In occasione del proprio Congresso nazionale, tenutosi lo scorso 20 maggio, Federnotai, la Federazione delle associazioni sindacali regionali dei notai italiani, ha presentato una proposta di legge volta ad introdurre nel codice civile il “Mandato di protezione”, uno strumento di carattere privatistico pensato «in previsione di futura incapacità delle persone, un atto di libertà individuale, come nel caso dei testamenti». Questa però non sembra aver tenuto conto delle disposizioni in materia di capacità legale contenute nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Lo scorso 20 maggio si è svolto a Bologna, nell’aula del Convento di San Domenico, il Congresso nazionale della Federnotai, la Federazione delle associazioni sindacali regionali dei notai italiani, dal titolo “Il notariato dell’innovazione”. In occasione dell’evento è stata presentata una proposta di legge volta ad introdurre nel codice civile il “Mandato di protezione”, uno strumento di carattere privatistico pensato «in previsione di futura incapacità delle persone, un atto di libertà individuale, come nel caso dei testamenti», si legge nel comunicato stampa pubblicato nel sito della Federazione.
L’idea di proporre questo strumento scaturisce dal fatto che «ad oggi l’ordinamento prevede degli strumenti di protezione degli incapaci complessi e farraginosi con procedure davanti al giudice, in Tribunale. Ma i giudici hanno un eccesso di richieste e procedure (migliaia ciascuno) e non riescono a rispondere con i tempi richiesti dalla modernità o a effettuare controlli efficaci».
«L’ordinamento non riesce a rispondere alle esigenze di una società moderna che richiede velocità nelle decisioni e alta specializzazione – argomenta Enrico Maria Sironi, Notaio in Gallarate, tra gli estensori della proposta di legge – Il sistema è stato pensato per una concezione dell’amministrazione dei patrimoni con criteri che andavano bene ottanta anni fa, ma che mal si conciliano con le esigenze delle famiglie e della società di oggi. Occorre un nuovo strumento privatistico, che tenga conto dell’interesse del cittadino che intende programmare il futuro, in previsione dell’avanzare dell’età, dove saremo meno lucidi o per il caso di infortuni improvvisi. L’idea di fondo è quella di rispettare la libertà individuale di autodeterminarsi per il futuro, senza ingerenze – prosegue Sironi –. Si intende proporre un sistema che consenta a ciascuno, in vista di un’eventuale futura incapacità, di designare la persona o le persone che si occuperanno di assisterlo, sia per questioni personali sia soprattutto per le questioni patrimoniali, con la possibilità di dare indicazioni vincolanti sulle modalità di gestione del proprio patrimonio. Sarà possibile nominare un guardiano, con il compito di controllare la gestione e il rispetto dei vincoli dati. Si tratta dunque di una proposta che potremmo definire “di libertà” ma anche di efficienza, dal momento che gli strumenti che oggi conosciamo ed abbiamo a disposizione, purtroppo, per i tempi della giustizia, non sono soddisfacenti».
Sul tema è intervenuto anche Edoardo Rinaldi, presidente della Federazione, spiegando che «il Mandato di Protezione che proponiamo è un’alternativa alle procedure giurisdizionali quali l’amministrazione di sostegno, che continuerebbero a esistere. Il cittadino avrebbe finalmente un’alternativa e sarebbe tutelato comunque e rapidamente dall’intervento del notaio quale garante della legalità e che potrebbe adattare ciascun Mandato di Protezione alle esigenze del cittadino con una soluzione “ritagliata su misura”, secondo il singolo specifico caso concreto. Non solo, ma in un momento in cui si lamenta una carenza di magistrati, l’introduzione di questo strumento permetterebbe sicuramente liberare i Tribunali dalle numerosissime procedure che li appesantiscono, consentendo di liberare i giudici per altre attività».
La proposta di legge, il cui titolo è “Introduzione nel libro primo, titolo XII del codice civile del capo III, relativo all’istituzione del mandato di protezione”, è disponibile a questo link. Mentre è possibile trovare un approfondimento, a cura del già menzionato Enrico Maria Sironi, sul sito della rivista «Federnotizie».
La lettura della documentazione segnalata suscita alcune perplessità. Nel testo della proposta di legge e nell’approfondimento non è citata la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009, e la stessa è sviluppata in una prospettiva di protezione, che di solito è intesa in termini di sostituzione. Viene riproposta senza problematizzarla la possibilità di limitare la capacità di agire della persona in previsione di una sua futura incapacità, senza tener in alcun conto che l’articolo 12 della Convenzione ONU, in tema di Uguale riconoscimento dinanzi alla legge, riconosce che le persone con disabilità godono della capacità legale (intesa sia in senso di capacità giuridica che di capacità di agire) su base di uguaglianza con gli altri in tutti gli aspetti della vita. Si tratta di temi approfonditi anche dalla letteratura giuridica italiana, come, ad esempio, nell’opera La capacità vulnerabile (Jovene, 2021) di Maria Giulia Bernardini, ricercatrice in Filosofia del Diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara (della quale si può leggere una recensione a questo link). A ciò si aggiunga che nelle Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia sull’applicazione della citata Convenzione il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità, valutando l’applicazione dell’articolo 12, ha raccomandato «di abrogare tutte le leggi che permettono la sostituzione nella presa di decisioni da parte dei tutori legali, compreso il meccanismo dell’amministratore di sostegno, e di emanare e attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni, compresa la formazione dei professionisti che operano nei sistemi giudiziario, sanitario e sociale» (punto 28). Questa impostazione dovrebbe portare al passaggio dal regime decisionale sostitutivo al regime decisionale supportato, ma non sembra che Federnotai si sia posta la questione, tutto sembra ridursi allo snellimento delle pratiche burocratiche, e a «liberare i Tribunali dalle numerosissime procedure che li appesantiscono, consentendo di liberare i giudici per altre attività». Chi scrive non è un’operatrice giuridica, e spera di aver inteso male la proposta di legge avanzata dalla Federazione, tuttavia sarebbe auspicabile che Federnotai chiarisse la propria posizione riguardo agli aspetti evidenziati.
Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)
Vedi anche:
Simona Lancioni, Le persone con disabilità ed il diritto di sbagliare, «Informare un’h», 2 marzo 2022.
Simona Lancioni, Amministrazione di sostegno, doveva essere un abito su misura… invece, «Informare un’h», 18 febbraio 2022.
Simona Lancioni, La capacità vulnerabile, «Informare un’h», 13 febbraio 2022.
Ultimo aggiornamento il 7 Giugno 2022 da Simona