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Dati Istat 2023: aumentano le Case rifugio che adottano criteri di esclusione delle ospiti

È stato recentemente pubblicato il rapporto di ricerca dell’Istat denominato “Le Case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza – Anno 2023”. In esso mancano i dati disaggregati per la disabilità della vittima. È cresciuto, sia in valore assoluto che in valore percentuale, il numero delle Case rifugio che si è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie. Manca completamente l’approccio intersezionale riferito alla disabilità. La discriminazione sistemica risulta perfettamente mimetizzata, mentre nei fatti le donne con disabilità continuano ad essere ignorate e discriminate.

Scatto in bianco e nero che ritrae una giovane donna (foto di Katia Chausheva).

Il 13 aprile 2025 l’Istat ha pubblicato il rapporto di ricerca denominato Le Case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza – Anno 2023 (il testo del rapporto è pubblicato a questo link, mentre le tavole con i dati sono reperibili a quest’altro link).

Piccola premessa

Come Centro Informare un’h abbiamo già avuto modo di esaminare i rapporti prodotti dall’Istat sullo stesso tema nei due anni precedenti per verificare se e come le donne con disabilità fossero state considerate nei testi in questione. In specifico abbiamo esaminato il rapporto con i dati del 2021 (si veda l’analisi: Il rapporto Istat sul Sistema di protezione per le donne vittime di violenza e la disabilità, del 30 agosto 2023), e quello con i dati del 2022 (si veda l’analisi: Violenza sulle donne: ancora un rapporto Istat che ignora le donne con disabilità, del 12 giugno 2024). Dall’esame dei precedenti rapporti era emerso che la quasi totalità delle Case rifugio – il 94,1% nel 2021 e il 92,2% nel 2022 – si era dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti con situazioni di particolare vulnerabilità (tra cui donne con disabilità psichiatrica). Ciò nonostante la stessa esistenza di tali criteri di esclusione fosse in contrasto con i princìpi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dall’articolo 4 della Convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), che è stata ratificata dall’Italia con la Legge 77/2013, e che costituisce il riferimento normativo più elevato in tema di contrasto alla violenza di genere. Per sensibilizzare sul tema, nell’ottobre 2023, assieme ad un gruppo di attiviste, lanciammo la campagna informativa Non c’è posto per te!, a cui hanno aderito 62 Enti (tra patrocinanti e sottoscrittori) e oltre 200 persone.

Fatta questa premessa, vediamo ora ad illustrare quale attenzione è stata rivolta alle donne con disabilità in quest’ultimo rapporto dell’Istat.

Qualche dato contenuto nel rapporto

Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.
Le donne vittime di violenza sono 3.574, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.
Sono 4.157 i minori ospiti delle strutture: 2.875 sono i figli delle donne vittime di violenza accolte in Casa rifugio, che potrebbero avere assistito o subito a loro volta la violenza, mentre 1.282 sono i minori vittime di violenza ospiti in strutture non specializzate.
Come accennato, i figli ospitati sono stati 2.875 (erano 2.670 nel 2022). «Solo 10 Case (il 2,7%) non accolgono i figli della donna, 117 li accolgono senza restrizioni, mentre 248 Case offrono ospitalità con limitazioni, spesso relative all’età dei figli» (pag. 4).
Nel 2023 è aumentata del 3,1% rispetto al 2022 l’offerta delle Case rifugio (sono 464), che risultano raddoppiate rispetto al 2017, primo anno della rilevazione Istat.
Il tasso di copertura delle Case rifugio è tuttavia ancora basso (0,15 ogni 10mila donne in Italia) con differenze territoriali importanti (si va dallo 0,21 del Nord-ovest allo 0,09 al Centro e al Sud).
Sono aumentate anche le donne ospiti delle Case rifugio, da circa 1.800 nel 2017 a oltre tremila nel 2023.
Il 97,6% delle Case rifugio riceve fondi pubblici, il 2,4% invece attinge solo a fondi privati.

I riferimenti alla disabilità contenuti nel testo rapporto

Non ci sono riferimenti alla disabilità nella parte del rapporto dedicata ad illustrare le caratteristiche delle Case rifugio. Mentre ve ne sono diversi, sia diretti che indiretti, alle donne straniere. Qualche esempio: «Rispetto al 2022 è aumentato soprattutto il numero di Case che offrono servizi particolarmente utili per le donne straniere, quali la mediazione linguistico-culturale (87,5%; era 76,5% nel 2022) e i corsi di italiano (80,0%; era 71,9% nel 2022)» (pag. 4); «In circa la metà delle strutture ci sono avvocate (52,5%) e assistenti sociali (40,5%). Le figure meno frequenti sono le mediatrici culturali (32,0%) e le addette alla comunicazione (29,6%)» (pag. 5); «Le straniere rappresentano il 58,4% del totale delle donne vittime di violenza ospitate (304 donne) e sono maggiormente presenti (più di 1 su 3) nel Centro e nel Nord-ovest» (pag. 7).

