di Giampiero Griffo*
La notizia del rinvio di un anno dell’applicazione su tutto il territorio nazionale del Decreto Legislativo 62/2024, attuativo della Legge Delega 227/2021 in materia di disabilità, diffusa sul sito del Centro Informare un’h attraverso un testo di Ciro Tarantino, professore di Sociologia del diritto presso l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, ha riacceso il confronto pubblico. Ben volentieri ospitiamo al contributo di Giampiero Griffo, componente del Consiglio mondiale di DPI – Disabled Peoples’ International.

La decisione del “Decreto Milleproroghe” di rimandare di un ulteriore anno, al gennaio 2027, l’attuazione del Decreto Legislativo 62/2024 (Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato) rappresenta, a parere di chi scrive, un attacco al miglioramento dei Decreti Attuativi della Legge Delega 227/2021 in materia di disabilità e in generale all’attuazione della riforma del nostro welfare legato ai diritti delle persone con disabilità. Infatti, la possibilità di migliorare il testo scadrebbe dopo 24 mesi a giugno 2026, come prevede l’iter dei Decreti di una Legge Delega.
Il fatto che si fosse previsto di effettuare una sperimentazione quest’anno in sole nove Province era già una programmazione inadeguata, visto che la legge deve applicarsi su tutto il territorio nazionale. Il rinvio nel provvedimento è stato accompagnato da un tardivo allargamento ad altre undici Province in cui vi sarà la sperimentazione. Sembra la classica “foglia di fico”, che però non nasconde anzi denota l’incapacità del governo a gestire una riforma che già vede varie forze che frappongono varie resistenze. Non si poteva prevedere per tempo – ammettendo l’errore – un allargamento della sperimentazione, senza rimandare di un ulteriore anno l’entrata in vigore della legge?
L’altra domanda che sorge spontanea è: a che serve la sperimentazione se le eventuali criticità che emergeranno non potranno produrre gli emendamenti dei Decreti Legislativi? Che sperimentazione è se non si prevede di farne buon uso per migliorare la Legge? E all’interno dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità – se la ministra per le Disabilità Locatelli ne ha dato appropriata informazione – nessuno ha sollevato obiezioni sulla proposta? O invece quello che è stato paventato all’inizio del nuovo Osservatorio nel 2023, è vero e cioè che la Ministra decide al posto dei membri dell’Osservatorio, sottomettendo la rappresentanza delle Associazioni alla volontà politica del governo?
Inoltre, i fondi previsti nel Bilancio dello Stato 2026, che erano destinati all’attuazione dei Decreti Legislativi, quale destinazione avranno? E sono stati aumentati i fondi del 2027 per rendere attuativa la riforma su tutto il territorio nazionale?
Bene hanno fatto, con un testo pubblicato sul sito del Centro Informare un’h, le Associazioni PERSONE (Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità), Movimento antiabilista e UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) a lanciare una forte denuncia sulla scelta di rimandare i tempi della riforma e a sottolineare che il Decreto Legislativo 62/24 per la prima volta in Italia ha assegnato alle stesse persone con disabilità il diritto di scegliere la vita che vogliono vivere, rifiutando l’istituzionalizzazione e rivendicando il potere nuovo di avere voce in capitolo sul proprio progetto personalizzato e partecipato. Sono Associazioni formate da giovani difensori dei diritti umani, motivate e decise a combattere per i propri diritti… mi ricordano i movimenti degli Anni Settanta e Ottanta, per determinazione e volontà di contare.
Le persone con disabilità non sono più oggetto di decisioni prese da altri, spesso medici, amministratori di sostegno ecc., bensì sono il soggetto del cambiamento. E quando, come in questo caso sono competenti e indipendenti, producono innovazione: uno sguardo e un atteggiamento diverso, da cittadini attivi e consapevoli.
*Membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International). Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Vedi anche:
Cecilia Marchisio, Chi ha paura dei progetti personalizzati?, «Informare un’h», 20 febbraio 2025.
Comunicato congiunto di PERSONE (Coordinamento nazionale contro la discriminazione delle persone con disabilità), Movimento antiabilista e UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), Adesso basta! Senza Riforma sulla disabilità non c’è futuro, «Informare un’h», 20 febbraio 2025.
Ciro Tarantino, Il gioco del silenzio, «Informare un’h», 19 febbraio 2025.
Ultimo aggiornamento il 21 Febbraio 2025 da Simona