È stato recentemente pubblicato “Oltre le parole. Stalking, maltrattamenti, violenze, stupro, femminicidio: come comunicare la violenza contro le donne”, un vademecum curato dal Coordinamento per le Pari Opportunità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti per fornire a chi opera nel settore della comunicazione indicazioni per una corretta narrazione della violenza di genere. Spiace scoprire che non ci sono riferimenti alla violenza nei confronti delle donne con disabilità, e più ingenerale alle donne esposte a discriminazione multipla.

Pubblicato lo scorso 20 febbraio 2025, “Oltre le parole. Stalking, maltrattamenti, violenze, stupro, femminicidio: come comunicare la violenza contro le donne” è il nuovo vademecum curato dal Coordinamento per le Pari Opportunità del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (CNOG). Poche indicazioni rivolte a chi opera nel settore della comunicazione per una corretta narrazione della violenza di genere.
Uno strumento agile, scaricabile liberamente dal sito del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a questo link. Materialmente realizzato da Margherita Agata, Cristina Caccia e Lavinia Rivara, con il coordinamento di Elisabetta Cosci e curato, come già segnalato, dal Coordinamento per le Pari Opportunità del CNOG. Il lavoro rappresenta una sintesi dei corsi di formazione sul tema delle violenze contro le donne realizzati in questi anni dal CNOG in collaborazione con GiULiA giornaliste e con la rete delle CPO e dei report dell’Osservatorio Step Ricerca e Informazione sulla violenza alle donne del quale il Coordinamento per le Pari Opportunità CNOG è partner.
«Ogni parola conta. La comunicazione sulle violenze nei confronti delle donne ha un impatto profondo sulla società e nel contrasto alla cultura patriarcale – è scritto nella parte introduttiva del vademecum –. Il giornalismo deve fare la sua parte e il diritto di cronaca non può trasformarsi in un abuso. Scegliamo le parole con cura, consapevoli della grande responsabilità che la professione comporta».
Il reato, la vittima, l’aggressore e il contesto: per ciascuno di questi elementi descrittivi sono evidenziate, e graficamente distinte, le pratiche scorrette e quelle corrette, nonché esemplificate le espressioni da non usare e quelle ammesse.
Abbiamo esaminato in vademecum per verificare se contenesse qualche indicazione per trattare in modo corretto della violenza nei confronti delle donne esposte a discriminazione multipla o intersezionale, un tipo di discriminazione che scaturisce dalla compresenza nella stessa persona di più fattori suscettibili di creare discriminazione, e che hanno un effetto esponenziale sulle diseguaglianze (il genere e la disabilità nel caso delle donne con disabilità). Ma questo aspetto non è trattato, sebbene il tema fosse stato correttamente esposto nella guida Comunicare la disabilità. Prima la persona, a cura di Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani, anch’essa pubblicata a cura del Coordinamento per le Pari Opportunità del CNOG (nel 2024), e liberamente scaricabile a questo link (se ne legga una presentazione). Delle donne con disabilità non se ne dovrebbe trattare solo negli strumenti operativi che si occupano di disabilità, ma anche in quelli che si occupano di questioni femminili, giacché esse, prima che persone con disabilità, sono donne.
Va peraltro notato che il tema di come trattare correttamente della violenza di genere era già stato affrontato nel 2017, nel cosiddetto Manifesto di Venezia (Manifesto delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto della parità di genere nell’informazione. Contro ogni forma di violenza e discriminazione attraverso parole e immagini. Venezia, 25 novembre 2017, esso è disponibile a questo link). Nel manifesto troviamo un passaggio molto interessante, quello in cui è ritenuto prioritario, tra le altre cose, anche «illuminare tutti i casi di violenza, anche i più trascurati come quelli nei confronti di prostitute e transessuali, utilizzando il corretto linguaggio di genere» (punto 7, grassetti nostri). A quei tempi si parlava meno di violenza nei confronti delle donne con disabilità, ma quell’accenno ai casi di violenza più trascurati era comunque una corretta intuizione che in qualche modo riusciva a far emergere una figura femminile non standardizzata. Perché è vero: le donne sono tutte diverse, e quella diversità influisce sulla percezione che abbiamo di loro (ciò non accade solo con le prostitute e le persone transessuali). Ma questo elemento non compare nel nuovo vademecum.
Tutti e tre gli strumenti – Oltre le parole, Comunicare la disabilità e il Manifesto di Venezia – sono stati elaborati con il coinvolgimento Coordinamento per le Pari Opportunità del CNOG, è un peccato che in quello più recente non si sia fatto tesoro delle precedenti intuizioni ed elaborazioni. (Simona Lancioni)
Si ringrazia Edvige Invernici per la segnalazione.
Vedi anche:
È ora disponibile “Comunicare la disabilità. Prima la persona”, la guida dell’Ordine dei Giornalisti, 24 febbraio 2024.
Strumenti per comunicare la discriminazione multipla e la violenza sulle donne con disabilità, repertorio, 2021-2024.
La divulgazione in tema di violenza nei confronti delle donne con disabilità, 21 ottobre 2013.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.
Ultimo aggiornamento il 20 Marzo 2025 da Simona