Si deve alla Società Italiana di Pediatria la prima Guida alle differenze di genere in età pediatrica che approfondisce l’incidenza della variabile genere in relazione alle diverse patologie e problematiche che interessano i bambini e le bambine e gli/le adolescenti. Alcune delle evidenze rilevate: i neonati maschi hanno un rischio doppio di avere una forma grave di bronchiolite rispetto alle neonate femmine, mentre la possibilità di andare incontro a una pubertà precoce è da 10 a 20 volte superiore nelle bambine rispetto ai bambini. E ancora, la scoliosi ha una prevalenza sino a 7 volte maggiore nelle ragazze, mentre i disturbi dello spettro autistico sono 4 volte più frequenti nei maschi.
In occasione del 77° Congresso Italiano di Pediatria, organizzato dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) a Sorrento (Napoli) dal 18 al 21 maggio, è stata presentata la prima Guida alle differenze di genere in età pediatrica che approfondisce l’incidenza della variabile genere in relazione alle diverse patologie e problematiche che interessano i bambini e le bambine e gli/le adolescenti.
Partendo dall’assunto che le differenze che caratterizzano maschi e femmine sin dalla nascita hanno un’incidenza anche sulla prevalenza di alcune patologie, sulla risposta alle terapie e sulla prognosi, la Guida si propone di indagare tali differenze perché, si legge nella parte introduttiva, «conoscerle può essere di aiuto per una prevenzione più mirata e un diverso approccio clinico al paziente. Prevenire alcune patologie grazie a screening mirati (scoliosi, malattia di kawasaki, disturbi dello spettro autistico) così come trattare in maniera più specifica, a seconda del sesso, alcune patologie potrebbe permettere di ridurre le complicanze e di migliorare la prognosi delle stesse». La guida è rivolta ai genitori con lo scopo di aiutarli ad orientarsi nelle differenze di genere.
Alcune di queste patologie si manifestano già nei primi anni di vita, mentre altre diventano più evidenti dopo la pubertà e in età adulta. I neonati maschi, ad esempio, hanno un rischio doppio di avere una forma grave di bronchiolite rispetto alle neonate femmine, mentre la possibilità di andare incontro a una pubertà precoce è da 10 a 20 volte superiore nelle bambine rispetto ai bambini. E ancora, la scoliosi ha una prevalenza sino a 7 volte maggiore nelle ragazze, mentre i disturbi dello spettro autistico sono 4 volte più frequenti nei maschi.
«Nel 2019 la SIP ha creato un Gruppo di Studio sulla Medicina di Genere in Pediatria con l’obiettivo di promuovere un nuovo approccio alla medicina, dal neonato all’età adolescenziale, che ponga una maggiore importanza alle differenze determinate dal sesso e dal genere», chiarisce Annamaria Staiano, presidente della SIP.
«Le statistiche e i numeri non ci spiegano ancora se la causa di queste diversità risieda in fattori genetici, metabolici, ormonali, ambientali o in altro ancora – integra Isabella Tarissi de Jacobis, segretaria del Gruppo di Studio sulla Medicina di Genere della SIP –. Sensibilizzare non solo i medici, ma anche i genitori, a questo nuovo approccio può creare la giusta sinergia affinché diventi sempre più concreto un percorso clinico differenziato e indirizzato al genere».
Per far comprendere com’è strutturata la Guida trascriviamo di seguito i testi che illustrano il diverso funzionamento del sistema immunitario e la diversa esposizione al fenomeno del bullismo.
