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Bologna celebra i cent’anni dalla nascita di Franco Basaglia

Che ne è della psichiatria bolognese a cent’anni dalla nascita di Franco Basaglia? Quello tracciato dall’Associazione locale “Diritti senza barriere” è un quadro sconfortante. Un quadro in cui le persone con disabilità mentale vengono concentrate nei medesimi ambienti, senza prestare attenzione al grado di gravità, senza percorsi terapeutici personalizzati, con l’impiego degli psicofarmaci quale unica risposta, senza nessuna considerazione dei bisogni individuali. Una situazione che deve finire, non essedo accettabile che una città con una tradizione democratica come quella di Bologna continui a macchiarsi di una tale violazione dei diritti umani.

Un primo piano di Franco Basaglia.

Anche chi non si occupa di psichiatria ha certamente sentito parlare di Franco Basaglia (1924-1980), lo psichiatra e neurologo ispiratore della Legge 180/1978, anche nota, appunto, come “Legge Basaglia”, che riformò questa disciplina. Per il centenario della sua nascita anche la città di Bologna vuole ricordare questa importante figura con una serie di iniziative.

«Ma che ne è della psichiatria bolognese?» Si chiede l’Associazione Diritti senza barriere. Mentre l’approccio medico si orientava verso la specializzazione, individuando professionalità e luoghi dedicati alle singole patologie, l’orientamento bolognese sembra essere andato in una direzione opposta.
Le persone con disabilità mentale vengono concentrate nei medesimi ambienti, senza prestare attenzione al grado di gravità, senza percorsi terapeutici personalizzati, con l’impiego degli psicofarmaci quale unica risposta, senza nessuna considerazione dei bisogni individuali, sia terapeutici che di alloggio.
«Al di là delle denominazioni, i servizi psichiatrici residenziali bolognesi non sono altro che dei “manicomietti”, istituzioni totali nelle quali i pazienti sono “sepolti vivi”», spiegano dall’Associazione. Non vi è riguardo nemmeno per i casi più gravi e complessi, che richiederebbero la stessa attenzione riservata alle patologie oncologiche, e la cui complessità è spesso una conseguenza dell’incuria dei servizi.
Ciò aggrava le condizioni dei pazienti e rende quasi impossibile per i loro familiari fornire un contributo curativo che duri nel tempo.

Per questi motivi l’Associazione Diritti senza barriere chiede che la psichiatria bolognese garantisca che ogni persona riceva le cure e le terapie specialistiche adeguate alla propria diagnosi ed in luoghi appropriati, tenendo conto delle caratteristiche delle persone, non essedo accettabile che una città con una tradizione democratica come quella di Bologna continui a macchiarsi di una tale violazione dei diritti umani. (S.L.)

 

Per informazioni: Associazione Diritti senza barriere di Bologna dirsenbar@yahoo.it

 

Ultimo aggiornamento il 5 Marzo 2024 da Simona