A fronte della nuova vicenda di maltrattamenti e violenze nei confronti di persone con disabilità e anziane ospitate in diverse strutture del siracusano, il Centro Informare un’h torna a chiedere che siano esclusi dall’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità tutti i soggetti che hanno conflitti di interesse diretti e indiretti riguardo al tema dell’istituzionalizzazione, che venga predisposto con urgenza un Piano nazionale per la deistituzionalizzazione, che venga disposta la fine dell’istituzionalizzazione.

Pachino è un Comune di poco più di 22mila abitanti in provincia di Siracusa. È da questo luogo situato nell’estremo Sudest della Sicilia che arriva l’ultima notizia di maltrattamenti e violenze nei confronti di persone con disabilità e anziane ospitate in diverse RSA (residenze sanitarie assistite) accertati dai Carabinieri che hanno sottoposto a sequestro tre comunità alloggio ed eseguito sedici misure cautelari. Anziani e disabili picchiati e umiliati in RSA, 12 arresti nel siracusano è il titolo del servizio, completo di video, pubblicato su «Rai News.it» il 4 agosto 2025. Pare che le indagini siano partite a seguito delle segnalazioni effettuate da alcuni cittadini, e siano state condotte dai militari della Compagnia di Noto e del NAS di Ragusa, i quali hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa nei confronti di sedici persone. «Cinque persone sono finite in carcere, sette ai domiciliari con applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale o professionale in qualunque forma esercitata di assistenza, cura e custodia di persone anziane, disabili, fragili o bisognose di cure o servizi per la durata di 12 mesi, e quattro sono state raggiunte dalla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria», è scritto nel servizio.
Attraverso l’attività investigativa sono state ricostruite le responsabilità dei titolari e dei dipendenti di due strutture socio-sanitarie nelle quali erano ospitate venti persone con disabilità psichiche e anziane. Anche attraverso l’uso di intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile documentare «numerose e abituali condotte vessatorie e umilianti nei confronti di persone fragili messe in atto dagli operatori in servizio, con il consenso, e in alcuni casi sotto la direzione, dei responsabili della struttura». Ciò non solo nella struttura oggetto dell’originaria segnalazione da parte dei cittadini, ma anche in un’altra struttura facente capo alla stessa compagine.
Il repertorio di orrori riferito dal servizio è tristemente simile a quello di analoghe vicende: «Schiaffi, pugni e spintoni, nonché ripetute aggressioni verbali con urla, ingiurie e minacce, tali da ingenerare un perdurante stato di avvilimento e frustrazione nei degenti. Fra le vessazioni documentate, quelle nei confronti di una ragazza con problemi psichiatrici tenuta legata al letto con strumenti di contenzione ben al di là delle strette necessità di natura terapeutica, finendo con il pregiudicarne anche le più elementari attività fisiologiche (dall’alimentazione all’espletamento dei bisogni), costretta a supplicare per ricevere assistenza, ricevendo per contro a titolo di punizione, ulteriori vessazioni e costrizioni». «I maltrattamenti sarebbero risultati integrati dalla gestione sanitaria sostanzialmente abusiva dei pazienti. Agli ospiti delle strutture sarebbero state somministrate terapie farmacologiche anche di natura invasiva da dipendenti privi di specifico titolo professionale, con conseguenti rischi per la salute», si legge in un altro passaggio.
Nelle due strutture oggetto di indagine – una comunità alloggio ed una casa di riposo – sarebbero emerse gravi anomalie nella gestione improntata ad una logica di «massimizzazione dei profitti a scapito delle condizioni strutturali, igienico sanitarie, funzionali e organizzative». Al termine dell’attività investigativa è stato disposto il sequestro preventivo delle due strutture oggetto di indagine e di una terza riconducibile alla stessa cooperativa, mentre le persone ospitate sono state prese in carico da altre strutture assistenziali.
