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Amministrazione di sostegno: Diritti alla Follia commenta l’esito del processo di Lecce

dell’Associazione Diritti alla Follia

Da diversi anni impegnata nel denunciare gli abusi commessi nell’applicazione degli istituti di tutela giuridica, l’Associazione Diritti alla Follia ha supportato anche l’avvocata Gabriella Cassano e il suo compagno Fabio Degli Angeli nel processo d’Appello tenutosi a Lecce, dove, insieme ad altri due imputati, erano accusati di sequestro, circonvenzione, abbandono e sottrazione di Marta Garofalo Spagnolo, per averle dato ospitalità in occasione di una delle sue fughe da una delle “Case famiglia” nella quali è stata rinchiusa per oltre 11 anni, contro la propria volontà, dalla sua amministratrice di sostegno. L’Associazione commenta la Sentenza della Corte d’Appello che ha confermato le condanne del primo grado di giudizio.

“Sacco”, opera dell’artista informale Alberto Burri. L’opera, che è datata 1953, è stata realizzata utilizzando materiali poveri e tecnica mista su tela. Il “Sacco” consumato, lacerato e rattoppato ben si presta a evocare una ferita esistenziale (fonte: Fondazione Burri di Città di Castello, in provincia di Perugia).

L’Associazione Diritti alla Follia non è sorpresa dell’epilogo del processo di secondo grado presso la Corte di Appello di Lecce contro l’avvocata Gabriella Cassano, il suo compagno Fabio Degli Angeli, Cosimo Visconti e Cosimo Filieri. La conferma delle condanne inflitte in primo grado per i reati di sequestro di persona, circonvenzione di incapace, abbandono di incapace e sottrazione di persona incapace “ai danni” di Marta Garofalo Spagnolo, rappresenta un doloroso simbolo dell’odiosa ed illegale discriminazione operante nel nostro sistema giuridico nei confronti delle persone con disabilità psicosociale.

Una storia di sofferenza e privazione
Marta Garofalo Spagnolo, una giovane donna pugliese, sottoposta ad amministrazione di sostegno, è stata rinchiusa contro la sua volontà per oltre undici anni in diverse “Case Famiglia”, istituti che si sono rivelati luoghi di feroce detenzione e segregazione, rimasti tali nonostante le numerose fughe e le quotidiane implorazioni e richieste di aiuto da parte della donna. Marta è rimasta prigioniera di un sistema che – in violazione degli obblighi internazionali assunti dall’Italia con la firma della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, sul fronte dell’impossibilità di “sostituirsi” alla persona nella presa di decisioni (come è accaduto per Marta) e della deistituzionalizzazione – le ha negato la libertà fino alla sua tragica morte il 3 novembre 2022, all’età di 31 anni. Uccisa dal regime che così disvela l’ipocrisia criminale della presunta “protezione” che veniva assicurata alla ragazza [ulteriori dettagli sulla vicenda sono disponibili a questo link, N.d.R.].

Puniti per aver commesso il “reato di umanità”
Cassano e Degli Angeli sono stati puniti per aver commesso quello che possiamo definire il “reato di umanità”: aver accolto e dato rifugio a Marta durante una delle sue fughe. Un gesto di compassione e umanità che è stato severamente punito, mentre il vero “esproprio di vita” di Marta, durato oltre undici anni, rimane impunito. Questo processo ha l’effetto di colpire “due” persone per educarne “cento”, scoraggiando qualsiasi atto di umana solidarietà verso le persone intrappolate in un sistema che le ignora e le opprime.
I condannati sono gli unici innocenti in una vicenda – quella della “tortura” prima, dell’“uccisione” poi, di Marta, nella quale decine di uomini e donne delle istituzioni – Giudici compresi – si sono costituiti in “associazione a delinquere” per privare Marta della dignità, della libertà, e della vita.
Sarà impegno dell’Associazione continuare a manifestarlo ed a sostenerlo in ogni sede.

L’amministrazione di sostegno: un sistema da riformare
La Legge 6/2004, che ha introdotto l’amministrazione di sostegno nel nostro codice civile, può trasformarsi, come dimostra il caso di Marta, in uno strumento di privazione della libertà e di autonomia. Nel 2016, l’Italia è stata richiamata dal Comitato ONU per l’attuazione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata con la Legge 18/2009, per le sue pratiche discriminatorie. Tuttavia, poco è cambiato da allora.

Verso una nuova legislazione
In risposta a queste gravi problematiche, il 18 aprile 2024 l’Associazione Diritti alla Follia ha depositato presso la Corte Suprema di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione e per la riforma dell’amministrazione di sostegno [il cui testo è disponibile a questo link, N.d.R.], con l’intento di passare da un approccio basato sulla protezione a quello del riconoscimento dei diritti e delle libertà delle persone direttamente coinvolte, così come delineato dagli standard internazionali.

Invito all’azione
La Campagna di sensibilizzazione e denuncia “Fragile a Chi?!”, promossa dalla medesima Associazione, a sostegno della Proposta di Legge di iniziativa popolare, mira a raccogliere le 50.000 firme necessarie affinché essa venga discussa in Parlamento. L’iniziativa è aperta all’adesione di Enti, gruppi e singole persone.

 

Per informazioni e per aderire all’iniziativa, si rimanda alla sezione dedicata raggiungibile al seguente link o all’indirizzo mail  dirittiallafollia@gmail.com

 

Vedi anche:

Associazione Diritti alla Follia.
L’amministrazione di sostegno e le Antigoni del nostro tempo, «Informare un’h», 29 giugno 2024.
Amministrazione di sostegno, brutte nuove da Lecce, «Informare un’h», 27 giugno 2024.
L’amministrazione di sostegno e il «delitto di umanità», «Informare un’h», 19 giugno 2024.
Lecce, prima udienza d’Appello per gli amici che cercarono di aiutare una vittima dell’amministrazione di sostegno, «Informare un’h», 25 maggio 2024.
Amministrazione di sostegno, ancora un processo ai danni di chi ha cercato di aiutare una beneficiaria, «Informare un’h», 15 marzo 2024.
Storia di Marta, l’ennesima vittima dell’amministrazione di sostegno, «Informare un’h», 20 ottobre 2023.
Amministrazione di sostegno, doveva essere un abito su misura… invece, «Informare un’h», 18 febbraio 2022.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema della “Tutela giuridica”.

 

Ultimo aggiornamento il 1 Luglio 2024 da Simona