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Medico si barrica in Tribunale per non essere sottoposto all’amministrazione di sostegno

Nel 2016 l’Italia è stata richiamata dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità per le illegittimità commesse nell’applicazione degli istituti di tutela giuridica, compresa dell’amministrazione di sostegno. Ma da allora niente è cambiato, e per dare visibilità a questa forma di discriminazione istituzionale le persone comuni sono ancora costrette a ricorrere a gesti eclatanti. È accaduto anche a Paolo Piciocchi, stimato medico legale, che nel pomeriggio dello scorso 12 luglio si è barricato per quattro ore all’interno del Tribunale di Avellino per esprimere il suo rifiuto di essere sottoposto all’amministrazione di sostegno.

L’ingresso del Tribunale di Avellino.

Da quando, nel febbraio 2022, abbiamo iniziato a documentare gli abusi commessi nell’applicazione dell’amministrazione di sostegno, istituto di tutela giuridica introdotto in Italia con la Legge 6/2004, arrivano al centro Informare un’h tantissime segnalazioni. Non tutte le persone che ci contattano si sentono di rendere pubbliche le loro storie, sia perché sono spesso molto dolorose – e raccontarle porta a rinnovare la sofferenza –, sia perché alcune non hanno ancora avuto un epilogo, ed esporsi pubblicamente può comportare dei rischi di ritorsione per le persone con disabilità coinvolte e i loro familiari. Altre storie – tante – ce le restituisce la cronaca.

Appartiene a quest’ultimo gruppo di storie la vicenda riferita dalla testata «Ottopagine.it». “Avellino, si barrica nel Tribunale perché rifiuta l’amministratore di sostegno”, è il titolo dell’articolo, a firma di Paola Iandolo, pubblicato nella Cronaca di Avellino il 12 luglio 2023. Accade infatti che Paolo Piciocchi, stimato medico legale, nel pomeriggio dello scorso 12 luglio, abbia intrapreso una singolare forma di protesta barricandosi per quattro ore all’interno del Tribunale di Avellino e rifiutandosi di uscire. Alla stampa locale Piciocchi ha espresso il suo disappunto per «la nomina di un amministratore di sostegno a suo carico, affermando di non essere una persona che necessita di tale figura e di essere completamente sano dal punto di vista psicosomatico, in grado di curare autonomamente i propri interessi». «Ho fatto una ricusazione perché sono una persona totalmente sana – spiega ancora il medico alla stampa –. Il giudice tutelare ha commesso delle illegittimità e io ho presentato un’istanza al Ministro della Giustizia e, per conoscenza, al Procuratore della Repubblica. Voglio delle risposte».

E non è solo Piciocchi a volere delle risposte sulla “deriva” che si continua a riscontrare nell’applicazione dei diversi istituti di tutela, non solo dell’amministrazione di sostegno. Ormai siamo in tanti e tante ad interrogarci da tempo su tali questioni. Non solo comuni cittadini e cittadine, anche il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, nel 2016, ci ha intimato di abolire i regimi decisionali sostitutivi, perché in contrasto con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e di promuovere i regimi decisionali supportati. Da allora sono passati sette anni, ma ancora oggi, per dare visibilità a questa forma di discriminazione istituzionale, le persone comuni sono costrette a ricorrere a gesti eclatanti. (Simona Lancioni)

 

Si ringrazia l’Associazione Diritti alla Follia per la segnalazione.

 

Vedi anche:

Amministrazione di sostegno, doveva essere un abito su misura… invece, «Informare un’h», 18 febbraio 2022.

Sezione del centro Informare un’h dedicata al tema della “Tutela giuridica”.

 

Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2023 da Simona