovere qualche auto che occupava il mio posto, per non dire delle numerose volte in cui ho dovuto litigare con persone incivili e arroganti che non si spostavano neanche di fronte alle mie rivendicazioni di titolarità del posto. Stavolta, però, si è superato il limite. Qualche giorno fa un’amica mi ha informato che la segnaletica verticale, riportante il numero di autorizzazione dello stallo, era sparita essendo stato segato e asportato il palo!!
Sì, avete capito bene: qualcuno si è preso la briga di segare il palo che reggeva la segnaletica con il numero di autorizzazione in virtù del quale dispongo di un parcheggio riservato personalizzato vicino al mio domicilio. Tutto questo è accaduto, almeno in apparenza, senza nessun problema, nonostante il rumore che l’operazione dovrebbe aver provocato, e nonostante il parcheggio sia situato in un punto tale che risulta davvero difficile pensare che nessuno abbia visto quanto stava accadendo.» Il fatto è avvenuto al centro di Catania.
Cormaci cerca di darsi una spiegazione: «Chissà, forse ho dato troppo “fastidio” a qualcuno. Infatti solo il giorno prima del fatto ho dovuto chiedere l’intervento dei vigili urbani per ben due volte nell’arco di due ore, perché, dovendo usare il parcheggio, chi mi assiste lo ha trovato occupato. Siamo all’intimidazione, mi sembra chiaro. Un gesto incivile, violento, vigliacco. Verso un tale atto, oltre a una denuncia verso ignoti, non ho alcuna difesa. Mi resta la frustrazione e la rabbia per questo danno e disagio che si aggiunge alla difficoltà di un quotidiano sempre impegnativo per chi è disabile, ma non vuole rinunciare a una vita indipendente. Vergogna, vergognissima a chiunque abbia compiuto questo gesto ignobile. Cos’altro posso aggiungere? Volete il mio posto? Prendetevi anche la mia disabilità!»
Come centro Informare un’h non possiamo che esprimere solidarietà a Cormaci, ed invitare chi dovesse aver visto qualcosa a farsi avanti perché questi intollerabili soprusi possano essere opportunamente sanzionati. (Simona Lancioni)
Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2020 da Simona