È stato inaugurato nel Nord dell’Uganda un nuovo plesso oculistico chirurgico dell’Ospedale St. Joseph. Il progetto, che ha come capofila CBM Italia, ed è stato finanziato dall’AICS, si propone di garantire servizi oculistici di qualità anche alle zone rurali più remote, con particolare attenzione alla popolazione più vulnerabile. Oltre ad una nuova sala operatoria interna completamente accessibile, nell’àmbito del progetto sono stati ristrutturati ed equipaggiati altri 4 centri sanitari, e sono state organizzate delle cliniche oculistiche chirurgiche mobili per raggiugere anche le zone più impervie.
Lo scorso 23 marzo è stato inaugurato a Kitgum, nel Nord dell’Uganda, un nuovo plesso oculistico chirurgico dell’Ospedale St. Joseph. Il progetto, che ha richiesto ben 3 anni di lavoro, è stato realizzato da CBM Italia (nel ruolo di capofila), con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione con l’Organizzazione non governativa Medici con l’Africa CUAMM, ed i Governi distrettuali di Kitgum, Arua e Terego.
L’Uganda, spiegano i promotori e le promotrici, è uno Stato dell’Africa Orientale che conta 45,7 milioni di abitanti, tra i quali si trovano anche molti rifugiati provenienti dal Sud Sudan e dal Congo, e tuttavia «nel Paese è presente un oftalmologo ogni 1,2 milione di persone».
La mancanza di mezzi e servizi oftalmici adeguati – soprattutto nelle zone più remote – comporta che, non curate, anche patologie come la cataratta, gli errori refrattivi, il tracoma, i traumi e il glaucoma portino alla cecità. «Il 75% dei casi di cecità sono evitabili e curabili», raccontano ancora. Dunque il nuovo plesso oculistico nasce proprio per servire i territori dove la disabilità visiva è più diffusa, le regioni di Acholi e West Nile a Nord del Paese. Nel nuovo plesso è stata realizzata una nuova sala operatoria interna che rende l’Ospedale un centro oculistico di secondo livello, ovvero capace di erogare cure diagnostiche e trattamenti specialistici e chirurgici (cataratta, errori refrattivi, chirurgie da traumi). Nella costruzione della sala sono stati rispettati gli standard internazionali di accessibilità, ed anche la sala degenza dei pazienti è stata rinnovata.
Proprio allo scopo di garantire servizi oculistici di qualità anche alle zone rurali più remote, nell’àmbito del progetto sono stati ristrutturati ed equipaggiati altri 4 centri sanitari, e sono state organizzate delle cliniche oculistiche chirurgiche mobili destinate alle comunità più lontane e ai campi profughi. Oltre agli aspetti logistici, si è prestato attenzione anche alla formazione, della quale hanno usufruito 830 operatori ed operatrici, tra medici e personale sanitario. L’insieme degli interventi dovrebbe raggiungere 76.500 beneficiari/e, prestando particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, quali sono le persone con disabilità, le donne e i minori.
Queste le parole pronunciate da Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, in occasione dell’inaugurazione del nuovo plesso oculistico chirurgico: «Un grande orgoglio e una forte emozione mi riempiono davanti a questo sogno che si concretizza: dopo 3 anni di intenso lavoro, vede la luce questo nuovo centro che ci ha impegnati e uniti, in nome della lotta alla cecità evitabile. Questo nuovo centro, questo nuovo inizio è un tassello che mira a spezzare il circolo vizioso che lega povertà e disabilità qui in Uganda come negli altri Paesi in Via di Sviluppo, perché la salute visiva è un diritto di tutti».
Questa invece la riflessione di Giovanni Grandi, direttore della Sede regionale di Nairobi dell’AICS competente per l’Uganda: «In Uganda gli sforzi della Cooperazione Italiana sono stati storicamente volti al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari. Il nostro impegno proseguirà in futuro con una nuova iniziativa regionale tra Kenya, Tanzania ed Uganda che prevede il coinvolgimento di una delle eccellenze italiane nel settore della salute, ovvero il Centro di Salute Globale della Regione Toscana. L’inaugurazione di un plesso oculistico chirurgico, reso accessibile ed inclusivo, è simbolo di una Cooperazione che si sforza di garantire cure di alta qualità nei Paesi partner, e che non vuole lasciare indietro nessuno». (Simona Lancioni)
Ultimo aggiornamento il 27 Marzo 2023 da Simona