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Rocky Myers, persona con disabilità intellettiva nel braccio della morte

C’è un appello lanciato da Amnesty International che è già stato sottoscritto da quasi 38.000 persone. Riguarda Rocky Myers, una persona afroamericana con disabilità intellettiva, rinchiusa dal 1994 nel braccio della morte dell’Alabama, uno degli Stati Uniti le cui leggi non tutelano dall’applicazione della pena di morte nemmeno le persone con disabilità intellettiva. Aderiamo senza riserve all’appello lanciato da Amnesty International e rivolto alla governatrice dell’Alabama, perché si esaminino tutte le falle riguardanti il caso di Myers e venga commutata la condanna a morte.*

Nella penombra si vede la sagoma di una persona seduta per terra, in una stanza spoglia, con le spalle poggiate al muro, la testa abbassata, mentre con le braccia tiene le gambe piegate a sé.

C’è un appello lanciato da Amnesty International che è già stato sottoscritto da quasi 38.000 persone. Riguarda Rocky Myers, una persona afroamericana con disabilità intellettiva, rinchiusa dal 1994 nel braccio della morte dell’Alabama (Stati Uniti).
«Una giuria composta quasi interamente da persone bianche – si legge nel sito di Amnesty International Italia -, lo ha condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale per l’omicidio della sua vicina di casa bianca, ma il giudice del processo ha sovvertito la decisione della giuria e ha inflitto una condanna a morte, pratica oggi vietata in Alabama».

Lo Stato dell’Alabama, va spiegato a questo punto, è stato, fino al 2017, uno dei tre Stati USA che consentivano ai giudici di cambiare le raccomandazioni delle giurie sulle condanne e di imporre la pena di morte, come è accaduto appunto nel caso di Rocky Myers. Tale pratica è stata poi dichiarata illegale in quello stesso anno 2017, ma la legge non ha consentito l’applicazione retroattiva. Per questo motivo ben trentadue persone, cui è stata inflitta la condanna a morte dai giudici ma non dalle giurie, non hanno potuto presentare domanda per beneficiare della riforma e nel novembre del 2020 la Corte Suprema ha rifiutato di ascoltarne le istanze.
Le leggi dell’Alabama, inoltre, non proteggono dall’applicazione della pena di morte nemmeno le persone con disabilità intellettiva.

Della situazione di Rocky Myers si legge ancora nel sito di Amnesty International Italia: «Myers è cresciuto nel New Jersey in condizioni di indigenza e ha un’istruzione di livello elementare. A 11 anni gli è stata diagnosticata una disabilità intellettiva. L’avvocato, che gli è stato assegnato d’ufficio per la presentazione degli appelli dopo la condanna, ha abbandonato il suo caso senza preavviso, non permettendogli di rispettare le scadenze dei ricorsi giudiziari. I tribunali si sono basati principalmente sui test del Quoziente Intellettivo (QI) – criterio ritenuto inadeguato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 2014 – per respingere la sua richiesta di proroga dei termini, presentata appunto sulla base del fatto che avesse una disabilità intellettiva. Inoltre, non vi è nessuna prova che lo collega all’omicidio di cui è accusato, ad eccezione di un videoregistratore rubato alla vittima, che Myers sostiene di avere trovato abbandonato per strada. Le principali testimonianze contro di lui sono state viziate da incongruenze e accuse di pressioni della polizia. Una è stata addirittura successivamente ritrattata come falsa. Myers ha già rischiato l’esecuzione nel 2004 e nel 2012».

Questa la storia. Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli si unisce al portale «Superando.it» nell’aderire senza riserve all’appello lanciato da Amnesty International e rivolto alla governatrice dell’Alabama Kay Ivey di esaminare tutte le falle riguardanti il caso di Rocky Myers e di commutarne la condanna a morte(Stefano Borgato)

questo link, nel sito di Amnesty International Italia, ulteriori notizie e approfondimenti sul caso di cui si parla nel presente contributo.

 

* Il presente testo è già stato pubblicato su Superando.it, il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

Vedi anche:

Amnesty International Italia.

 

Ultimo aggiornamento il 2 Febbraio 2024 da Simona