«Il testo su cui è stato trovato l’accordo non tutela le persone con disabilità su base di uguaglianza con le altre, perché considera l’accessibilità come una prestazione meramente volontaria, delegata sostanzialmente alla “benevolenza” dei fornitori di servizi digitali»: non usa mezzi termini l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, nel giudicare in modo molto negativo l’accordo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio d’Europa sul testo della Legge Europea sui Servizi Digitali, del quale chiede con forza una sostanziale rettifica, prima che venga adottato il testo finale. *
«Il testo su cui è stato trovato l’accordo non tutela le persone con disabilità su base di uguaglianza con le altre, perché considera l’accessibilità, che è un diritto umano fondamentale sancito dal quadro giuridico dell’Unione Europea, come una prestazione meramente volontaria, delegata sostanzialmente alla “benevolenza” dei fornitori di servizi digitali»: non usa mezzi termini l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, nel giudicare in modo molto negativo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra il Parlamento e il Consiglio d’Europa, composto quest’ultimo dai vari Stati Membri, sul testo del DSA (Digital Services Act), la Legge sui Servizi Digitali, proposto due anni fa dalla Commissione Europea.
«Questo accordo – si legge in una nota diffusa dall’EDF – è stato salutato come una pietra miliare per la regolamentazione delle grandi piattaforme online, per la protezione degli utenti online e per la garanzia della libertà di espressione e delle opportunità per le imprese. E tuttavia esso non tutela affatto milioni di persone con disabilità, in primo luogo perché esse potrebbero semplicemente non essere in grado di accedere ai servizi digitali, se è vero che anziché stabilire obblighi di accessibilità per i servizi digitali, i decisori politici hanno deciso di includere codici di condotta volontari per i fornitori, basati sulla “benevolenza” degli stessi e lasciando quindi alla loro buona volontà le misure di accessibilità, in barba alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e a un approccio fondato sui diritti all’inclusione».
«Si tratta – proseguono dal Forum – di un risultato particolarmente deplorevole, dato che l’Unione Europea dispone già di una solida base giuridica e tecnica per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità, ma invece di basarsi sulle prescrizioni della Legge Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), questo accordo fa fare un passo indietro alla politica dell’Unione in materia di accessibilità, consentendo, per legge, il rischio di aumentare ulteriormente il già crescente divario digitale tra coloro che possono accedere e beneficiare delle nuove tecnologie e coloro che sono rimasti indietro nella transizione digitale. Ma non solo: il testo approvato, infatti, promette di conferire potere ai consumatori e alla società civile, in forme diverse, anche attraverso la possibilità di impugnare le decisioni di moderazione dei contenuti delle piattaforme e di chiedere risarcimenti, sia tramite meccanismi di controversia extragiudiziale che tramite ricorsi giurisdizionali. Questo è senz’altro molto importante e necessario per i consumatori di servizi digitali, ma se l’accessibilità viene considerata solo una buona pratica da includere nei codici di condotta, milioni di persone con disabilità potrebbero non essere in grado di utilizzare i social media, di accedere a notizie, di creare contenuti sulle piattaforme, di trovare informazioni attraverso i motori di ricerca o di avviare la propria attività online imprese. E le stesse persone con disabilità saranno meno tutelate di quelle senza disabilità, poiché ad esempio i meccanismi per segnalare l’incitamento all’odio o le merci illegali saranno anch’essi accessibili solo in base alla “benevolenza” dei fornitori di servizi digitali. Spetterà infatti a questi ultimi, solo se lo vorranno, garantire che le persone con disabilità abbiano il controllo sui propri dati privati e sui contenuti o prodotti raccomandati dagli algoritmi, cosicché i ricercatori con disabilità e le organizzazioni di persone con disabilità potranno svolgere azioni di monitoraggio e di studio solo se i fornitori decideranno di garantire l’accessibilità. E da ultimo, ma non certo ultimo, in caso di situazioni legate alla salute pubblica o ad altre emergenze, le persone con disabilità potrebbero non essere in grado di ricevere informazioni vitali, con conseguenze estremamente dannose per il loro benessere e la loro vita».
«Dopo le tante rassicurazioni che ci erano arrivate da parte del Consiglio d’Europa, degli Stati Membri, del Parlamento e della Commissione Europea sul fatto che si sarebbe raggiunto un compromesso soddisfacente per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità – concludono dall’EDF -, siamo profondamente delusi da un testo che consentirà ad alcuni fornitori di servizi digitali semplicemente di ignorare l’accessibilità. Pertanto, esortiamo con forza una rettifica di questo accordo politico, prima che venga adottato il testo finale». (Stefano Borgato)
* Il presente testo è già stato pubblicato su «Superando.it», il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.
Vedi anche:
EDF – European Disability Forum.
Ultimo aggiornamento il 11 Maggio 2022 da Simona