del Coordinamento PERSONE*
Il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’ANFFAS hanno annunciato di avere sottoscritto un protocollo d’intesa per l’utilizzo di InCare62, un software la costruzione, l’attuazione e il monitoraggio del Progetto di Vita individuale, personalizzato e partecipato. Prima di siglare questo protocollo sono state sentite le persone con disabilità e le Associazioni che le rappresentano? Che differenza c’è tra Matrici e InCare62? È stata verificata la scientificità di questi strumenti? Quante strutture residenziali e semiresidenziali gestisce direttamente ANFFAS sul territorio nazionale? Queste sono solo alcune delle domande che pone il Coordinamento PERSONE.

Non bastavano la “legge sul caregiver” [si veda la nota del 12 novembre 2025 a questo link, N.d.R.] e la nuova Legge Delega 167/25 (Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie, si veda in particolare l’articolo 16). Il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) annunciano un protocollo d’intesa per l’utilizzo di un software che risolverà i problemi delle persone con disabilità [se ne legga a questo link, N.d.R.].
Ci tengono ad informarci, fin dalle prime righe del comunicato stampa, che «lo strumento è pienamente coerente con la riforma in materia di disabilità e con i principi del D. lgs. n. 62/2024, costituendo un tassello strategico per l’attuazione del progetto di vita».
Un tassello strategico. E chi l’avrebbe stabilito, di grazia? Cos’è, un’autocertificazione?
Dovremmo crederci sulla fiducia? Dove sono e quali sono i riferimenti che dimostrano questa compatibilità e sulla base di quale interpretazione della riforma?
Volete sapere chi l’ha progettato? Il Consorzio La Rosa Blu. Che poi, in realtà, è sempre ANFFAS. Che è la stessa ANFFAS citata all’art 9 comma 4 del Decreto Legislativo 62/2024. Una sorta di prequel.
Un sistema digitale avanzato, una piattaforma che garantisce la privacy e l’intelligenza artificiale al servizio del Progetto personalizzato e partecipato.
Non siete contenti?
Avete presente tutte le volte che vi siete sentiti dire «eh ma è difficile! (fare il progetto personalizzato)». Fatto, risolto, ci pensa Matrici. Ops, scusate, InCare62.
E qui, però, si apre un problema enorme: visto che continuano a ripeterci che non ci sono i soldi e adesso scopriamo che con il software avremo i progetti personalizzati, come li finanzieranno?
Anche questo lo risolve InCare62? Forse.
Inserendo dati su un software risolvo due problemi in un solo colpo: non devo fare i conti con la complessità umana e, di conseguenza, diminuisce la possibilità che ne esca un vero progetto personalizzato, a favore di una più modesta ma redditizia residenza. E per quella i soldi ci sono, altrimenti non si capirebbe tutto questo berciare.
Il mandato è chiaro: mantenere tutto com’è, cambiando le parole. Questo protocollo d’intesa ne è l’ennesima prova.
A questo punto chiediamo alla Ministra Locatelli, al Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità e all’ANFFAS:
- Prima di siglare il Protocollo d’intesa con ANFFAS, sono state sentite le persone con disabilità e le Associazioni che le rappresentano?
- Che differenza c’è tra Matrici e InCare62?
- È stata verificata la scientificità di questi strumenti?
- Se sì, potete fornirci la letteratura scientifica in merito?
- Quante persone fra quelle che hanno usato Matrici hanno, ad oggi, un progetto personalizzato che non sia articolato nell’offerta territoriale dei servizi, ma che sia stato immaginato e implementato al di fuori di essi?
- Quante strutture residenziali e semiresidenziali gestisce direttamente ANFFAS sul territorio nazionale? E quante quelle “a marchio” ANFFAS?
- Le grandi Associazioni erano al corrente del protocollo? L’hanno assecondato con la consueta indulgenza o, invece, hanno provato a contrastarla? In ogni caso: perché nessuno ne ha parlato? Se non lo sapevano, perché le Associazioni maggiormente rappresentative non riescono a farsi riconoscere come interlocutori indispensabili per qualunque progettualità istituzionale che riguardi la vita delle persone con disabilità?
Non è una provocazione. Sono domande alle quali, come persone con disabilità e familiari, pretendiamo di avere risposta.
* PERSONE è il Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità.
Per maggiori informazioni: personecoordnazionale@gmail.com e ufficiostampa@personecoordnazionale.it
Ultimo aggiornamento il 7 Dicembre 2025 da Simona