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“La luce nella crepa”, un cortometraggio per dare visibilità alla figura del caregiver

Accolto dagli applausi all’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “La luce nella crepa” è un cortometraggio liberamente visibile online che intende dare visibilità alla figura del caregiver e promuoverne il riconoscimento e la tutela. Ispirato da un’idea di Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV, che ha vissuto in prima persona questa esperienza prestando assistenza al proprio fratello colpito da un tumore, il cortometraggio intende essere «un modo per restituire un senso al dolore, trasformandolo in un’opera che possa accendere attenzione, empatia e finalmente un cambiamento reale per tutti i caregiver».

Fotogramma tratto dal cortometraggio “La luce nella crepa”, della regista Anselma Dell’Olio, incentrato sulla figura del caregiver.

Accolto dagli applausi all’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Venice Production Bridge, La luce nella crepa è un cortometraggio che intende dare visibilità alla figura del caregiver, quelle persone – più spesso donne – che prestano assistenza a chi convive con una malattia o una disabilità. Nata da un’idea di Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV, che ha vissuto in prima persona questa esperienza prestando assistenza al proprio fratello colpito da un tumore, la realizzazione dell’opera è stata affidata ad Anselma Dell’Olio, autrice e regista, e all’interpretazione delle attrici Chiara Caselli e Valeria Milillo (esso è liberamente visibile sul canale YouTube di Salute Donna al seguente link, lunghezza 25,24 minuti).

Quella narrata è l’esperienza di due sorelle, Luisa e Carla. La prima caregiver della seconda, che convive con un tumore al seno. Il contesto scelto non è quello domestico, ma un soggiorno alle terme di Sirmione (Brescia), pensato come occasione di svago dopo un periodo di terapie impegnative, ma che sin da subito si rivela meno rilassante del previsto a causa di alcuni contrattempi che – senza mettere in discussione la solidità e la profondità del legame tra sorelle – fanno emergere tensioni e conflitti tra le due protagoniste. Come detto, la prospettiva privilegiata è quella della caregiver e delle sue difficoltà, la fatica del lavoro di cura, la burocrazia, l’insensatezza di alcuni vincoli giuridici, la solitudine, la mancanza di tutele, giacché l’Italia – nonostante le tante promesse della politica – non è ancora riuscita a dotarsi di una norma che le preveda.

«La luce nella crepa è questo: una crepa che si apre nel cuore, nella vita, nelle certezze… ma attraverso cui può filtrare una luce. Una luce fatta di consapevolezza, di denuncia, di speranza.
Questo cortometraggio è un modo per restituire un senso al dolore, trasformandolo in un’opera che possa accendere attenzione, empatia e finalmente un cambiamento reale per tutti i caregiver», è scritto nel sito di Salute Donna. (S.L.)

 

 

Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2025 da Simona