dell’Associazione Diritti alla Follia
Eugenio Carpanedo trovò la morte il 24 marzo 2017, nel reparto psichiatrico dell’Ospedale di Santorso-Vicenza, nel quale, nottetempo, era divampato un incendio. L’Associazione Cittadinanza e Salute, che promuove l’accertamento della verità, sospetta che l’uomo non sia riuscito a mettersi in salvo perché oggetto di contenzione, e si è costituita parte civile nel processo in corso. Ad assisterla legalmente sarà l’avvocato Michele Capano, presidente dell’Associazione Diritti alla Follia. La conclusione del processo d’Appello è stata fissata per il 16 ottobre 2025, a Venezia, presso il Palazzo Grimani.

È prevista il 16 ottobre 2025, dopo il rinvio disposto ieri, 3 luglio 2025, la conclusione a Venezia, a Palazzo Grimani, del processo di Appello seguito alla tragica morte di Eugenio Carpanedo, morto asfissiato nel reparto psichiatrico dell’Ospedale di Santorso-Vicenza, dove era divampato un incendio nella notte del 24 marzo 2017.
L’Associazione Cittadinanza e Salute, anche oggi presente in aula con la Presidente Aida Brusaporco e una rappresentanza di soci, ha cercato di promuovere un accertamento compiuto su quanto accaduto, con particolare riguardo al grave sospetto che Eugenio Carpanedo, resosi protagonista di una serata agitata, fosse stato oggetto di contenzione, e che per questo non sia poi riuscito a mettersi in salvo una volta diffusosi il fumo.
I tre infermieri condannati in primo grado per non avere adeguatamente controllato anche Carpanedo in quella situazione di emergenza sono comunque il segno della consueta volontà di occultare le responsabilità connesse ad una “organizzazione” del reparto che poteva consentire agli stessi di contenere “in autonomia”. Incredibilmente, il giudice di prime cure non ha tuttavia ritenuto provata la contenzione:
1) c’è’ un “braccialetto” bianco sul polso di Carpanedo (ossia una parte di pelle non ustionata)? Per il Giudice non è una fascetta di contenzione ma un braccialetto identificativo dei pazienti (di cui mai si è parlato come usuale nel reparto);
2) gli infermieri, dopo l’agitazione di Carpanedo in serata, spostano il letto del paziente fuori dal fuoco del monitor che registra ed armeggiano attorno allo stesso? Per il Giudice non lo hanno contenuto in quel frangente, perché non avrebbero avuto ragione di nascondere l’intenzione dal momento che nel reparto era contemplata. Carpanedo però non si alzerà più, evidentemente lo avevano calmato …
L’avvocato Michele Capano, presidente dell’Associazione Diritti alla Follia e legale della costituita parte civile Associazione Cittadinanza e Salute, ha dichiarato: «Saremo qui anche il 16 ottobre per seguire l’epilogo di una vicenda che resta “viva” nel ricordo indignato dei veneti solo grazie al grande lavoro di Cittadinanza e Salute, che ringraziamo di averci coinvolto, in particolare con l’amico Edoardo Berton. I Vigili del Fuoco, quando accorsero per spegnere l’incendio, trovarono chiusa la porta della stanza di Carpanedo, nella quale l’incendio si era sviluppato. Ci è stato detto che ciò accadde perché si ritenne Carpanedo spacciato, e ci si dedicò a mettere in salvo gli altri pazienti (magari chiudendo la porta per impedire che fumo e fiamme si propagassero). Noi pensiamo che la porta era chiusa perché, trovato Carpanedo morto asfissiato, lo stesso fu “liberato” dalla contenzione e “affidato” a fiamme che cancellassero le tracce dell’accaduto. Torneremo a sostenerlo qui, a Venezia, con Cittadinanza e Salute anche il 16 ottobre, sperando che a Palazzo Grimani la Corte d’Appello trovi la forza per metterlo nero su bianco».
Per informazioni: Diritti alla Follia dirittiallafollia@gmail.com, Cittadinanza e Salute cittadinanzaesalute@gmail.com
Vedi anche:
Associazione Diritti alla Follia.
Associazione Cittadinanza e Salute.
Ultimo aggiornamento il 4 Luglio 2025 da Simona