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Nuovo briefing del Parlamento Europeo sul divario di genere nell’assistenza

Lo scorso 31 ottobre il Parlamento Europeo ha pubblicato un briefing sul gender care gap e sull’impatto socio-economico del divario di genere nei servizi di cura sia in contesti istituzionali che in contesti domiciliari. Il documento è stato elaborato per supportare le Commissioni EMPL (Occupazione e Affari Sociali) e FEMM (Diritti delle donne e uguaglianza di genere) nella preparazione di una relazione d’iniziativa sul tema. Esso evidenzia come il costo economico del lavoro di cura informale non retribuito potrebbe raggiungere 147-220 miliardi di euro l’anno, pari a circa un terzo del divario complessivo nei guadagni tra uomini e donne nell’Unione Europea.

Una caregiver ed una bambina con sindrome di Down giocano insieme con delle formine di legno.

Lo scorso 31 ottobre il Parlamento Europeo ha pubblicato un briefing sul gender care gap e sull’impatto socio-economico del divario di genere nei servizi di cura sia in contesti istituzionali che in contesti domiciliari.

Addressing the gender care gap: Potential European added value (ovvero, in italiano: Affrontare il divario di genere nell’assistenza: potenziale valore aggiunto europeo) – questo il titolo del briefing (disponibile in lingua inglese a questo link) – è stato elaborato per supportare le Commissioni EMPL (Occupazione e Affari Sociali) e FEMM (Diritti delle donne e uguaglianza di genere) nella preparazione di una relazione d’iniziativa sul tema.

Stando al documento, il costo economico del lavoro di cura informale non retribuito potrebbe raggiungere 147-220 miliardi di euro l’anno, pari a circa un terzo del divario complessivo nei guadagni tra uomini e donne nell’Unione Europea.

La ridotta partecipazione femminile al lavoro retribuito comporta effetti a lungo termine su salari, opportunità di carriera, condizioni di salute e pensioni: nel 2024 il gender pension gap nell’Unione Europea era pari al 24,5%.

Nell’Unione Europea sono circa 14,1 milioni le lavoratrici e i lavoratori occupati nel settore della cura retribuita, con una prevalenza femminile che supera l’88%. Tuttavia, persistono condizioni lavorative difficili, bassi salari e carichi di lavoro intensi, insieme a carenze di personale e presenza diffusa di lavoro non riconosciuto, soprattutto nell’assistenza domiciliare.

Ciò nonostante le evidenze dimostrino che gli investimenti in servizi educativi per la prima infanzia e assistenza a lungo termine generino ritorni economici positivi. Secondo le ricerche, per ogni euro investito si possono ottenere almeno quattro euro di benefici in termini di occupazione, crescita e coesione sociale.

Entrando nel dettaglio, il briefing identifica tre aree strategiche per ridurre il divario di genere nell’assistenza attraverso azioni coordinate a livello europeo:

  1. Conciliazione vita-lavoro: rafforzamento di congedi, flessibilità lavorativa e riconoscimento del lavoro di cura non retribuito.
  2. Condizioni di lavoro nel settore della cura: miglioramento di salari, contratti, formazione, tutele e contrasto al lavoro irregolare.
  3. Disponibilità e accessibilità dei servizi formali di cura: ampliamento e miglioramento di servizi educativi per la prima infanzia e di assistenza a lungo termine, riduzione delle liste d’attesa e dei costi.

Il documento sottolinea anche che ulteriori interventi europei potrebbero generare un significativo valore aggiunto, promuovendo la libera circolazione dei lavoratori e delle lavoratrici e l’efficienza degli investimenti grazie alle economie di scala, stimolando occupazione, crescita e benessere collettivo. (S.L.)

 

Si ringrazia Andrea Pancaldi per la segnalazione.

 

Ultimo aggiornamento il 4 Novembre 2025 da Simona