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L’amministrazione di sostegno serve a sostenere la persona, non a sostituirsi a lei

di ALIBES – Alleanza per la LIbertà di Scelta e il Bene-Essere psicoSociale

Ci siamo già occupati della storia di Dora Piarulli, l’anziana signora disabile che è riuscita a tornare a casa propria dopo che il suo amministratore di sostegno aveva disposto il suo ricovero in un istituto senza il suo consenso. Ora anche ALIBES (Alleanza per la LIbertà di Scelta e il Bene-Essere psicoSociale) interviene sulla vicenda per rispondere alle dichiarazioni rilasciate alla stampa da Flaviano Dal Lago, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lucca, che, in riferimento alla condotta tenuta dall’amministratore di sostegno di Dora (anch’egli un avvocato), parla di «buon operato».

La mano di una persona giovane è poggiata sulle mani incrociate di una persona anziana.

È divenuta un caso nazionale la vicenda di Dora Piarulli, l’anziana signora non autosufficiente di Camaiore (Lucca) che era stata ricoverata in una residenza sanitaria assistita (RSA) senza il suo consenso, e per disposizione del suo amministratore di sostegno. Se ne sono occupati TV, radio e giornali. Dora, rinchiusa si stava lasciando morire. Ora, anche grazie alla mobilitazione mediatica sollecitata da sua figlia, Anna Estdahl, il Giudice Tutelare ha permesso che Dora rientrasse a casa propria, con le persone che la seguono e le vogliono bene, i suoi gatti, le sue cose. Anche ALIBES, la neocostituita Alleanza per la LIbertà di Scelta e il Bene-Essere psicoSociale, che ha tra i suoi obiettivi proprio la riforma dell’amministrazione di sostegno, ha offerto a Dora e a sua figlia il proprio supporto. Tutto bene dunque? Non esattamente, infatti, nonostante i legali della famiglia avessero chiesto la sostituzione dell’amministratore di sostegno, essendo venuto meno il rapporto di fiducia con la beneficiaria, il Giudice Tutelare ha ritenuto di confermarlo nel suo ruolo. Una cosa gravissima, giacché la fiducia tra l’amministratore e la persona beneficiaria è un elemento imprescindibile di qualsiasi istituto di tutela.

Per questo motivo proprio ALIBES ha appreso con stupore le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lucca, l’avvocato Flaviano Dal Lago, al quotidiano «Il Tirreno» (L’Ordine degli Avvocati in difesa degli amministratori di sostegno, cronaca della Versilia, 7 aprile 2023). Dal Lago premette di non voler entrare nel merito della vicenda giudiziaria di Piarulli, tuttavia si premura di far notare che «il Giudice Tutelare ha confermato la nomina dell’amministratore di sostegno certificando, evidentemente, il suo buon operato nella vicenda».

Possiamo davvero qualificare la condotta dell’amministratore di sostegno di Piarulli come «buon operato»? Per comprenderlo è importante precisare che il paradigma giuridico di riferimento in materia di disabilità è costituito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (che l’Italia ha ratificato con la Legge 18/2009), e che il Comitato ONU, l’organo preposto al monitoraggio della sua attuazione, nel 2016 ha ammonito il nostro Paese perché l’amministrazione di sostegno è utilizzata come regime sostituivo della persona con disabilità, invece come supporto alla sua autodeterminazione. Dunque la circostanza che l’amministratore di sostegno di Piarulli non sia stato revocato, non significa affatto che egli abbia agito correttamente, come suggerisce Dal Lago. Significa invece che la Convenzione ONU è spesso sconosciuta e per questo disattesa sia dagli avvocati che assumono il ruolo di amministratore di sostegno, sia dai Giudici Tutelari che dovrebbero farla applicare. Una donna anziana e disabile è stata sradicata dal suo ambiente e richiusa in una struttura contro la sua volontà e con l’inganno, un luogo in cui lei si stava lasciando morire, tutto questo è chiaramente in contrasto con la Convenzione ONU. Ma se anche non ci fosse un trattato internazionale a stabilirlo, come si fa, anche “solo” sotto il profilo umano, a qualificare questa condotta come “buon operato”? Peraltro il nostro legislatore ha contemplato, accanto alla possibilità di rimozione dell’amministratore di sostegno, a ragione di una delle cause indicate nell’art. 384 c.c., una più blanda ipotesi di “rimozione implicita”, individuabile nel caso in cui, appunto, il giudice tutelare, lungi dal rimuovere l’amministratore di sostegno, ex art. 384 c.c., semplicemente avverta la necessità di sostituirlo, giusta la previsione affidata alla parte finale del primo comma dell’art. 413 c.c. Si aggiunga, quale possibile ipotesi in cui può giovare la sostituzione dell’amministratore di sostegno, la circostanza che si siano ripetuti gli episodî di dissenso, ex art. 410, cpv., c.c., i quali possono costituire un indice della difficoltà di un soddisfacente svolgimento dell’incarico. E come non vederli, nel caso di Dora? In aggiunta, nel rispetto di ogni parte e anche dei ruoli, consapevoli che ogni opinione è legittima, che ogni provvedimento giudiziario va rispettato e se non condiviso impugnato, il rappresentante di un ordine professionale deve essere a tutela di ogni iscritto, quindi, di tutti gli iscritti, anche dell’altro legale della figlia di Dora, in posizione contrapposta e parimenti legittima, prendere una posizione a vantaggio di uno può significare a danno di un altro, dal nostro punto di vista il silenzio sarebbe stato opportuno.

 

Per informazioni: infoalibes@gmail.com

ALIBES è un’Alleanza tra numerose realtà organizzate, operanti a livello nazionale e locale, costituitasi il 16 marzo 2023 allo scopo di contrastare gli abusi perpetrati nell’àmbito della “salute mentale” nei confronti delle persone che vivono un disagio psicosociale. In specifico, l’Alleanza si prefigge di:
– Promuovere il rispetto dei diritti fondamentali di cui alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009;
– Riformare gli istituti giuridici del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), della amministrazione di sostegno (compresa l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione) e delle misure di sicurezza per i soggetti non imputabili;
– Riformare i Dipartimenti di Salute Mentale (valorizzando percorsi di deprescrizione dei farmaci) e gli strumenti di welfare allo stato esistenti.
Attualmente hanno aderito all’Alleanza ventitré entità, ma essa è aperta a nuove adesioni.

Vedi anche:

Dora è tornata a casa, ma l’amministrazione di sostegno continua ad essere un istituto liberticida, «Informare un’h», 3 aprile 2023.

Amministrazione di sostegno, l’ennesima “storia sbagliata”, quella di Dora, «Informare un’h», 22 marzo 2023.

Amministrazione di sostegno, doveva essere un abito su misura… invece, «Informare un’h», 18 febbraio 2022.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema della “Tutela giuridica”.

 

Ultimo aggiornamento il 21 Aprile 2023 da Simona