Lo scorso marzo l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha iniziato a pubblicare sul proprio sito le risposte alle domande più frequenti (FAQ) sulle misure per le persone con disabilità in relazione al Coronavirus. La pagina dedicata è costantemente aggiornata segnalando eventuali nuovi provvedimenti emanati. Di seguito le FAQ aggiornate al 13 ottobre 2020.
Le domande e le risposte sono aggiornate agli ultimi DPCM [Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, N.d.R.], agli ultimi Decreti-Legge e alle ultime ordinanze ministeriali. Per le norme in vigore in specifici territori, si rimanda ai siti istituzionali delle Regioni, delle Province Autonome e dei Comuni, che possono approvare regolamentazioni più restrittive di quelle nazionali.
Si consiglia di leggere integralmente il contenuto di ogni sezione senza limitarsi alla singola domanda/risposta.
Informazioni generali
Dove posso trovare le informazioni sui provvedimenti del Governo in merito al contrasto del nuovo Coronavirus e relative alle persone con disabilità?
La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute pubblicano tutti gli aggiornamenti relativi al nuovo Coronavirus su questo sito.
Aggiornamenti specifici relativi alle norme che riguardano le persone con disabilità sono pubblicati sul sito dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, dove vengono pubblicati anche i vademecum del Ministero della Salute in forma accessibile.
Dove posso trovare informazioni sulle misure economiche, i fondi e i bonus destinati alle persone con disabilità?
Le misure, i fondi e i bonus destinati alle persone con disabilità sono elencati in questa pagina.
Sono un familiare di una persona con disabilità intellettiva e/o relazionale e/o con disturbi del neurosviluppo. Ci sono dei consigli specifici per questo momento di emergenza?
L’Unità di crisi Covid-19 di Anffas Nazionale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) ha realizzato una guida (Prima parte, Seconda parte) con informazioni e consigli per le famiglie e i caregivers delle persone con disabilità intellettiva (D.I.) e disturbi del neurosviluppo (ASD) su come gestire il periodo di emergenza.
Le persone sorde o con ipoacusia, a chi devono rivolgersi per informazioni sul nuovo Coronavirus?
Le persone sorde o con ipoacusia per avere informazioni possono utilizzare l’indirizzo email a loro dedicato 1500coronavirus@sanita.it
Come verranno distribuite mascherine alle persone con disabilità e a chi si occupa della loro assistenza?
Su questa pagina è consultabile il sistema “Analisi Distribuzione Aiuti” (ADA), aggiornato in tempo reale e dedicato a dispositivi ed apparecchiature per il contrasto al Coronavirus, distribuiti ogni giorno dalla Protezione Civile alle Regioni e alle Province autonome per fronteggiare l’emergenza.
Sono una persona con disabilità, in quali casi ho diritto ad essere sottoposto a tampone per verificare eventuale contagio da Covid-19?
La valutazione sulla necessità o meno dell’esame viene effettuata caso per caso dalle Autorità Sanitarie. Contatta il tuo medico di base se ritieni di essere a rischio o manifesti i sintomi del Covid-19.
Il mio piano terapeutico è scaduto\scadrà durante l’emergenza. Sono previsti rinvii?
I piani terapeutici che includono la fornitura di ausili, dispositivi monouso e altri dispositivi protesici per incontinenza, stomie e alimentazione speciale, laringectomizzati, per la prevenzione e trattamento delle lesioni cutanee, per patologie respiratorie e altri prodotti correlati a qualsiasi tipo di ospedalizzazione a domicilio, in scadenza durante lo stato di emergenza sono prorogati per ulteriori 90 giorni. Le Regioni adottano procedure accelerate per autorizzare dei nuovi piani terapeutici.
Comportamenti e distanziamento
Quali misure di sicurezza sono obbligatorie per ridurre il rischio di contagio?
Sono vietati gli assembramenti sia nei luoghi pubblici che privati, e bisogna rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro con le altre persone (tranne che se si tratta di conviventi o nel caso di chi assiste persone con disabilità).
Bisogna avere sempre con sé, al di fuori della propria abitazione, la mascherina. È obbligatorio indossarla in tutti i luoghi pubblici (anche all’aperto). Può non essere indossata solo quando ci si trova in luoghi isolati da soli o con persone conviventi. Sono escluse da questi obblighi le persone la cui disabilità è incompatibile con l’utilizzo della mascherina. La mascherina non è obbligatoria nemmeno per gli accompagnatori e gli operatori di assistenza nel caso sia incompatibile con il tipo di disabilità.
È fortemente raccomandato l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi, a maggior ragione se si tratta di soggetti fragili.
Si raccomanda comunque l’attenzione al rispetto delle precauzioni e la sanificazione frequente delle mani.
È inoltre consigliato scaricare e attivare sul proprio smartphone la app “Immuni”, l’applicazione ufficiale del Governo Italiano per avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio, anche se sono asintomatici. La app è stata sviluppata rispettando tutti gli attuali criteri di accessibilità.
Le persone con disabilità e i loro accompagnatori\operatori di assistenza devono rispettare la distanza di sicurezza di 1 metro?
Le persone con disabilità motorie o con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sensoriale, problematiche psichiatriche o comportamentali, o non autosufficienti con necessità di supporto, possono ridurre la distanza di sicurezza anche al di sotto di 1 metro con i propri accompagnatori o operatori di assistenza (siano essi lavoratori volontari e non, parenti, conoscenti etc.) nei luoghi pubblici (parchi, negozi, ristoranti etc.).
In che modo è consentito l’accesso ai luoghi pubblici e agli esercizi commerciali nel caso di persone con disabilità che richiedono assistenza?
