“Trovarsi in balia di un servizio organizzato approssimativamente”, è questa la sensazione espressa da molte presone con disabilità in questo periodo di transizione dalla vecchia disciplina regionale di accesso ai contributi per i progetti per la Vita Indipendente, alla nuova disciplina introdotta dalla Regione Toscana per cofinanziare il servizio con risorse del Fondo Sociale Europeo Plus. L’Osservatorio regionale preposto a vigilare sulla transizione, che avrebbe dovuto divenire operativo dal 1° marzo 2025 (con l’avvio dei nuovi progetti), non è stato ancora istituito. Intanto le persone con disabilità in difficoltà non sanno a chi rivolersi, anche perché alcuni di questi problemi sono causati proprio dai soggetti che dovrebbero dare loro risposte.

Nei tanti incontri con l’associazionismo delle persone con disabilità che hanno portato alla transizione dalla vecchia disciplina regionale di accesso ai contributi individuali per i progetti per la Vita Indipendente, alla nuova disciplina introdotta dalla Regione Toscana per consentire di cofinanziare il servizio con risorse del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), la medesima Regione si è impegnata innumerevoli volte a risolvere con solerzia eventuali criticità che le persone con disabilità avessero riscontrato in questa fase di passaggio.
Il luogo deputato a individuare e ad intervenire su eventuali problematiche doveva essere un apposito Osservatorio regionale, che – era stato assicurato dalla Regione – avrebbe dovuto divenire operativo con l’avvio dei nuovi progetti, dunque dal 1° marzo 2025. Fatto sta che siamo a maggio 2025 ed il nuovo Osservatorio non è stato istituito. In occasione un incontro pubblico promosso dall’AVI della Bassa Val di Cecina (Associazione Vita Indipendente della Bassa Val di Cecina) lo scorso 5 maggio, gli esponenti della Regione presenti hanno reso noto che la sua istituzione non poteva essere fatta con una semplice Delibera. Pertanto detta istituzione è stata inserita in una Proposta di Legge regionale avente ad oggetto Disposizioni per la promozione ed il riconoscimento del diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità, che è stata già approvata dalla Giunta Regionale Toscana il 31 marzo 2025, e che attualmente è all’esame del Consiglio Regionale (se ne legga a questo link). Gli esponenti della Regione hanno affermato di confidare che la Proposta di Legge venga approvata entro il prossimo giugno.
“Piccola” questione: le persone con disabilità le difficoltà le stanno incontrando ora, ma – se tutto va bene (cosa non scontata) – avranno un luogo in cui esporre i loro problemi solo dopo quattro mesi dall’avvio dei progetti. La domanda sorge spontanea: nel frattempo a chi si rivolgono?
I 28 àmbiti territoriali (16 Società della Salute e 12 Zone Distretto) si sono comportanti in modo disomogeneo durante l’apertura dei primi bandi (il 14 ottobre 2024) fornendo alle persone con disabilità informazioni discordanti e talvolta allarmistiche sulla prosecuzione dei progetti in essere. A chi ha fatto loro notare la complessità delle nuove procedure di rendicontazione è stato persino proposto di ricorrere alla nomina di un amministratore di sostegno. Il fatto che ora i progetti in essere siano stati rinnovati non cancella la sensazione, espressa da molte presone con disabilità, di essere in balia di un servizio organizzato approssimativamente. Una sensazione che trova conferma nel fatto che i 28 àmbiti territoriali si sentono autorizzati a gestire discrezionalmente anche la questione dei rimborsi, creando notevoli problemi e significative disuguaglianze tra le diverse zone del territorio regionale.
Le criticità che ne conseguono sono enormi, perché molte persone con disabilità a cui sono riconosciuti contributi maggiori – ovvero quelle con necessità di sostegno intensivo molto elevato – si stanno ritrovando a dover anticipare, non uno, ma ben due mesi di stipendio al proprio assistente personale, visto che il contributo di marzo viene corrisposto a maggio. In sostanza, la persona disabile che riceve l’importo massimo, pari 2000 euro mensili, nonostante tutti i 28 àmbiti territoriali abbiano ricevuto dalla Regione i soldi prima dell’avvio dei progetti (1° marzo 2025), ha dovuto anticipare di tasca propria 4000 euro. In pratica diversi àmbiti territoriali stanno scaricando sulle persone con disabilità le proprie esigenze organizzative, senza che queste ultime sappiano neppure a chi rivolgersi per protestare, visto che dell’Osservatorio se ne riparlerà (forse) a giugno.
Ma non solo, perché la nuova disciplina di accesso ai contributi, oltre a non aver considerato l’incremento significativo dei costi dell’assistenza personale – per cui con lo stesso importo una persona con disabilità può pagarsi molte meno ore di assistenza –, ha anche introdotto delle incompatibilità tra la fruizione dei contributi individuali per la Vita Indipendente ed altri contributi legati alla disabilità. Cosicché se prima – mettendo insieme le diverse somme – le persone con necessità di sostegno intensivo molto elevato riuscivano a coprire un certo numero di ore di assistenza personale – che comunque erano anche allora largamente insufficienti – ora, grazie a questo sistema di incompatibilità, le somme percepite sono notevolmente inferiori.
Ma il danno è ancora maggiore di quanto a prima vista potrebbe sembrare, perché tutta questa gestione approssimativa sta incutendo in alcuni/e assistenti personali la sensazione che quel lavoro non sia affidabile. Una sensazione tale da indurre queste persone a prendere in considerazione l’opportunità di cercarsi un’altra occupazione. Non per cattiva volontà – la questione non si pone in questi termini –, è che anche loro – come tutti e tutte – hanno affitti o mutui da pagare, bollette, responsabilità genitoriali, ecc. Dunque questa gestione approssimativa alla quale, almeno per ora, la Regione non è stata in grado di porre un freno, viene percepita da chi lavora nel settore dell’assistenza come una precarizzazione dell’assistenza personale, tale da rendere questo lavoro meno appetibile e interessante per chi lo deve svolgere. Per le persone con disabilità si tratta di un danno incalcolabile, ma non sembra che né le Istituzioni, né gli Enti gestori ne abbiano percezione.
La comunicazione istituzionale della Regione, comprensibilmente, enfatizza l’incremento del fondo, che è passato dai 12,8 milioni di euro delle annualità precedenti, ai 23,9 milioni annui attuali, ed anche l’aumento del numero dei progetti finanziati (che attualmente sono 1.807, oltre 650 in più rispetto al passato). Tutto vero, ci mancherebbe. Tuttavia, mentre questa narrazione fa sembrare tutto scintillante, diverse persone con disabilità ci hanno contattato preoccupate per segnalarci che la loro condizione è peggiorata; che non riescono a fare le stesse cose che facevano prima; che prima potevano coprire gli imprevisti con prestazioni occasionali che però ora non sono più rimborsabili; che la burocrazia è aumentata e dunque sono costrette a farsi fare la rendicontazione da un commercialista, ma che anche questa spesa aggiuntiva (legata al progetto di Vita Indipendente) non è rimborsabile; che devono fare prestiti in banca per gestire gli anticipi delle diverse mensilità; che temono che i propri assistenti personali si cerchino un altro lavoro; che non stanno ricevendo risposte adeguate alle difficoltà che stanno incontrando, anche perché alcuni dei loro problemi sono causati proprio dai soggetti che dovrebbero dare loro risposte.
Insomma, non è tutto oro quello che luccica. (Simona Lancioni)
Vedi anche:
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La Vita Indipendente in Toscana”.
Ultimo aggiornamento il 22 Maggio 2025 da Simona