Un Tribunale stabilisce che non rispettare quanto scritto nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) di un ragazzo con disabilità è discriminazione, ma la scuola ne ignora il provvedimento: una situazione, questa, che consente all’Associazione AIPD di fare il punto sull’inizio dell’anno scolastico per gli alunni e le alunne con disabilità, ponendo anche tre precise richieste a coloro che a tutti i livelli sono chiamati a realizzare concretamente l’inclusione scolastica.*

«Quel provvedimento parla chiaro – scrivono dall’AIPD Nazionale (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down) e ordina a parte convenuta [la scuola, N.d.R.] la cessazione della condotta di discriminazione attuata in via indiretta nei confronti di Mario (nome di fantasia), attribuendogli, entro l’inizio dell’anno scolastico corrente (15 settembre), un insegnante di sostegno, sostenendo le relative spese, per il monte orario indicato nel Piano Educativo Individualizzato. Ad oggi, tuttavia, non solo l’insegnante di sostegno non c’è, ma l’ultima parola rivolta dalla scuola alla famiglia è contenuta nella lettera trasmessa dalla dirigente della scuola dell’infanzia a cui il bambino è iscritto: “Il prossimo anno scolastico non ci sarà alcun docente di sostegno. Pertanto i genitori dovranno decidere la scuola che dovrà frequentare il proprio figlio che meglio ritengono soddisfacente”. Si tratta di un caso che, come ben sappiamo, non è purtroppo isolato e che ci è stato segnalato dal papà di un bambino con sindrome di Down, dopo mesi di dinieghi, umiliazioni e isolamento inflitti a mio figlio».
Il provvedimento cui si fa riferimento è stato prodotto il 3 settembre scorso dal Tribunale di Vallo della Lucania (Salerno) e il 10 settembre si è tenuto il GLO della scuola coinvolta (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) che però non ha tenuto conto in alcun modo dell’Ordinanza del Tribunale e ha quindi ignorato le disposizioni ricevute. «Ad oggi – riferisce il papà – non ho ricevuto alcuna risposta: finora, nessuno degli obblighi giudiziali è stato adempiuto».
«Non è così che avremmo voluto raccontare l’inizio del nuovo anno scolastico – sottolineano dall’AIPD -: questa storia è però il segno che l’attenzione debba rimanere alta e che tutti gli strumenti debbano essere messi in campo perché il diritto all’inclusione scolastica sia effettivamente garantito. Il nostro Paese, del resto, vanta in questo campo non solo una normativa all’avanguardia, ma anche Sentenze che accendono un faro, prima fra tutte, la Sentenza 265/2016 della Corte Costituzionale, che svincola chiaramente l’inclusione scolastica dalle esigenze di bilancio e dalla disponibilità di risorse, una Sentenza che, insieme a tutte le altre Associazioni, avevamo definito come “storica”. Oggi, non meno significativa è quell’Ordinanza del Tribunale di Vallo della Lucania, che inquadra come «condotta di discriminazione in via indiretta» la mancata assegnazione dell’insegnante di sostegno. Una chiara indicazione per tutte le scuole – siano esse pubbliche o paritarie – che sono quindi obbligate ad assicurare il sostegno scolastico agli alunni e alle alunne con disabilità, pena l’accusa di condotta discriminatoria».
«Alla luce di quanto accaduto in quella scuola – commenta Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD – e dei numerosi casi che ogni anno ci vengono segnalati, ricordiamo alle famiglie e alle istituzioni scolastiche che il diritto all’inclusione scolastica e quindi alle ore di sostegno previste nei PEI (Piano Educativo Individualizzato) è inalienabile e non vincolabile a esigenze organizzative o di bilancio. Purtroppo, tante famiglie devono ricorrere alle vie legali per vedersi riconosciuto questo diritto e in alcuni casi – come in quello di cui si parla – anche l’esito positivo del ricorso non sempre è sufficiente a garantire il risultato. Esprimiamo comunque soddisfazione per l’Ordinanza del Tribunale di Vallo della Lucania, che riafferma il diritto allo studio e all’inclusione come inalienabile, indicando la violazione di questo come condotta discriminatoria. Il nostro augurio a tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che sono tornati a scuola nei giorni scorsi è di trovare un ambiente accogliente, che sappia mettere in campo tutti gli strumenti e le risorse per valorizzare le loro capacità. Oggi, purtroppo, non possiamo ignorare un sentimento diffuso di scoraggiamento, di fronte a una realtà che è ancora lontana dall’ideale di una scuola davvero inclusiva, capace di accogliere tutti e tutte, senza eccezioni. Proprio per questo non possiamo smettere di crederci e di lottare: perché anche se quella scuola forse non arriverà domani, ogni passo avanti è un dovere nei confronti di chi la vive oggi».
Il nuovo anno scolastico, ricordano ancora dall’AIPD, si è aperto con alcune novità che hanno o potrebbero avere un impatto importante sugli studenti e le studentesse con disabilità. Innanzitutto, il divieto di utilizzo dei cellulari. «Per i ragazzi e le ragazze con sindrome di Down, in particolare, lo smartphone è uno strumento che facilita non solo l’attività didattica, ma anche la partecipazione sociale e l’autonomia personale. Non nascondiamo la nostra preoccupazione verso una regola che, se rigidamente applicata, potrebbe avere ricadute negative sui percorsi di questi studenti», commenta a tal proposito Salbini.
Bene invece la continuità del sostegno, che è stata assicurata dal Ministero, e che, aggiunge il Presidente dell’AIPD, «ci risulta stia già dando buoni frutti, permettendo a tanti studenti di ritrovarsi accanto la stessa figura di supporto dello scorso anno. Per quanto riguarda invece l’assistenza specialistica, continuiamo a ricevere segnalazioni di casi in cui l’ente locale ne eroga meno di quanta indicata nei PEI, facendosi forti della Sentenza prodotta dal Consiglio di Stato nell’agosto dello scorso anno, nonostante vari tribunali locali abbiano ribadito che le ore indicate nel PEI vanno erogate, a prescindere dalle esigenze di bilancio dell’ente».
A questo punto, quindi, vi sono tre precise richieste rivolte dall’AIPD a coloro che a tutti i livelli sono chiamati a realizzare concretamente l’inclusione scolastica: dal Ministero agli Uffici Scolastici Regionali, passando per dirigenti e insegnanti:
° Garantire sempre quanto previsto nel PEI, per quanto riguarda le ore di sostegno e dell’assistente educativo, fin dai primi giorni di scuola e per tutto l’anno scolastico.
° Assicurare agli studenti e alle studentesse con disabilità la possibilità di utilizzare i dispositivi digitali (inclusi i cellulari), per gli scopi concordati e previsti.
° Aumentare i contributi per il sostegno anche nelle scuole paritarie, in modo da realizzare una piena equiparazione degli alunni con disabilità nelle scuole di tutto il Paese, evitando alle famiglie l’onere di ricorsi giurisdizionali per ottenere la realizzazione di un diritto. (Stefano Borgato)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.
* Il presente testo è già stato pubblicato sulla testata «Superando», e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2025 da Simona