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Risposta al comunicato dell’ANGSA nazionale sulle dichiarazioni del Presidente Marino

di Associazioni varie*

Nei giorni scorsi l’ANGSA Nazionale ha diramato un comunicato nel quale chiarisce la propria posizione dopo le gravi affermazioni del suo Presidente, Giovanni Marino, in tema di istituzionalizzazione. Al comunicato rispondono differenti Associazioni e Coordinamenti che, tra le altre cose, scrivono: «Le “risposte possibili” oggi, sono in realtà il frutto di un passato di quasi vent’anni di rifiuti, resistenze, manipolazioni e opposizione messe in atto da chi ha interesse a frenare il processo verso la Vita Indipendente in favore delle strutture residenziali che si trova a gestire».

Un mare agitato, ma bellissimo (foto di Simona Lancioni)

Dopo la lettura del comunicato dell’ANGSA Nazionale [Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo, N.d.R.] del 25 luglio 2025 a titolo Lettera del Presidente Giovanni Marino sulla questione della deistituzionalizzazione e PDV [Progetto di Vita, N.d.R.], prendiamo atto che l’Associazione, nell’evitare accuratamente di rispondere anche a solo una delle istanze che le sono state presentate a mezzo stampa, si stringe attorno al suo Presidente e sposa le sue inaccettabili dichiarazioni [si fa riferimento al testo a firma di Giovanni Marino Le residenze non sono istituti, ma modelli abitativi progettati a misura dei bisogni assistenziali delle persone, pubblicato sulla testata «Superando» il 9 luglio 2025, N.d.R.], dopo averle addolcite con una spolverata di zucchero a velo.

Vogliamo precisare che quello che viene definito «acceso dibattito sulla questione della deistituzionalizzazione e PDV» o peggio «polemica, in verità non nuova» in realtà è una sollevazione generale che ha portato oltre quaranta organizzazioni e molti singoli cittadini alla richiesta di dimissioni di Giovanni Marino dalla presidenza dell’ANGSA o, in alternativa, l’uscita dell’ANGSA stessa dai tavoli istituzionali [il testo a cui si fa riferimento e l’elenco delle sottoscrizioni è visibile a questo link, N.d.R.], in quanto illegittimi a rappresentare i diritti delle persone con disabilità, in ragione delle inaccettabili dichiarazioni rese e del grave conflitto di interessi in capo a Marino stesso, titolare della Fondazione omonima, gestore di  strutture residenziali. Richieste emerse dalla fatica che costa ogni giorno tentare di realizzare la Vita indipendente, proprio a causa degli ostacoli e della mancanza di servizi alternativi alla residenzialità. Derubricare a “polemica” la voce collettiva che si solleva in difesa dei propri diritti, insieme al tentativo di far passare sottotraccia le dichiarazioni di Marino come “interpretazioni errate”, qualifica l’ANGSA nella sua incapacità, non solo di assumersi le proprie responsabilità, ma anche solo di mostrare rispetto verso quella voce. Insomma, una toppa peggiore del buco.

Nel comunicato dell’ANGSA si afferma «ha colpito molto la frase “la Convenzione non è il Vangelo”» [si referisce alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, N.d.R.]. Ma questa è solo una delle molte opinioni contestate a Marino.

HA COLPITO MOLTO LA FRASE secondo la quale la Vita Indipendente in opposizione all’istituzionalizzazione serve a garantirsi «un gettito mensile che supera abbondantemente i 5.000 euro al mese. Basta un fogliettino scritto dallo stesso beneficiario intitolato “Progetto di Vita” e il gioco è fatto».

HA COLPITO MOLTO LA FRASE che accusa le persone con disabilità di essere approfittatori: «così i più furbi, i più informati e (forse) i più spregiudicati portano a casa un mensile superiore allo stipendio di un medico primario ospedaliero».

HA COLPITO MOLTO LA FRASE in spregio alla norma di legge sovranazionale e nazionale «ritengo sia una stupidaggine anche la definizione di disabilità come “conseguenza di ostacoli o barriere che la società contrappone”».

HA COLPITO MOLTO LA FRASE che vuole negare i diritti di libertà di tanti nostri concittadini pontificando che “è temerario che il Progetto di Vita possa includere la facoltà delle persone con disabilità di scegliere dove e con chi vivere”.

Questo è quello che si contesta: affermazioni che mostrano la vera sostanza di cosa rende davvero «lungo e difficile il cammino verso il cambiamento», come l’ANGSA vuole spiegarci.

Lascia straniti anche la citazione che fa riferimento al lavoro del Gruppo 4 Contrasto alla segregazione dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità (OND). Viene infatti citato il documento “Piste di lavoro per il Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio” del 25 novembre 2021, che è stato un primo tentativo di piano strutturato di deistituzionalizzazione [lo schema sintetico è disponibile questo link, mentre il documento completo è disponibile a quest’altro link]. Il compianto gruppo 4 Contrasto alla segregazione, in realtà non esiste più nell’attuale OND, organo che risulta a sua volta fortemente compromesso nella sua azione istituzionale da pesantissimi e non più tollerabili conflitti di interessi già denunciati dalla campagna “Fuori le volpi dal pollaio!” [se ne legga a questo link]. ANGSA, in qualità di invitato permanente proprio nella persona del suo presidente Giovanni Marino, è solo uno dei componenti dell’Osservatorio coinvolti nella gestione di strutture residenziali, in aperto contrasto col mandato istituzionale che li vincola in quanto «l’istituzionalizzazione contraddice il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e ad essere incluse nella comunità» (paragrafo II, art. 7 delle Linee Guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza, 9 settembre 2022).

