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Sessismo e Terzo Settore

Organizzare eventi di interesse generale senza coinvolgere figure femminili è chiaramente una pratica sessista. Eppure accade anche nel Terzo Settore. Ma qual è la risposta più efficace a queste odiose discriminazioni?  

Una volontaria mentre distribuisce del cibo.

«Comprarsi un SUV può essere un rimedio efficace contro l’impotenza maschile?» Il 26 aprile scorso un’ottima Geppi Cucciari introduceva così, in chiave ironica, una puntata tutta al femminile del fortunato programma «Splendida Cornice» (trasmesso su Rai 3, il cui video, della durata di 6.45 minuti, è visibile a questo link). L’iniziativa è stata pensata in risposta a una puntata del programma «Porta a Porta» (andata in onda su Rai 1 il 18 aprile 2024) durante la quale il conduttore, Bruno Vespa, ha discusso del tema dell’aborto con i suoi ospiti, tutti maschi.

Abbiamo riso, com’era giusto che fosse, perché alla fine forse chi ignora le donne, chi ritiene di potersi esprimere sui loro corpi senza nemmeno scomodarsi a chiedere il loro parere, si merita proprio di essere seppellito dalle risate.

E a volte viene davvero da pensare che la questione di genere potrebbe essere affrontata con una risata, se solo non ci fossero tutte quelle disuguaglianze che ancora oggi colpiscono le donne in tutti gli àmbiti della vita (l’Italia si trova all’87° posto del Rapporto globale sul divario di genere 2024 prodotto dal World Economic Forum); se solo non ci fosse quella lunga scia di sangue lasciata dalle donne uccise per mano maschile (l’ultimo episodio oggi, 26 settembre 2024, a Tarzo, in provincia di Treviso; il penultimo, una strage, ieri, 25 settembre 2024, a Nuoro, in Sardegna).

E purtroppo il sessismo non risparmia nemmeno il Terzo Settore. Ieri, ad esempio, l’Associazione Luciano Tavazza di Salerno ha inviato al Centro Informare un’h (di cui chi scrive è la responsabile) il volantino di promozione di un seminario sulla riforma del Terzo Settore in cantiere per il prossimo 12 ottobre (se ne legga a questo link). Esso coinvolge 16 relatori, tutti uomini.

Prima questione: pubblicare o non pubblicare? Pubblichiamo, il Centro non censura, ma chiede all’Associazione spiegazioni sul perché le donne siano state ignorate. Spiegazioni che non arrivano. Forse pensano di cavarsela eludendo le nostre richieste.

Seconda questione: sabotare o non sabotare? Nella riflessione il Centro coinvolge altre donne, alcune di esse molto attive nel Terzo Settore. Un segnale va dato, non reagire alle pratiche sessiste finisce col normalizzarle. Ma sabotare l’evento è la risposta giusta?

Sul magazine «Vita» troviamo un articolo a firma di Diletta Grella dal titolo Parità di genere, un nodo da sciogliere anche nel Terzo settore (esso è stato pubblicato appena due giorni fa, il 24 settembre 2024, ed è disponibile a questo link). Dal testo risulta che la parità di genere è uno dei temi di riflessione e approfondimento proposto ad un evento organizzato a Cosenza, dal 20 al 22 settembre 2024, nell’àmbito del progetto FQTS – Formazione Quadri Terzo Settore, un percorso di formazione, sperimentazione e innovazione rivolto ai/alle dirigenti delle Organizzazioni del Terzo Settore italiano, con particolare attenzione alle Regioni del Sud, promosso dal Forum del Terzo Settore, dal CSVnet (l’Associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) e realizzato con il sostegno di Fondazione Con il Sud.

All’incontro di Cosenza, a cui hanno preso parte persone provenienti da sei Regioni (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna), la trattazione delle questioni di genere è stata affidata a Gaia Peruzzi, professoressa associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università La Sapienza di Roma. Peruzzi, «in un’aula gremita di persone, tutte molto attente e partecipi, ha mostrato i dati del Global Gender Gap Report, che raccontano di un’Italia all’87° posto, su 146, a livello mondiale. E al 37° su 40 in Europa. È emerso che nel Terzo Settore la situazione è critica innanzitutto per un motivo: non ci sono dati, cioè non esiste una mappatura omogenea e continua nel tempo, che permetta di avere un quadro chiaro della situazione. Per esempio, non sappiamo quante donne e quanti uomini occupano posizioni apicali nelle diverse organizzazioni. Queste stesse organizzazioni devono promuovere parità, uguaglianza e coesione, ma come fanno a farlo all’esterno, se non è chiaro che cosa avviene al loro interno?» (segnaliamo che la formattazione in questa e nelle altre citazioni testuali differisce da quella originale).

Le persone intervenute all’incontro di Cosenza sono state sensibilizzate «sull’importanza di analizzare le realtà da cui provengono, di raccogliere dati, di porre l’attenzione sulla parità di genere, che poi non riguarda solo l’essere donne e uomini, ma anche altri aspetti, come per esempio l’orientamento sessuale. Si tratta certamente di un argomento delicato e per certi versi divisivo, perché ha a che fare con il “potere”. Ma è prioritario oggi, perché solo se le organizzazioni lo affrontano al loro interno, possono davvero agire il cambiamento nei territori in cui operano e quindi nella società. L’obiettivo è arrivare a redigere un bilancio di genere, uno strumento che tutte le organizzazioni dovrebbero avere».

Dunque no, non inviteremo le nostre lettrici e i nostri lettori a sabotare il seminario del 12 ottobre, perché anche noi, dopo averci riflettuto, abbiamo valutato che la risposta migliore a queste problematiche sia quella di porre tali questioni all’interno delle Organizzazioni. Quindi riteniamo che questa pessima figuraccia possa in realtà costituire per l’Associazione Tavazza una preziosa occasione per iniziare ad affrontare le questioni di genere al proprio interno, ad esempio chiedendo ai/alle dirigenti di frequentare i corsi di formazione gratuita su questi temi erogati nell’àmbito progetto FQTS.

Perché dovrebbero farlo? Perché organizzare eventi senza coinvolgere le donne è una pratica sessista, e imparare a riconoscere e schivare le pratiche sessiste, oltre ad essere un modo per portare rispetto alle donne, eviterebbe loro di collezionare figuracce. Ma anche perché chi discrimina non è esattamente il soggetto più adatto a «promuovere parità, uguaglianza e coesione».

Simona Lancioni, responsabile del Centro Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)

 

Vedi anche:

Un seminario sulla riforma del Terzo Settore… senza donne, «Informare un’h», 25 settembre 2024.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Simona