L’avevamo annunciata (se ne legga a questo link), quindi, lo scorso 26 luglio, abbiamo raccontato la partenza (se ne legga a quest’altro link), oggi, con piacere, possiamo raccontare che l’impresa è stata portata a termine con successo. Stiamo parlando della “Discesa del Danubio a remi” compiuta con equipaggi internazionali misti di atlete e atleti Master e atlete e atleti con disabilità, organizzata dal Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma, con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale.
L’arrivo a Vienna della sesta e ultima tappa è avvenuto lo scorso 31 luglio, in un giorno luminoso per il canottaggio italiano, che si aggiudicava alle Olimpiadi di Parigi la medaglia d’argento con il 4 di coppia di Luca Chiumento, Luca Rambaldi, Andrea Panizza e Giacomo Gentili. A percorrere fin qui i 259 chilometri di voga in 6 tappe sono stati invece le atlete e gli atleti Master del Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma (CC3Ponti), di età media di 55 anni, insieme ad atlete e atleti con disabilità italiani, austriaci e tedeschi.
Sono dunque internazionali e misti, gli equipaggi che hanno affrontato con successo la “Discesa del Danubio a remi 2024 da Schlögen a Vienna”. Tra gli atleti con disabilità – non vedenti, ipovedenti e un’atleta che ha perso l’uso delle gambe –, che hanno affiancato i Master in questa sesta edizione, ci sono gli austriaci Nathalie Podda e Gerarld Ziniel, con i loro accompagnatori, dal Donauhort Ruderverein di Vienna, Ramona Gelber dalla Germania, Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, timoniera, dal Pararowing del CC3Ponti romano. De Blasis concludeva quest’anno, con la quarta tappa, la sua avventura danubiana, con un’ottima prestazione al timone e un surplus di energia che ha saputo regalare al suo e agli altri equipaggi.
Un assieme non scontato. Partite da Schlögen venerdì scorso, le 4 barche da 8 con hanno quindi raggiunto Vienna il 31 luglio in 6 tappe – Schlögen-Linz, Linz-Grein, Grein-Melk, Melk-Dürnstein, Dürnstein-Tülln, e Tülln-Vienna – vogando in ogni tratto rispettivamente per 57, 54, 45, 29, 44 e infine 30 chilometri. Buone le prestazioni degli equipaggi fin dalla prima tappa, e così nelle altre. Nonostante le personali limitazioni fisiche di alcuni atleti e la presenza di altri alla loro prima volta sul Danubio, gli equipaggi hanno saputo integrarsi, sostenersi, e fare delle difficoltà incontrate – correnti, venti forti, traffico fluviale intenso, manovre difficili in prossimità delle numerose chiuse, fatica – altrettante opportunità di crescita personale, diventando maggiormente confidenti nella loro prestazione. È stata certamente utile una preparazione certosina e la lunga esperienza degli organizzatori, i tecnici federali di canottaggio Riccardo Dezi e Giulia Benigni, così come la dedizione e competenza degli altri membri dello Staff, in questa edizione Antonio Schettino e Catalin Blaj. Tutti loro hanno seguito gli equipaggi per tutto il tragitto su un motoscafo d’appoggio, a volte insieme alla polizia fluviale che, a sua volta, ha scortato le barche in alcune tappe. Il Governo austriaco infatti ha riconosciuto già dalle precedenti edizioni il valore sociale di questa manifestazione sportiva, cui assicura il proprio sostegno. L’internazionalità della manifestazione e anche una proficua interazione con il circolo austriaco coinvolto, il Donauhort Ruderverein viennese, e con Florian Kremslehner – accompagnatore di un atleta non vedente, autentico anfitrione dei luoghi attraversati, che ha raccontato agli atleti, ed ha aperto loro le porte di magnifici luoghi storici e molto altro – hanno contribuito a fare dell’evento sportivo anche un’occasione di turismo consapevole.
Traspare la soddisfazione di Riccardo Dezi, presidente del CC3Ponti: «Il gruppo sul Danubio, edizione dopo edizione, riesce sempre a sorprenderci positivamente. Vediamo che il livello cresce, specchio di un miglioramento crescente delle prestazioni anche a Roma, durante gli allenamenti quotidiani e le competizioni cui partecipiamo. Questo si riflette quindi anche in una discesa complessa come questa, dove il gruppo resta unito, si muove velocemente, si dimostra capace di superare gli ostacoli». Anche Giulia Benigni si è detta «molto soddisfatta dei progressi compiuti da ogni atleta nell’arte del remo».
Tra le passate in acqua, un messaggio. Solidarietà e la voglia di superare le barriere sono questi i messaggi forti che intende esprimere questa particolare manifestazione, che mette in barca sportive e sportivi diversi per lingua, età e condizioni fisiche, in una prospettiva inclusiva che, peraltro, caratterizza tutte le attività del Circolo Canottieri 3 Ponti fin dalla sua fondazione. Se l’inclusività è la capacità di mettere insieme più soggetti possibili nel godimento di un diritto – in questo caso il diritto allo sport, alla salute, al benessere psico-fisico –, e l’inclusione sociale ha l’obiettivo di eliminare ogni forma di discriminazione all’interno di un gruppo, ma nel rispetto delle diversità, questa capacità e questo obiettivo appartengono da sempre al Circolo Canottieri 3 Ponti. Questo gli è valso, una volta ideata l’impresa che ne costituisce un buon esempio, l’incondizionato e generoso appoggio della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, interessata a sostenere iniziative che promuovano i valori dello sport per tutti. E così il Prof. Avv. Emmanuele F.M Emanuele prima, e ora la presidente Prof. Alessandra Taccone, ancora una volta hanno voluto la bandiera della Fondazione accanto a quella dell’Associazione sportiva sulle barche della Discesa del Danubio.
Impresa compiuta. In una bella giornata come quella di mercoledì scroso, quando grazie alle Olimpiadi il canottaggio è entrato nel cono di luce dell’attenzione del grande pubblico, aver portato a termine in sei giorni con l’arrivo a Vienna questa impresa remiera, con equipaggi così eterogenei, riempie di orgoglio gli organizzatori, i tecnici, lo Staff, tutte le iscritte e gli iscritti al Circolo Canottieri 3 Ponti e, naturalmente, le atlete e gli atleti che l’hanno tentata e portata a compimento. Che, comunque, vestivano anche loro, in questa edizione, la maglia azzurra. (Diana Daneluz)
Per informazioni: Diana Daneluz dianadaneluz410@gmail.com
Vedi anche:
Sul Danubio una regata inclusiva delle persone con disabilità, «Informare un’h», 22 luglio 2024.
Canottaggio e pararowing senza barriere sul Danubio, «Informare un’h», 26 luglio 2024.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 da Simona