Davanti a notizie come questa possiamo continuare ad indignarci, invocare maggiore formazione del personale e, magari, maggiori controlli. Possiamo cioè continuare a raccontarci che il problema siano solo i maltrattamenti e le violenze documentate attraverso l’attività investigativa, e non anche il fatto che l’istituzionalizzazione è essa stessa una forma di violazione dei diritti umani basata sulla disabilità e/o sull’età che, in modo del tutto arbitrario, priva le persone della loro libertà personale. Esite ormai un corposo complesso di disposizioni giuridiche e di altra natura* tutto orientato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione e alla promozione della deistituzionalizzazione, ma in Italia chi gestisce strutture siede tranquillamente nell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e può contribuire indisturbato alla definizione delle politiche nazionali in tema di disabilità (se ne legga anche in questo approfondimento: Quante concessioni siamo ancora disposti a fare a chi possiede/gestisce istituti per persone con disabilità? del 6 luglio 2025).
Le richieste del Centro Informare un’h sono le seguenti:
- Siano esclusi dall’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità tutti i soggetti che gestiscono strutture e hanno conflitti di interesse diretti e indiretti riguardo al tema dell’istituzionalizzazione (come peraltro richiesto dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità al punto 34 delle Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza del 2022).
- Venga predisposto con urgenza un Piano nazionale per la deistituzionalizzazione.
- Venga disposta la fine dell’istituzionalizzazione.
Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)
* – Organizzazione delle Nazioni Unite, Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, 13 dicembre 2006. Si veda in particolare l’articolo 19 (Vita indipendente ed inclusione nella società). Ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009.
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità, Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia, 31 agosto 2016 (si vedano in particolare i punti 47 e 48).
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Commento generale n. 5 – Vivere indipendenti ed essere inclusi nella collettività, 27 ottobre 2017 (dedicato all’applicazione dell’articolo 19, in tema di Vita indipendente ed inclusione nella società, della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità).
– Gruppo Europeo di Esperti sulla transizione dall’assistenza in istituti a quella basata sulla comunità, Relazione sulla transizione dall’assistenza in istituti ai servizi basati sulla comunità in 27 Stati membri dell’UE, a cura di Jan Šiška and Julie Beadle-Brown, 2020 (in lingua inglese).
– Unione Europea: Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, Un’Unione dell’uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, 3 marzo 2021. Si veda in particolare il punto 7 (Sviluppare una vita indipendente e rafforzare i servizi a livello della comunità).
– Gruppo Europeo di Esperti sulla transizione dall’assistenza in istituti a quella basata sulla comunità e Hope and Homes for Children, Lista di controllo dei fondi dell’UE per promuovere la vita indipendente e la deistituzionalizzazione, edizione aggiornata al maggio 2021 (in lingua inglese).
– Italia. Legge n. 227 del 22 dicembre 2021, Delega al Governo in materia di disabilità, si veda in particolare l’articolo 2 comma 2, lettera c, numero 12.
– Gruppo Europeo di Esperti sulla transizione dall’assistenza in istituti a quella basata sulla comunità, Orientamenti dell’UE sulla vita indipendente e l’inclusione nella Comunità, giugno 2022 (in lingua inglese).
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza, 9 settembre 2022.
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Relatore speciale sui diritti delle persone con disabilità – Gerard Quinn, Trasformazione dei servizi per le persone con disabilità (A/HRC/52/32), rapporto presentato alla cinquantaduesima sessione Consiglio per i diritti umani, 30 gennaio 2023 (in lingua inglese).
– Forum Europeo sulla Disabilità, La transizione dagli istituti ai servizi basati sulla comunità e alla vita indipendente per le persone con disabilità. Documento di sintesi, marzo 2024 (in lingua inglese).
– Unione Europea: Commissione Europea, Avviso della Commissione. Guida alla vita indipendente e all’inclusione nella comunità delle persone con disabilità nel contesto dei finanziamenti dell’UE, 20 novembre 2024.
Nota: il Centro Informare un’h è impegnato nel rivendicare la promozione della deistituzionalizzazione e lo stop all’istituzionalizzazione. Temi su cui si è avviato un confronto pubblico. In calce alla pagina Riforma della disabilità: eliminiamo la possibilità di istituzionalizzare le persone (in aggiornamento) sono segnalati i contributi che di volta in volta si stanno susseguendo.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Simona