Il 18 aprile scorso è stato presentato ufficialmente il percorso “Rosa Point”, un servizio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi (Firenze), rivolto alle donne con disabilità motoria e sensoriale.
Il servizio è attivabile su appuntamento*, e gestisce percorsi diagnostico-terapeutici inerenti le problematiche ostetrico-ginecologiche, la prevenzione oncologica del tumore della mammella, i tumori dell’apparato genitale femminile, e le gravidanze a rischio. Sono erogate le seguenti prestazioni: prime visite e visite di controllo, programmazione di approfondimenti diagnostici, prelievo di campioni (tamponi, pap test).
Abbiamo rivolto alcune domande a Francesca Gallori e Costanza Loni, dell’associazione Habiliaonlus, che hanno collaborato alla progettazione del servizio, insieme con le dott.sse Angela Maria Becorpi e Mariarosaria Di Tommaso, referenti del “Rosa Point”.
Sebbene sia stato inaugurato ufficialmente in questi giorni, il percorso “Rosa Point” è attivo già da un anno e mezzo. Quali riscontri avete avuto?
«Sicuramente questo nuovo servizio rappresenta un grande passo avanti nell’accesso delle persone con disabilità a tutti i servizi sanitari, in particolare, per noi donne, a quelli ostetrico-ginecologici. Il percorso, essendo una novità per la Toscana, sarà oggetto di continui miglioramenti. Per questo contiamo molto sui suggerimenti e anche sulle critiche delle pazienti che già hanno usufruito di tale percorso per venire incontro alle varie tipologie di disabilità.»
Quali accorgimenti di accessibilità sono stati adottati nella realizzazione del servizio?
«Quello più importante è sicuramente l’acquisto da parte dell’AOUC (Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi) di due lettini ginecologici accessibili, provvisti di fermapolpacci. Ci sono, inoltre, un parcheggio per disabili nelle vicinanze dell’ingresso, un percorso accessibile segnalato con apertura automatica delle porte d’ingresso, un ambulatorio con all’interno bagni adattati nei limiti delle dimensioni delle strutture esistenti. Stiamo inoltre chiedendo un sollevatore per chi non riesce a trasferirsi sul lettino, anche se è disponibile il personale infermieristico per prestare assistenza. Il prossimo passo sarà l’adattamento degli ambienti per il ricovero.»
Le donne con disabilità sono state coinvolte nella progettazione del servizio? Se sì, in che modo?
«Assolutamente sì. Anzi, questa richiesta del “Rosa Point” è proprio partita da alcune donne con disabilità motoria che in precedenza avevano usufruito dei servizi di ginecologia e ostetricia, e che sentivano la necessità di un servizio più consono alle loro esigenze. In seguito abbiamo chiesto ad altre donne disabili di collaborare con i tecnici dell’ospedale, partecipando a riunioni specifiche e sopralluoghi per trovare le soluzioni che meglio si adattassero a più tipologie di disabilità fisica.»
Il servizio è integrato nell’ambito dei servizi sanitari rivolti a tutte le donne, o si configura come un percorso distinto e dedicato?
«Per quanto riguarda le visite presso la Maternità di Careggi è sicuramente integrato con tutti i servizi per le donne con slot dedicati, per esempio, a eventuali ecografie trans-vaginali, mammografie e altri esami diagnostici usufruibili lo stesso giorno della visita al bisogno. Per le visite all’Unità Spinale, queste prevedono un percorso per le lesioni midollari e la sola visita ginecologica di base con eventuale pap test e tampone vaginale.»
Le donne con disabilità sono esposte al rischio di violenza in misura maggiore delle altre donne, il percorso “Rosa Point” è predisposto per rilevare eventuali indizi di maltrattamenti e violenze? In tal caso, quali procedure vengono attivate?
«Su questo tema molto delicato, in special modo per le donne disabili, stiamo lavorando e raccogliendo informazioni.»
Sempre a Firenze è attivo dal 2005 il percorso ASDI (Assistenza Sanitaria Disabilità Intellettiva), che però, a differenza del percorso “Rosa Point”, non ha una connotazione legata la genere. La qual cosa lascia supporre che per la salute delle donne con disabilità intellettiva è previso un percorso differenziato rispetto alle donne con altri tipi di disabilità. È un’interpretazione corretta? In tal caso, quali motivazioni sono alla base di questa scelta organizzativa?
«Sì è corretto. La scelta iniziale è stata casuale, perché il percorso ASDI è nato molto prima. Di fatto però le necessità assistenziali e di accesso sono molto diverse, lo dimostra il fatto che non erano stati affrontati alcuni aspetti fondamentali per le donne con disabilità fisica. Infatti abbiamo constatato che le donne con disabilità psichica necessitano di accorgimenti quali, per esempio, l’essere sedate durante la visita, di cui le donne con disabilità motoria non hanno bisogno. Al contrario queste ultime chiedono come priorità l’accessibilità del lettino, dei bagni, e materiale per auto cateterismo, se necessario durante la visita.»
Simona Lancioni
Responsabile del centro Informare un’h di Peccioli (PI)
* Per appuntamenti:
– Per Unità Spinale e Maternità: presso Punto prenotazione maternità, tel. 055 794 7605, e-mail cupmaternita@aou-careggi.toscana.it
– Per Unità Spinale: di persona presso l’Unità Spinale o tel. 055 794 8327, dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00
Sedi di attività
– Padiglione 7 Maternità e Ginecologia, piano -1, stanza 109, presso Area di osservazione Materno (accesso auto da via Caccini > via Lungo il Rio Freddo. Prima della visita in ambulatorio fare l’accettazione amministrativa al piano rialzato.
– Padiglione 24 Unità Spinale, piano terra, stanza 47 (accesso auto da ingresso CTO).
Per approfondire:
Percorso ASDI (Assistenza Sanitaria Disabilità Intellettiva)
L’accessibilità dei servizi di ginecologia e ostetricia alle donne con disabilità, rapporto di ricerca – 2013, a cura di Simona Lancioni, Padova, Gruppo donne UILDM, 2013.
Donne, disabilità e salute. Questioni etiche, strategie e strumenti di tutela nelle politiche per la salute e le pari opportunità, a cura di Marina Galati e Rita Barbuto, Lamezia Terme, Comunità Edizioni, 2008.
Il centro informare un’h promuove la lettura, l’adozione e l’applicazione di questo importante strumento, ed invita caldamente chiunque a contribuire alla sua divulgazione:
Forum Europeo sulla Disabilità, Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea. Uno strumento per attivisti e politici, adottato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall’Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) in seguito ad una proposta del Comitato delle Donne dell’EDF, approvato dalla Lobby Europea delle Donne, revisione realizzata alla luce della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle Persone con Disabilità, versione in lingua italiana, traduzione a cura di Simona Lancioni e Mara Ruele, Peccioli (PI), Informare un’h, 2017, p. 71, in formato pdf.
Ultimo aggiornamento: 10 maggio 2017
Ultimo aggiornamento il 9 Aprile 2019 da Simona