Ci sembra quindi più che legittimo pensare a questo profondo conflitto di interessi come ad una delle principali cause di quel «lungo e difficile cammino» a cui l’ANGSA fa riferimento.

Non capiamo quindi con quale coerenza ANGSA sieda ai tavoli istituzionali dove dovrebbe rappresentare il diritto alla Vita Indipendente delle persone autistiche, se per farlo deve barcamenarsi tra assecondare le disposizioni della Convenzione ONU e avere cura del bilancio di tali strutture residenziali. Anche su questo, l’Associazione non si è espressa.

E non capiamo con quale pudore l’ANGSA accenni all’obbligo di «trovare l’equilibrio tra le risposte che nel presente sono possibili e la progettazione del futuro». Le “risposte possibili” oggi, sono in realtà il frutto di un passato di quasi vent’anni di rifiuti, resistenze, manipolazioni e opposizione messe in atto da chi ha interesse a frenare il processo verso la Vita Indipendente in favore delle strutture residenziali che si trova a gestire.

Dal 2006 anno della sottoscrizione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Dal 2009, anno della ratifica, da parte della Repubblica Italiana, della medesima Convenzione ONU con la Legge 18.

Dal 2012, anno del pronunciamento del Consiglio d’Europa a Strasburgo su “Il diritto delle persone con disabilità di vivere una vita autonoma ed essere incluse nella comunità” e dell’orientamento europeo sulla transizione dall’assistenza in istituto all’assistenza in comunità.

Dal 2014, anno dello studio tematico sullo stesso tema dell’Assemblea Generale dell’ONU.

Dal 2017, anno del Commento generale n° 5 del Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità sull’articolo 19 sul diritto alla Vita Indipendente e all’inclusione nella comunità; de “La deistituzionalizzazione dei sistemi di assistenza a livello locale e regionale” del Comitato europeo delle regioni e del Decreto del Presidente della Repubblica 12 ottobre 2017 di Adozione del secondo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità dove si afferma inequivocabilmente «accelerare processi di deistituzionalizzazione e di contrasto alla segregazione e all’isolamento delle persone con disabilità […] vietando l’accreditamento istituzionale e, conseguentemente, qualsivoglia finanziamento diretto o indiretto a strutture potenzialmente segreganti» (DPR 12 ottobre 2017, cap. 4, linea di intervento 2, punto 3 delle proposte programmatiche, azione 1, lettera a).

Dal 2018, anno della ricerca e indagine “Dagli istituti all’inclusione nella comunità” dell’European Union Agency for Fundamental Rights.

Dal 2021, anno della Legge Delega n° 227 in materia di disabilità che stabilisce l’inderogabile necessità di un piano di deistituzionalizzazione dei percorsi di vita delle persone con disabilità in Italia.

Dal 2022, anno delle “Linee Guida per la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità anche in caso di emergenza” del Comitato ONU della CRPD che affermano «L’istituzionalizzazione è una pratica discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità…»

Dal 2023, anno del rapporto “Fragilità recluse” al Parlamento, dell’Autorità Garante per le persone private di libertà, sulle strutture residenziali in Italia.

Eppure ogni anno, la risposta è stata fortemente sbilanciata verso la residenzialità: un costante NO di fatto alla Vita Indipendente, a dispetto delle dichiarazioni di cui i nostri rappresentanti istituzionali si riempiono la bocca, citando la Convenzione ONU!

Altro che futuro, è agli ultimi vent’anni che si deve guardare per comprendere quelle difficoltà a cui fa riferimento l’ANGSA nazionale. A questo dovrebbe condurci il “senso di realtà”.

ANGSA scrive che «siamo nella terra di mezzo, tempo di passaggio tra vecchio e nuovo», ma le affermazioni di Marino ci collocano invece in un tempo logoro e logorato da chi si fa beffa della normativa sovranazionale e nazionale. Imbarazzante il tentativo dell’ANGSA di ammantarsi delle parole della Convenzione ONU, mentre il suo Presidente ne infanga il valore e la credibilità, continuando a difendere a spada tratta l’istituzionalizzazione, travestita da residenzialità. Richiamare la Convenzione ONU, se poi non si afferma che la soluzione residenziale è da superare senza sé e senza ma, significa semplicemente strumentalizzarla.

Prendendo atto che la posizione di ANGSA elude totalmente la richiesta di dimissioni del suo Presidente Marino, concludiamo con una domanda che ci viene affidata da Gianfranco Vitale e alla quale ci uniamo con convinzione: di cosa ANGSA si sente “rappresentativa”? Dei diritti e dei bisogni delle persone autistiche o degli interessi di chi (politica, cooperative, imprenditori, affaristi della maggiore specie) “usa” l’autismo per fare profitto?

Sarebbe “commovente” una risposta.

 

*PERSONE – Coordinamento Nazionale Contro la Discriminazione delle Persone con Disabilità
Neuropeculiar APS
Associazione Missione Autismo Asti – Piemonte
FIDA – Coordinamento Italiano Diritti Autismo Aps/Ets – Lazio
Autismo Fuori dal Coro ODV – Liguria
YAWP ODV – Piemonte

 

Nota: il Centro Informare un’h è impegnato nel rivendicare la promozione della deistituzionalizzazione e lo stop all’istituzionalizzazione. Temi su cui si è avviato un confronto pubblico. In calce alla pagina Riforma della disabilità: eliminiamo la possibilità di istituzionalizzare le persone (in aggiornamento) sono segnalati i contributi che di volta in volta si stanno susseguendo. 

 

Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2025 da Simona