Ritenendo che il numero delle persone sottoposte a contenzione meccanica nelle residenze per anziani che accolgono persone non autosufficienti e con demenza sia un indicatore rilevante per valutare la qualità dei servizi, il Gruppo Solidarietà ha provato a rilevare questo dato nelle Marche. Dalle informazioni fornite dalle Aziende Sanitarie Territoriali è emerso che nelle strutture della provincia di Pesaro e Ascoli Piceno il livello di contenzione oscilla tra il 75 e l’85%. Il dato di Fermo è impreciso, ma è presumibilmente assimilabile a quello delle altre due province. Mentre Ancona e Macerata non hanno fornito i dati. Sul sito del Gruppo Solidarietà è disponibile un approfondimento con le schede di rilevazione ed i commenti di due esperti.

Ritenendo che il numero delle persone contenute nelle residenze sociali e sociosanitarie per anziani che accolgono persone non autosufficienti e con demenza sia un indicatore rilevante per valutare la qualità dei servizi, il Gruppo Solidarietà, un’importante realtà marchigiana impegnata da oltre quarantacinque anni nella difesa e nella promozione dei diritti delle persone con disabilità, ha provato a rilevare questo dato nelle Marche. Dalla richiesta rivolta alle cinque Aziende Sanitarie della regione, è emerso che «nelle strutture della provincia di Pesaro e Ascoli Piceno il livello di contenzione oscilla tra il 75 e l’85%. Dal dato di Fermo non si riesce a desumere una percentuale che presumibilmente può essere assimilabile alle altre due. Non sono presenti i dati dell’AST di Ancona e Macerata. La prima ha ritenuto la richiesta non adeguatamente formulata; la seconda, invece non ha proprio risposto», spiegano dal Gruppo Solidarietà, che all’indagine ha dedicato uno specifico approfondimento, liberamente fruibile al seguente link.
Comunque lo si voglia guardare, osservano ancora dal Gruppo Solidarietà, si tratta di un dato «sufficientemente impressionante», «un indicatore estremamente significativo, che una volta accertato, e soprattutto evidenziato, richiederebbe analisi accurata delle cause (è un problema di modello organizzativo? gli standard sono inadeguati? la paura di contenziosi legali? ecc..), ed urgenti interventi finalizzati ad una [sua] significativa riduzione. L’auspicio e l’augurio che la pubblicazione di questi dati, possa stimolare, accanto ad analisi e riflessioni, azioni volte a cambiare questa situazione. L’impressione è che troppe volte “una cinta non la si neghi a nessuno”».
Oltre a rendere disponibili i dati e le schede di rilevazione, l’approfondimento è arricchito dai commenti di due esperti: Letizia Espanoli, consulente e formatrice, esperta servizi persone con demenza (se ne legga a questo link), e Pietro Landra, geriatra, già direttore della struttura complessa “Geriatria Territoriale” a Torino, attualmente direttore sanitario della residenza sanitaria assistita “Il Trifoglio” di Torino. Due figure amiche del Gruppo Solidarietà, che nel tempo ha ospitato diversi loro contributi sulla propria rivista, «Appunti sulle politiche sociali».
«Quando la cura diventa prigionia. In alcune case per anziani oltre l’80% dei residenti è contenuto. In altre, molto meno. Non è il bisogno clinico a decidere, ma la cultura organizzativa. La contenzione non protegge: mortifica. La vera sicurezza nasce da ambienti adattati, formazione e relazione. La domanda resta: perché in certi luoghi si sceglie di legare e in altri di liberare?», si chiede, tra le altre cose, Espanoli.
Questo, invece, è uno dei passaggi più significativi del commento di Landra: «L’attenzione è stata giustamente focalizzata sulla contenzione meccanica, non dimentichiamo tuttavia che esistono altri tipi di contenzione, in particolare quella farmacologica, meno visibile ma diffusissima. In ambito psichiatrico la scoperta negli anni ‘50 della Clorpromazina (primo farmaco antipsicotico) aveva permesso di ridurre l’uso della contenzione meccanica; nelle nostre RSA ho la sensazione che ciò non avvenga, il farmaco purtroppo non sostituisce le cinture e le sponde ma si affianca a loro». (S.L.)
Per informazioni: centrodoc@grusol.it
Vedi anche:
Sito del Gruppo Solidarietà.
Ultimo aggiornamento il 8 Ottobre 2025 da Simona