Sistema immunitario
«Il sistema immunitario funziona diversamente nel maschio e nella femmina. Quello femminile è più efficiente e ciò si traduce in una maggiore suscettibilità dei maschi alle infezioni e alle allergie. D’altro canto, però la “reattività” più intensa del sistema immunitario nelle femmine ha anche alcuni aspetti negativi perché una più elevata risposta immune può sfociare nello sviluppo di malattia grave e nella comparsa di autoimmunità. Queste differenze tra sessi sono meno pronunciate nei bambini rispetto agli adulti perché il sistema immunitario è in via di sviluppo, tuttavia, alcune diversità si manifestano fin dalle prime epoche di vita. I neonati maschi, così come i lattanti e i bambini di età inferiore a 2 anni, sono più spesso interessati da infezioni respiratorie. Nei Paesi in via di sviluppo è stato dimostrato che i bambini maschi sono a maggior rischio delle femmine di contrarre infezioni protozoarie come malaria, leishmaniosi e amebiasi e infezioni da trematodi o nematodi. Nei maschi il rischio di tubercolosi è doppio di quello delle femmine e maggiore è anche la suscettibilità all’infezione da virus dell’epatite B. Il rischio di contrarre l’influenza è maggiore nei maschi che nelle femmine, ma queste ultime hanno maggiore probabilità di sviluppare malattie gravi a decorso infausto. La maggiore reattività del sistema immunitario nelle femmine è considerata una delle ragioni della maggiore frequenza di malattie autoimmuni nei soggetti di sesso femminile. Quasi l’80% dei casi di lupus eritematoso sistemico, di malattie tiroidee autoimmuni, di sclerodermia, di miastenia grave o di sindrome di Sjögren sono diagnosticate nelle donne. In conclusione, il sesso può giocare un ruolo notevole nel condizionare l’efficienza del sistema immunitario. Nel bambino ciò ha relativa importanza, maggior valore può averlo nell’adolescente per il ruolo degli ormoni nel condizionare la funzione del sistema immunitario e per la più elevata probabilità di un effetto condizionante dei fattori ambientali.
Verso un vaccinologia di genere? Le risposte immunitarie più intense nelle femmine rispetto ai maschi sarebbero anche alla base di una diversa risposta immunitaria ai vaccini. Infatti, nelle femmine si raggiungono titoli di anticorpi protettivi in risposta ai vaccini significativamente più elevati che nei maschi. Le differenze di genere sono oggetto di approfondimento e potrebbero aprire la strada alla cosiddetta “vaccinologia di genere”, il che in futuro potrà portare a una prevenzione più mirata e differenziata per sesso».
Bullismo
«Anche il bullismo risente delle differenze di genere. Secondo un’indagine condotta dall’Istat le ragazze risultano essere vittime soprattutto di violenza psicologica (68% dei casi), mentre tra i maschi la violenza psicologica rappresenta il 35% dei casi. Prendere in giro per l’aspetto fisico o il modo di parlare è più frequente tra ragazze (7,1% femmine rispetto al 5,6% maschi), mentre botte, calci e pugni sono più frequenti tra i maschi (2,2% femmine rispetto al 5,3% maschi). Le ragazze, inoltre, si confidano di più con amiche e parenti (solo poco più del 25% preferisce tacere) magari nella speranza che l’episodio sia isolato, mentre il 33% dei ragazzi preferisce la via del silenzio».
Nel sito della SIP sono pubblicate diverse infografiche che illustrano la differente esposizione di bambini e bambine alle diverse patologie e problematiche che interessano l’età pediatrica, ne proponiamo una che sintetizza in modo schematico i contenuti della pubblicazione. (S.L.)
Vedi anche:
Società Italiana di Pediatria, Guida alle differenze di genere in età pediatrica, 2022, 24 pagine. La Guida è stata redatta da: Angelo Gabriele Aulisa (Ospedale Bambino Gesù), Mauro Bozzola (Università di Pavia), Carmela Bravaccio (Università Federico II, Napoli), Susanna Esposito (Università di Parma), Pietro Ferrara (Campus Biomedico, Roma), Marco Giordano (Ospedale Bambino Gesù), Elena Inzaghi (Ospedale Bambino Gesù), Claudia Mandato (Università di Salerno) Alessandra Marchesi (Ospedale Bambino Gesù), Rocco Russo (Tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive SIP), Renato Toniolo (Ospedale Bambino Gesù).
Società Italiana di Pediatria – SIP.
Ultimo aggiornamento il 20 Maggio 2022 da Simona