Qualche riferimento alla disabilità si trova invece nella parte dedicata alle strutture residenziali non specializzate, ma è solo di carattere descrittivo, non sono forniti dati disaggregati. Dopo aver specificato che le ospiti di strutture residenziali non specializzate dedicate alla violenza di genere sono 172, sono indicate le diverse variabili utilizzate per descrivere le strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie. Una di queste variabili è «il target di utenza prevalente – che indica la mission principale della struttura (minori, persone con disabilità, persone con dipendenze patologiche, anziani autosufficienti, anziani non autosufficienti, immigrati/stranieri, adulti con disagio sociale, persone affette da patologie psichiatriche, vittime di violenza di genere, multiutenza)» (pag. 8). Con questa formulazione non è possibile sapere se tra le 172 donne ospiti di dette strutture ve ne sia qualcuna con disabilità, né, eventualmente, quante sono e che tipo di disabilità hanno.

Qualche riferimento alla disabilità si trova anche nel Glossario, ma anche in questo caso la funzione è solo descrittiva. Facciamo un esempio per chiarire. È scritto, tra le altre cose, che alcune tipologie di strutture svolgono anche una funzione di «Supporto all’autonomia», che consiste nell’«accoglienza in alloggi privi di barriere architettoniche e attrezzati con tecnologie e servizi per offrire una permanenza sicura e funzionale finalizzata al mantenimento dell’autonomia dell’utente; ad esempio: alloggi protetti con servizi per anziani o persone con disabilità con una buona condizione di autosufficienza» (pagina 11). Questo riferimento è utile a individuare l’articolazione teorica della materia, ma non fornisce elementi empirici.

I riferimenti alla disabilità contenuti nelle tavole

Sono solo 3 su 43 le tavole che contengono dati inerenti alla disabilità: le Tavole 16, 17 e 21. Tuttavia ci soffermeremo anche sulla Tavola 18, perché anch’essa, come le Tavole 16 e 17, riguarda alcuni criteri di esclusione dall’accoglienza, e dunque propone dati che evidenziano una prassi escludente in contrasto con il principio di non discriminazione posto alla base della Convenzione di Istanbul.

Le Tavole 16 e 17 forniscono le distribuzioni dei valori assoluti e di quelli percentuali delle Case rifugio per presenza di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti (per tipo di criterio, per regione e macroaree) relativi all’anno 2023. In questo spazio proponiamo una versione semplificata delle Tavole (sono omessi i dettagli regionali e delle macroaree), e una comparazione con i valori degli anni 2021 e 2022.

Case rifugio per presenza di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti.
Anni 2021-2022-2023. Valori assoluti e valori percentuali (fonte: Istat)

  Valori assoluti 2021 Valori percentuali 2021 Valori assoluti 2022 Valori percentuali 2022 Valori assoluti 2023 Valori percentuali 2023
Case rifugio che hanno criteri di esclusione 317 94,1% 345 92,2% 354

 

94,4%
Distribuzione per tipo di criterio di esclusione
Disagio psichiatrico 272 80,7% 297 79,4% 316 84,3%
Abuso di sostanze e dipendenze 276 81,9% 297 79,4% 321 85,6%
Tratta e prostituzione 125 37,1% 123 32,9% 120 32%
Essere senza fissa dimora 240 71,2% 80 21,4% 67 17,9%
Essere agli ultimi mesi di gravidanza 67 19,9% 79 21,1% 69 18,4%
Limite status giuridico 70 20,8% 71 19,0% 61 16,3%
Altri criteri di esclusione 34 10,1% 43 11,5% 40 10,7%

Elaborazione di Simona Lancioni. Fonte: Istat Sistema di protezione per le donne vittime di violenza. Anni 2021 e 2022; Istat, Le Case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza – Anno 2022; Istat, Le Case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza – Anno 2023

 

Come possiamo notare, rispetto al 2022, vi è stato un incremento da 345 a 354 delle Case rifugio che ha adottato Criteri di esclusione delle ospiti: 9 unità in più in termini assoluti, pari al 2,2% in termini percentuali. Il numero delle Case rifugio che escludono donne con disagio psichiatrico è di 316 unità in valori assoluti e del 84,3% in valori percentuali. Solo le donne che fanno abuso di sostanze o hanno dipendenze d’altro tipo hanno valori maggiori (321 in valori assoluti, 85,6% in valori percentuali). Dunque, anche in relazione alle donne con disagio psichiatrico, rispetto al 2022, vi è stato un incremento di 19 Case rifugio che hanno adottato criteri escludenti, pari al 6,2% in valori percentuali. Tutte le donne escluse dalle Case rifugio presentano situazioni di particolare vulnerabilità.

