di Stefania Delendati*
Si chiama “AidHome” (“aiuto in casa”) ed è un’app pensata per supportare le persone con disabilità intellettive nella gestione della quotidianità, nata dalla vita quotidiana di un giovane, Fabio Koichi Begnini, sviluppatore di applicazioni, che si è “ispirato” al fratello con sindrome di Down. È già disponibile sia per dispositivi Android che iOS, ed è utilizzabile gratuitamente. Andiamo a scoprirla insieme al suo stesso creatore.

È spesso dall’esperienza personale, dalla necessità di trovare una soluzione a problemi più o meno grandi, che nascono idee rivoluzionarie. Succede da sempre, lo sanno bene le persone con disabilità che per superare gli ostacoli di ogni giorno si ingegnano con “invenzioni” fai da te che poi, oggi che la rete permette di condividere le competenze acquisite sul campo con un vasto pubblico, diventano a volte patrimonio di tutti e tutte.
Anche il progetto di cui parliamo oggi si sposa con la tecnologia ed è nato dalla vita quotidiana di un giovane, Fabio Koichi Begnini, sviluppatore di applicazioni, che si è “ispirato” al fratello con sindrome di Down per creare un’app pensata per supportare le persone con disabilità cognitive nella gestione della quotidianità.
Si chiama AidHome, letteralmente “aiuto in casa”, è già disponibile sia per dispositivi Android che iOS, ed è utilizzabile in modo completamente gratuito, se è vero che soltanto per le funzioni che sfruttano l’intelligenza artificiale è necessario guardare alcuni brevi video pubblicitari. È un’applicazione che aiuta a vestirsi, fare le pulizie di casa, cucinare in base agli ingredienti disponibili, fare la spesa.
AidHome è stata realizzata ascoltando le esigenze delle persone che la usano e degli operatori sociosanitari che le supportano. L’interfaccia è accattivante e intuitiva, le icone sono grandi, i colori chiari e i contrasti studiati per facilitare la navigazione; inoltre può essere impostata con parametri personalizzati per adeguarsi meglio alle esigenze individuali, come lo stile dell’abbigliamento e i gusti alimentari. Un’idea, dunque, che punta a fare la differenza anche grazie alle Associazioni di categoria che possono avere all’interno dell’app un account dedicato attraverso il quale gli educatori coinvolgono ragazzi e ragazze attivamente, assegnando loro piccoli compiti da svolgere direttamente tramite l’applicazione, così da creare un ambiente di confronto e sostegno continuo.
Ci racconta tutto il suo stesso sviluppatore, Fabio Koichi Begnini, dalla genesi del progetto allo stato attuale, per arrivare alle idee in cantiere per migliorarla e renderla sempre più utile alle persone che necessitano di acquisire maggiore indipendenza.
AidHome nasce dalla sua esperienza personale. Ci può raccontare questo aspetto del progetto?
«AidHome nasce da una situazione molto semplice della mia vita quotidiana. Ho un fratello di 12 anni più piccolo, con sindrome di Down. Un giorno mia mamma, scherzando, mi mandò una sua foto: stava andando a prendere il pane in pieno inverno con il giubbotto… ma in pantaloncini corti. Mi fece sorridere, ma allo stesso tempo accese in me una scintilla: perché non usare la tecnologia per aiutarlo a essere più autonomo, iniziando proprio dal suggerimento dei vestiti in base al meteo? Da lì il progetto è cresciuto: AidHome è diventato un assistente a 360 gradi, pensato per supportare le persone nelle attività quotidiane, dalla gestione della casa alla memoria delle cose da fare. Questo percorso mi ha portato anche a vincere il primo premio al The HackersGen Event 2024».
Allo sviluppo dell’app hanno partecipato anche persone con disabilità cognitive?
«Lo sviluppo tecnico dell’app l’ho realizzato interamente da solo, ma i feedback delle persone con disabilità sono stati fondamentali per modellare l’esperienza d’uso. Sono stati preziosi per capire cosa semplificare, quali funzioni risultavano intuitive e quali invece richiedevano modifiche.
Uno degli esempi più importanti riguarda la cucina: per aggiungere gli ingredienti si può usare la voce, e l’intelligenza artificiale riesce a riconoscerli anche se non vengono dettati in modo perfetto od ordinato».
Sono stati coinvolti professionisti del settore sociosanitario?
«Sì, il confronto continuo con educatori e operatori del settore ha avuto un ruolo rilevante, soprattutto nella definizione delle routine domestiche e dei percorsi guidati. Il loro contributo è stato utile per creare funzionalità realmente spendibili nella vita quotidiana degli utenti».
Cosa può fare AidHome? È già stata testata da alcune persone?
«Oggi AidHome permette di seguire passo passo la pulizia delle stanze, indicando cosa prendere e come procedere fino al completamento, suggerisce come vestirsi in base al meteo reale della propria zona, aiuta a creare una lista della spesa o scegliere il programma della lavatrice in base ai capi da lavare. Genera inoltre ricette a partire dagli ingredienti detti o scritti, guidando poi tutta la preparazione in modo semplice. L’app è già utilizzata quotidianamente da circa 80 utenti attivi, da nord a sud Italia».
Quali funzioni hanno riscosso maggiore successo nella gestione della quotidianità e nel miglioramento dell’autonomia?
«Le funzioni più apprezzate sono quelle dedicate alle pulizie domestiche. Aiutano le persone a costruire una routine e a sviluppare maggiore consapevolezza delle responsabilità legate all’autonomia in casa. Non si sentono spettatori, ma protagonisti attivi del proprio percorso».
Il progetto prevede anche il coinvolgimento di Associazioni di categoria. In che modo?
«Il coinvolgimento delle Associazioni è fondamentale, permette di raggiungere le famiglie e le persone che possono davvero beneficiare dell’app. L’obiettivo è collaborare con loro per testare nuove funzionalità, organizzare momenti di formazione e raccogliere direttamente i bisogni degli utenti.
Da poco abbiamo introdotto una dashboard (“pannello di controllo”) dedicata alle Associazioni: se l’utente lo desidera, gli educatori possono assegnare compiti, monitorarne lo svolgimento e mantenere una continuità tra ciò che si fa in sede associativa e ciò che si fa a casa».
È prevista l’implementazione di altre funzioni? E se sì, quali?
«Assolutamente sì. Stiamo lavorando a diverse novità, ad esempio una modalità dedicata agli operatori, un’altra per condividere i progressi con la famiglia, un sistema di supporto alle abilità sociali, oltre ad un modulo per la sicurezza domestica e gli spostamenti. L’obiettivo è far crescere AidHome in modo continuo, sempre ascoltando chi la utilizza ogni giorno».
Per ulteriori informazioni: info@aidhome.it e il sito raggiungibile a questo link.
* Il presente testo è già stato pubblicato sulla testata «Superando», e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2025 da Simona