A pochi giorni dalla riapertura delle scuole, l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare segnala criticità e problemi: assistenza carente e barriere architettoniche, specialmente nelle regioni del Sud. L’Associazione fa un appello alle istituzioni e promuove iniziative di supporto su tutto il territorio attraverso le sue 66 Sezioni locali.
Carenza di docenti di sostegno specializzati, mancata realizzazione di piani didattici personalizzati, ancora troppe barriere architettoniche nelle scuole, carenza di servizi di trasporto gratuito e di assistenza: sono alcune tra le tante criticità che mettono in pericolo il diritto allo studio degli alunni con disabilità, sancito dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Tra pochi giorni oltre 250mila alunni con disabilità si apprestano a tornare a scuola. Ad accoglierli 139.000 insegnanti per il sostegno a cui se ne sono aggiunti circa 13mila recentemente stabilizzati dal Governo.
Secondo recenti dati FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) mancano ancora all’appello circa 40mila posti di ruolo di docenti specializzati nel sostegno. Il rischio è che molti ragazzi si vedano cambiare insegnante nel corso dell’anno scolastico compromettendo il loro percorso educativo.
«Un intervento senz’altro positivo quello del Governo ma non sufficiente a garantire continuità didattica e a fare in modo che tutti i bambini e i ragazzi con disabilità possano seguire le lezioni ogni giorno. Da recenti dati FISH circa l’80% degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno e il 48% ne ha cambiati 3. Il 15% ne ha cambiati 4 e il 6% ha cambiato addirittura 5 insegnanti di sostegno nel corso dell’anno. Secondo la normativa vigente l’insegnante di sostegno è a pieno titolo docente di tutta la classe: ciò significa che la sua presenza è un valore per tutta la classe e non solo per lo studente con disabilità» dichiara Anna Mannara, consigliera nazionale UILDM e referente per i rapporti con il MIUR.
Sono moltissime le segnalazioni che arrivano all’associazione, come ad esempio il caso di Francesco, 12enne di Monza che a causa di una rara forma di distrofia ancora senza nome, ha bisogno di una costante igiene personale ma non ha un assistente o un sollevatore a disposizione, o Simone, 13enne di Verona che, grazie a UILDM, è riuscito a partecipare alle gite scolastiche.
Secondo il rapporto Istat “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado” del 16 marzo 2018, il 7% degli alunni con disabilità nella scuola primaria e il 6% nella scuola secondaria di primo grado non è autonomo in una delle seguenti attività: spostarsi, mangiare, andare in bagno. Sempre secondo il rapporto Istat, si stima che tali alunni possano contare su circa 12,5 ore settimanali di assistente ad personam nelle scuole primarie e circa 11,5 ore in quelle secondarie. Nel Mezzogiorno tale aiuto si riduce drasticamente con un gap di oltre 3 ore rispetto alle scuole del Nord.
«In molti casi l’insegnante di sostegno non basta» continua Anna Mannara «Laddove l’alunno non sia autonomo nella mobilità, nel mangiare o andare in bagno, deve poter contare del supporto fornito da un’altra figura professionale, l’assistente all’autonomia e alla comunicazione o assistente ad personam, figura professionale specifica riconosciuta e finanziata dagli enti locali.»
A carico degli enti locali dovrebbe essere anche il servizio di trasporto dal domicilio alle strutture scolastiche, secondo la Legge 118 del 30/03/1971, servizio non sempre garantito per mancanza di fondi e di competenza dopo la soppressione delle Province nel 2014.
Un tasto particolarmente dolente riguarda poi le ancora troppe barriere architettoniche nelle scuole. Secondo la Corte dei Conti, per l’anno scolastico 2017/2018 su un totale di 39.847 edifici attivi, più di 10mila non risultano in regola con la normativa sulle barriere architettoniche. Non a norma in particolare scale e servizi igienici soprattutto nelle scuole del Mezzogiorno e in generale scarsa presenza di segnali visivi, acustici e tattili nelle scuole di tutto il territorio nazionale.
«È necessario costruire un impianto strutturale solido in cui le istituzioni si prendano cura degli studenti e collaborino con le associazioni per la realizzazione del diritto allo studio» sottolinea Marco Rasconi, presidente nazionale UILDM. «UILDM si rende disponibile, attraverso i servizi sociali che già offre, a dialogare con il mondo della scuola e con le famiglie per trovare soluzioni che permettano agli studenti di scegliere liberamente e di vivere l’esperienza scolastica in maniera positiva, come occasione di crescita e di possibilità per il futuro».
L’impegno di UILDM
L’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare da 60 anni si impegna a favore del diritto allo studio delle persone con disabilità sia sensibilizzando l’opinione pubblica sulle tematiche dell’inclusione scolastica sia favorendo azioni concrete di sussidiarietà finalizzate alla piena inclusione.
Tanti negli anni gli interventi di UILDM nelle scuole del territorio italiano: più della metà delle Sezioni è impegnata quotidianamente in servizi di assistenza e trasporto, attività di sensibilizzazione nelle scuole e nella donazione di attrezzature, sussidi didattici e ausili.
Fonte: Ufficio Stampa UILDM
Per informazioni: Alessandra Irace, tel. 02 6249991 – cell. 349 2875176 – irace@secrp.com
Per approfondire:
UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Ultimo aggiornamento: 29 agosto 2018