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È necessario completare la teologia della Crocefissione con quella della Resurrezione

di Salvatore Nocera*

Le elaborazioni teologiche sul rapporto tra la Chiesa cattolica e le persone con disabilità espresse dal professor Justin Glyn, pur segnando un notevole passo avanti nella teologia della liberazione delle persone con disabilità, risultano ancora incomplete. Lo afferma Salvatore Nocera, “cattolico praticante” (come egli stesso si definisce), intervenendo nel dibattito scaturito dalle riflessioni di Glyn. Per avere un quadro d’insieme, osserva Nocera, è necessario «completare la teologia della “Crocifissione” con quella della “Resurrezione”».

“Improvvisazione 26”, opera pittorica astratta realizzata, nel 1912, dall’artista russo Vasilij Kandinsky (Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco).

Mi sembra che lo scritto del professor Justin Glyn [si riferisce al saggio “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica) pubblicato nel giugno del 2019, che è stato tradotto in italiano e inserito nel volume collettivo a cura di Giovanni Merlo e di Alberto Fontana, dal titolo A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità (La Vita Felice, 2022). Se ne legga una presentazione a questo link, N.d.R.], pur segnando un notevole passo avanti nella teologia della liberazione delle persone con disabilità, sia ancora incompleto. Infatti l’Autore, rimanendo nell’affermazione biblica della creazione dell’uomo “ad immagine di Dio”, confuta, giustamente, la tradizionale immagine di un Dio perfetto ed onnipotente. Così, al racconto mitologico della creazione, in cui Dio afferma che anche l’opera della creazione degli esseri umani era “buona”, affianca l’identificazione delle persone con disabilità all’uomo-Dio che si è concretizzata in Gesù crocifisso.

Tuttavia fermarsi a questa visione è insufficiente, infatti questa identificazione delle persone con disabilità con il “Dio sofferente” è stata utilizzata, nelle epoche passate, per gratificare psicologicamente e religiosamente le persone con disabilità, cercando di trasformare la loro rassegnazione per il loro stato nella gratificazione per sentirsi “ad immagine di un Dio sofferente”. Dunque, in passato, questa è stata assai spesso un’educazione religiosa che, se ha creduto di risolvere teologicamente e psicologicamente il problema “di tutti gli esseri umani, anche sofferenti, [di pensarsi] ad immagine di Dio”, sia sotto il profilo psicologico che sotto quello teologico si è rivelata incompleta, ed ha talora determinato forme di accettazione consolatoria e passiva della disabilità. È incompleta sotto il profilo psicologico perché ha talora prodotto forme di rassegnazione fatalistica del proprio stato; è incompleta sotto il profilo teologico, perché la teologia cristiana non si ferma col mistero della Crocifissione ma, anzi, si conclude con la Resurrezione. Addirittura San Paolo dice “se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede” (Prima lettera ai Corinzi, 15).

Allora bisogna completare la teologia della “Crocifissione” con quella della “Resurrezione”. E qui la spinta propulsiva della teologia della liberazione ci aiuta moltissimo. Infatti i miracoli operati da Gesù sono modi di reinserimento di tali persone nel contesto sociale, essendo anche “segni” che Egli è il Messia, cioè Colui che è venuto a riscattare l’umanità dalle conseguenze del peccato originale ed a ristabilire nell’universo la finalità dell’ordine “buono” voluto da Dio creatore.

L’“annuncio del regno di Dio” già presente su questa terra, predicato da Gesù, è la nuova finalità data ai credenti in Gesù perché si sforzino di “rifare buone tutte le cose”. Questo nuovo cammino dell’umanità redenta include anche le persone con disabilità. Esse, infatti, lungi da rassegnarsi gratificate dal loro stato, debbono impegnarsi per inserirsi attivamente, secondo le loro possibilità e anche grazie alle tecnologie assistive, nelle rispettive comunità di vita, mentre le persone senza disabilità debbono impegnarsi per la loro inclusione. Pertanto la teologia della liberazione si orienta verso il “superamento delle barriere” che ostacolano questa inclusione, promuove la predisposizione dei “facilitatori” necessari alla realizzazione della piena eguaglianza di diritti tra le persone con disabilità e quelle senza disabilità, e richiede lo sforzo di contrastare le discriminazioni.

Io non sono un teologo, ma un semplice “cattolico praticante” (altri usano l’espressione “cattolici militanti”, ma poiché io che sono un pacifista, preferisco l’altra). Questo è almeno quello che io ho tratto dalla teologia della liberazione, e che ho rappresentato al Sinodo Mondiale dei Vescovi Cattolici sulla vocazione e la missione dei laici (svoltosi nel 1987).

Ovviamente si tratta di un abbozzo, che però, se sviluppato da esperti teologi, potrebbe completare la visione assai importante del professor Glyn.

 

* Avvocato molto impegnato nella rivendicazione dei diritti delle persone con disabilità e nell’associazionismo di settore, autorevole riferimento in particolare sui temi dell’inclusione scolastica degli/delle studenti con disabilità, nonché componente del Movimento Apostolico Ciechi. Segnaliamo anche che Nocera ha contribuito alla stesura del volume collettivo a cura di Giovanni Merlo e di Alberto Fontana, dal titolo A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità (La Vita Felice, 2022), con un testo dal titolo “Il valore salvifico della Resurrezione” (pag. 101-105).

 

Vedi anche:

Blog A sua immagine?

Maria Giulia Bernardini, È tempo di (ri)scoprire la teologia della liberazione disabile, «Informare un’h», 3 novembre 2024.

Simona Lancioni, Chiesa e disabilità, una riflessione politica, «Informare un’h», 23 ottobre 2024.

Giovanni Merlo, Disabilità ovvero il riconoscimento dell’appartenenza ad un’unica umanità, «Informare un’h», 8 ottobre 2024.

Simona Lancioni, La vera sfida è rinunciare al potere e al controllo sugli altri, «Informare un’h», 14 giugno 2022.

Simona Lancioni, Il superamento della dualità noi-loro: tra abili e disabili, e tra credenti e non, «Informare un’h», 22 maggio 2022.

“Figli di Dio con disabilità” e la ricerca di un nuovo paradigma teologico, «Informare un’h», 19 maggio 2022.

Verrà presentato a Milano un saggio che indaga il rapporto tra disabilità e fede, «Informare un’h», 13 maggio 2022.

 

Ultimo aggiornamento il 6 Novembre 2024 da Simona