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Adesso basta! Senza Riforma sulla disabilità non c’è futuro

Comunicato congiunto di PERSONE (Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità), Movimento antiabilista e UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale)

La notizia del differimento del termine di decorrenza dell’applicazione, nell’intero territorio nazionale, della disciplina relativa ai nuovi procedimenti pubblici per le persone con disabilità ha riacceso il confronto tra diversi soggetti impegnati nella rivendicazione dei diritti delle persone con disabilità. Volentieri diamo spazio al comunicato congiunto del Coordinamento PERSONE, del Movimento antiabilista e dell’UNASAM.

Una giovane donna mostra a favore di camera il palmo della propria mano su cui è scritta la parola “stop”.

Finora le persone con disabilità hanno solo potuto sognare di scegliere liberamente per la propria vita. Ma dal 2021 la legge delega 227 ha sancito che i servizi per la disabilità debbano andare incontro a una riforma radicale della loro organizzazione. Con l’attuazione della 227 e dei suoi decreti attuativi, non ci sarà più spazio per interpretazioni arbitrarie di che cosa significhi “qualità di vita” per le persone con disabilità, perché saranno loro stesse a definirla. Questo significa anche dirigere i fondi, oggi destinati in grande misura alle strutture residenziali e semiresidenziali, verso progetti di vita personalizzati e partecipati, di cui sia titolare la stessa persona con disabilità, che potrà disporre di un budget di progetto da impiegare per autodeterminare quanto più possibile la propria vita, dato che l’autodeterminazione non è una competenza, ma una necessità. Non ci saranno più fondi destinati all’abitare che debbano essere spesi solo e obbligatoriamente presso strutture residenziali, ma la persona – se necessario col supporto della sua famiglia – potrà decidere dove, come e con chi vivere, con i sostegni necessari, sia finanziari che di altra natura. Si passerà dalla standardizzazione dei percorsi – a cui siamo stati abituati – a una personalizzazione degli stessi sulla base dei desideri e delle aspirazioni della persona interessata.

La possibilità di ottenere il proprio progetto di vita personalizzato e partecipato, è già posta sotto attacco, grazie ad una stravaganza legislativa che prevede un anno di sperimentazione.

Ma le leggi non si sperimentano, si attuano. 

Come se non bastasse, tra dicembre e febbraio, è stato proposto al Senato un emendamento al disegno di legge di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi” (disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto “milleproroghe”) per spostare il termine della sperimentazione da fine 2025 a fine 2026, rimandando il miraggio di una vita libera al 1 gennaio 2027. Ancora 2 anni di attesa quindi, durante i quali il decreto sul progetto di vita può essere modificato e depotenziato nella sua funzione emancipatoria.

Questo dilazionare i tempi tradisce la volontà di affossare la Riforma: pare che il Governo stia scegliendo di seguire gli interessi economici legati soprattutto al finanziamento delle strutture istituzionalizzanti anziché garantire i diritti delle persone con disabilità, rappresentate ai tavoli dagli stessi gestori di tali strutture. Se questa deriva verrà confermata dai fatti, lo riterremo direttamente e inequivocabilmente responsabile.

La proposta di proroga della sperimentazione è già stata approvata al Senato, ma noi non attendiamo l’approvazione alla Camera per dire: Adesso basta, diventa una battaglia di giustizia sociale!

La Ministra Locatelli ha informato l’Osservatorio Nazionale della Disabilità dell’intenzione di prorogare? Come motiva questa scelta? Ha già deciso chi saranno i capri espiatori? Questa volta a chi si darà la colpa? Ai medici di base? Ai servizi sociali? All’INPS? Alle ASL?

Perché l’associazionismo istituzionale che siede ai tavoli non sta difendendo il diritto alla vita indipendente e autodeterminata delle persone con disabilità? Gli interessi di chi sta rappresentando esattamente?

Ci sono, in questo Paese, persone con disabilità, familiari, attivisti, professionisti, che rifiutano ogni tipo di istituzionalizzazione e segregazione, che rivendicano e riconoscono il diritto di scegliere cosa fare della propria vita attraverso gli strumenti della Riforma. Ne hanno diritto adesso, non domani o fra due anni. Non staremo a guardare, intendiamo costruire una rete che si mobiliti in maniera urgente, coordinata e compatta con varie azioni contro questa scellerata volontà di svuotare di sostanza la Riforma.

Vogliamo il progetto personalizzato e partecipato.

Vogliamo la piena attuazione della Riforma a la vogliamo subito! Adesso basta!

 

Contatti dei soggetti firmatari

PERSONE – Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità personecoordnazionale@gmail.com

Movimento antiabilista movimentoantiabilista@gmail.com

UNASAM Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale unasam@unasam.it

 

Vedi anche:

Ciro Tarantino, Il gioco del silenzio, «Informare un’h», 19 febbraio 2025

 

Ultimo aggiornamento il 20 Febbraio 2025 da Simona