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“Segni contro la violenza di genere”, una campagna co-progettata con le persone sorde

Presentata lo scorso 25 novembre, “Segni contro la violenza di genere” è una campagna di comunicazione concepita per stimolare l’attenzione della comunità sorda sul fenomeno della violenza di genere. Essa è stata realizzata dalle Associazioni bolognesi Micce e Casa delle donne per non subire violenza, in collaborazione con la Sezione locale dell’ENS. Ciò che rende particolarmente interessante l’iniziativa è che la comunità sorda, a cui la comunicazione è indirizzata, è stata coinvolta sin dalle fasi iniziali del progetto. In specifico sono state prodotte 4 tavole illustrate che descrivono forme di violenza solitamente meno riconoscibili di quella fisica: la violenza in strada, la violenza economica, la violenza domestica e la violenza digitale. Tutte le tavole sono disponibili online accompagnate da un filmato con la traduzione in LIS.

La tavola dedicata alla violenza digitale realizzata nell’àmbito della campagna di comunicazione “Segni contro la violenza di genere”, con un disegno dell’illustratrice Francesca Andalò.

Segni contro la violenza di genere” è una campagna di comunicazione concepita per stimolare l’attenzione della comunità sorda sul fenomeno della violenza di genere. Essa è stata realizzata da Micce e dalla Casa delle donne per non subire violenza, due Associazioni di Promozione Sociale di Bologna, con la collaborazione con la Sezione locale dell’ENS (Ente Nazionale Sordi).

Pur essendo stata presentata pubblicamente lo scorso 25 novembre, la sua lavorazione ha preso avvio nel 2024. Ciò che rende particolarmente interessante l’iniziativa è il processo che ha portato alla sua realizzazione. Micce si caratterizza per essere un’Associazione che promuove le arti performative con un approccio transfemminista, accessibile e plurale, dunque ha ritenuto che fosse corretto coinvolgere la comunità a cui era destinata la campagna sin dalle fasi iniziali del progetto. Pertanto il materiale finale è il frutto di molteplici incontri con la comunità sorda di Bologna finalizzati a individuare il modo più efficace per rendere la comunicazione accessibile e realmente comprensibile alle persone sorde.

«Durante gli incontri, Micce e Casa delle donne per non subire violenza hanno condiviso il loro sapere essenziale sulla violenza di genere e la doppia discriminazione, fenomeno che riguarda moltissimo le donne sorde che vivono situazioni di violenza, e in generale, tutte le donne con disabilità – raccontano –. L’intento è stato quello di intrecciare questi saperi specifici con le esigenze e le caratteristiche specifiche delle persone sorde. Nel corso degli incontri abbiamo ragionato e progettato insieme, riflettendo su quali siano le modalità per rendere efficace una comunicazione che sia realmente in grado di raggiungere tutte le donne e le persone sorde che possono stare vivendo una qualsiasi forma di violenza».

La finalità di questo metodo di lavoro non era solo quella di produrre una comunicazione chiara ed efficace, ma anche «rispettosa e adeguata», nonché di evitare «la vittimizzazione secondaria e la stereotipizzazione delle forme di violenza».

Mentre «l’obiettivo più generale e a lungo termine è quello di rendere più accessibili i Centri Antiviolenza per le donne sorde e le soggettività socializzate come tali, e sensibilizzare tutte le persone della comunità che possono fungere da “antenne” per l’emersione del fenomeno».

Con questo metodo sono state prodotte 4 tavole disegnate dall’illustratrice Francesca Andalò, che partendo dall’assunto che “La violenza non è solo fisica”, mirano a descrivere ulteriori forme di violenza solitamente meno riconoscibili dalla popolazione: la violenza in strada, la violenza economica, la violenza domestica e la violenza digitale. Tutte le tavole sono state pubblicate sul sito di Micce accompagnate da un filmato con la traduzione in LIS (lingua dei segni italiana), e da questa istruzione operativa: «Se ti trovi in una situazione di violenza manda un videomessaggio alla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna al numero +39 388 40 17 237». Il materiale è disponibile al seguente link.

Qualche esempio può far comprendere come è stato impostato il lavoro.

Riguardo alla violenza in strada, la tavola illustrata informa che «La violenza non è solo fisica, è anche un commento non gradito. Il “catcalling” è una forma di violenza di genere che avviene per strada, con frasi, fischi o gesti non richiesti da parte di persone sconosciute. Non è normale. Non è innocuo. È una molestia».

Riguardo alla violenza digitale, altro esempio, l’informazione fornita è la seguente: «La violenza non è solo fisica, è anche online. La condivisione non consensuale di immagini intime è una forma di violenza di genere che avviene online. Comprende l’invio, la pubblicazione o la diffusione di foto o video privati attraverso dispositivi digitali senza il consenso della persona ritratta».

Il progetto “Signs of Change: Empowering Communities against Gender-Based Violence” (in italiano: Segni di cambiamento: rafforzare le comunità contro la violenza di genere) è realizzato da Micce con il supporto finanziario del Mediterranean Women’s Fund, nell’ambito del progetto SEE CHANGE (CERV-2023-DAPHNE, numero di progetto 101137708) finanziato dall’Unione Europea. (S.L.)

 

Per ulteriori informazioni: comunicazione@micce.it

 

Si ringrazia l’Associazione Femminile Maschile Plurale di Ravenna per la collaborazione.

 

Vedi anche:

Associazione Micce di Bologna.
Associazione Casa delle donne per non subire violenza di Bologna.
ENS – Sezione Provinciale di Bologna (Ente Nazionale Sordi).
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “La violenza nei confronti delle donne con disabilità”.
Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema “Donne con disabilità”.

 

Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2025 da Simona