Nella Tavola 18 sono contenute le distribuzioni dei valori assoluti delle Case rifugio per presenza di criteri di esclusione dall’accoglienza dei figli delle ospiti (per tipo di criterio, per regione e macroaree) relativi all’anno 2023. Non sono invece forniti i valori percentuali. In termini assoluti le Case rifugio che hanno adottato questo tipo di criteri di esclusione sono 248, nel 2021 erano 207, nel 2022 erano 235. Dunque, rispetto all’anno 2022, vi è stato un incremento di 13 unità. In questo caso i criteri di esclusione possono riguardare sia il genere, ossia se i figli sono maschi o femmine, sia le loro età. In realtà, entrando nel dettaglio, la Tavola presenta un’ambiguità perché essa, a differenza di quanto espresso nel valore complessivo, non indica il numero delle Case rifugio che escludono, ad esempio, i figli maschi fino ai 12/14 anni, oppure sino ai 18 anni, indica invece il numero delle Case rifugio che li accettano. Riportiamo solo i dati più elevati: 169 Case rifugio accolgono figli maschi fino ai 12/14 anni, mentre 75 fino ai 18 anni; 201 Case rifugio accolgono figlie femmine senza limiti di età, sono invece 41 quelle che le accettano fino ai 18 anni.

Veniamo ora alla Tavola 21, che contiene i dati delle Case rifugio che hanno adottato misure per il superamento delle barriere architettoniche: esse sono 51,2% del totale (pari a 192 in valori assoluti). Valori quasi sovrapponibili a quelli del 2022 (51,1% del totale, 191 in valori assoluti). Anche quest’anno dobbiamo dunque ripetere quanto detto negli scorsi anni: nelle tavole non è indicato quali sono gli interventi concretamente realizzati, né è segnalato se nelle strutture sono presenti altre barriere oltre a quelle eliminate, cosa che impedisce di conoscere l’effettiva accessibilità delle Case rifugio stesse.

Considerazioni conclusive

Come nei due rapporti precedenti (quelli del 2021 e 2022), anche in questo rapporto dell’Istat le donne con disabilità sono state quasi completamente ignorate, e gli unici riferimenti empirici, peraltro relativi alle sole donne con disagio psichiatrico, si trovano nelle due Tavole sui criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti. Dobbiamo poi ancora una volta segnalare che nel testo del rapporto di ricerca questa pratica discriminatoria non è in alcun modo evidenziata, in esso troviamo un accenno ai soli dati sull’esclusione dei figli e delle figlie delle ospiti, oltretutto senza che questa esclusione venga connotata come discriminatoria. Quanto ai dati sull’adozione, da parte delle Case rifugio, di misure per il superamento delle barriere architettoniche, dobbiamo annotare che essi non sono di alcuna utilità sul piano operativo. Servirebbe conoscere il grado di accessibilità degli ambienti (accessibilità fisica), l’accessibilità delle comunicazioni e la presenza di personale preparato ad accogliere donne con diverse disabilità (accessibilità immateriale), ma queste informazioni non sono presenti né in questo né negli altri due rapporti dell’Istat considerati. Mancano i dati disaggregati per la disabilità della vittima. Manca completamente l’approccio intersezionale riferito alla disabilità (i pochi dati disaggregati che ci sono riguardano le donne straniere).

Infine, nonostante la citata campagna di sensibilizzazione per l’eliminazione dei criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie Non c’è posto per te!, il numero delle Case rifugio che li utilizzano è cresciuto sia in temini assoluti che percentuali. Che in concreto vuole dire che i soldi pubblici percepiti dal 97,6% di esse continuano ad essere usati per discriminare donne con situazioni di particolare vulnerabilità, senza che questo susciti, almeno in apparenza, un qualche tipo di turbamento in chi esclude, in chi finanzia l’esclusione ed in chi raccoglie e pubblica i relativi dati. La discriminazione sistemica risulta perfettamente mimetizzata, mentre nei fatti le donne con disabilità continuano ad essere ignorate e discriminate.

Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)

 

Nota: i grassetti nelle citazioni testuali sono un intervento dell’autrice.

 

Vedi anche:

Sezione dedicata la tema della “violenza sulle donne” ospitata nel sito dell’Istat.

Violenza sulle donne: ancora un rapporto Istat che ignora le donne con disabilità, «Informare un’h», 12 giugno 2024.
Non c’è posto per te! – Campagna di sensibilizzazione in tema di violenza di genere, «Informare un’h», 22 ottobre 2023.
Il rapporto Istat sul Sistema di protezione per le donne vittime di violenza e la disabilità, «Informare un’h», 30 agosto 2023.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 6 Giugno 2025 da Simona