Le persone con disabilità motorie o con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o sensoriale, problematiche psichiatriche o comportamentali, o non autosufficienti con necessità di supporto, possono ridurre la distanza di sicurezza anche al di sotto di 1 metro con i propri accompagnatori o operatori di assistenza (siano essi lavoratori volontari e non, parenti, conoscenti etc.) anche all’interno dei luoghi pubblici (al coperto e non) e negli esercizi commerciali (es. negozi, bar). Anche in questi casi, la mascherina non è obbligatoria (nemmeno per gli accompagnatori e gli operatori di assistenza) nel caso sia incompatibile con il tipo di disabilità. Si raccomanda in ogni caso il massimo rispetto delle precauzioni come la sanificazione frequente delle mani.
Quali sono le regole per i lavoratori che assistono persone con disabilità o lavorano in case e strutture in cui sono presenti persone con disabilità?
È strettamente necessario attenersi alle misure di sicurezza per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili.
Per i lavoratori volontari e non, sanitari e non sanitari, ed i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari che nello svolgimento della loro attività sono oggettivamente impossibilitati a mantenere la distanza interpersonale di un metro, è obbligatorio indossare i dispositivi di protezione individuale le mascherine chirurgiche reperibili in commercio (i lavoratori sono autorizzati all’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio). L’utilizzo delle mascherine da parte degli operatori non è obbligatorio nel caso sia incompatibile con il tipo di disabilità.
Centri per disabili
Sono aperte le strutture semiresidenziali per disabili?
Dal 4 maggio 2020, le strutture a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario potranno riaprire in base a piani territoriali, adottati dalle Regioni. Le strutture possono essere riaperte a condizione che si possa garantire il rispetto delle misure di contenimento del virus e di tutela della salute degli utenti e degli operatori, prevedendo (se non esistono già) specifici protocolli. Gli spostamenti verso queste strutture possono avvenire anche da regione a regione, ma vanno autocertificati come “motivi di salute”.
Durante la sospensione delle attività sociosanitarie e socioassistenziali nei centri diurni, le pubbliche amministrazioni forniscono inoltre, anche su proposta degli enti gestori di specifici progetti e avvalendosi del personale disponibile già impiegato in tali servizi, prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza. Queste prestazioni saranno fornite nel rispetto delle misure di sicurezza e senza creare aggregazione.
Posso visitare un mio familiare ospitato in modo continuativo in una struttura residenziale?
A partire dal 4 maggio 2020, l’accesso di parenti e visitatori, in questi casi, è sottoposto ai limiti fissati dalla Direzione Sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.
In caso di chiusura dei centri diurni per disabili, sono garantite le prestazioni sanitarie fondamentali?
Sì. Le regioni e le province autonome hanno facoltà di istituire unità speciali atte a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio.
Inoltre, su decisione delle ASL e d’accordo con i gestori, i Centri in cui vengono effettuate prestazioni sanitarie indifferibili rimangono attivi a condizione che si possa garantire il rispetto delle previste misure di contenimento del virus.
Come posso verificare se nella mia Regione è attiva l’unità speciale per l’assistenza sanitaria a domicilio per le persone che frequentano i centri diurni per disabili?
Puoi verificarne l’attivazione contattando la tua Regione tramite i numeri verdi regionali dedicati.
L’assenza dalle attività del Centro durante l’emergenza ne comporta l’esclusione?
No. Se durante lo stato di emergenza ci si assenta dalle attività delle strutture sottoposte a chiusura o di quelle ancora aperte non si perderà il diritto a frequentare il Centro.
Con la riapertura di parchi, giardini pubblici e altri luoghi dove si svolgono attività organizzate per i bambini gli adolescenti con la presenza di operatori, sono previste misure particolari per i bambini e i ragazzi con disabilità?
Gli allegati al DPCM del 17/05/2020 stabiliscono protocolli di sicurezza per questo tipo di luoghi e attività (per il periodo estivo), specificatamente anche riguardo la presenza e l’accoglienza di bambini e ragazzi con disabilità.
Sono un lavoratore dipendente, posso chiedere lo smart working (o lavoro agile) per stare vicino ad un mio parente rimasto a casa dopo la chiusura dei centri diurni per disabili?
Sì. È un tuo diritto utilizzare in questo caso lo smart working (o lavoro agile), a patto che questa modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa normale.
Lavoro
In quali casi si ha diritto allo smart working (o lavoro agile)?
I lavoratori dipendenti con disabilità cui è riconosciuta la condizione di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità cui è riconosciuta la condizione di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, hanno diritto allo smart working, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione. Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie con ridotta capacità lavorativa è riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle richieste per lo smart working.
Queste disposizioni si applicano anche ai lavoratori cui è stata certificata una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, e ai loro familiari conviventi.
(Fino al 15 ottobre 2020 per i lavoratori dipendenti pubblici e
privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, il periodo di assenza dal servizio è equiparato al ricovero ospedaliero ed è prescritto dalle competenti autorità sanitarie, nonché dal medico di assistenza primaria che ha in carico il paziente, sulla base documentata del riconoscimento di disabilità o delle certificazioni dei competenti organi medico-legali di cui sopra, i cui riferimenti sono riportati, per le verifiche di competenza, nel medesimo certificato.)
A decorrere dal 16 ottobre e fino al 31 dicembre 2020, i lavoratori fragili di cui al comma 2 svolgono di norma la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto.
Per ulteriori chiarimenti relativi alla Quarantena/sorveglianza precauzionale, alla Quarantena per ordinanza amministrativa e al Lavoro Agile, si rimanda al messaggio n. 3653 di INPS.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2020 da Simona