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La parità di retribuzione nel lavoro guardi anche alle donne con disabilità

Nell’àmbito della Strategia Europea per la Parità di Genere 2020-2025, la Commissione Europea ha avanzato una proposta di Direttiva volta a garantire la trasparenza salariale e la stessa retribuzione per identici lavori. Un successivo progetto di relazione ha modificato alcune parti del testo precedente, tenendo conto anche dell’intensa azione di pressione svolta dal Forum Europeo sulla Disabilità e dalla Lobby Europea delle Donne, per far sì che il provvedimento finale prenda in considerazione alcune specifiche questioni relative alla condizione delle lavoratrici con disabilità.*

Una lavoratrice in sedia a rotelle sistema dei fascicoli su un tavolino basso.

Nell’àmbito della Strategia Europea per la Parità di Genere 2020-2025, la Commissione Europea ha avanzato nel marzo scorso una proposta di Direttiva volta a garantire la trasparenza salariale e la stessa retribuzione per identici lavori (Proposta di Direttiva volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi).
Successivamente, i correlatori della Direttiva stessa hanno adottato un progetto di relazione contenente una serie di modifiche che tengono conto concretamente anche dell’intensa azione di pressione svolta in questi mesi dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, e dall’EWL, la Lobby Europea delle Donne, per far sì che il testo prendesse in considerazione alcune specifiche questioni relative alla condizione delle donne con disabilità.

A tal proposito, entrambe le organizzazioni hanno prodotto un proprio ampio documento di istanze (per quello dell’EWL la parte riguardante le donne con disabilità è stata elaborata da Luisella Bosisio Fazzi, consigliera dell’EDF). Quello del Forum Europeo sulla Disabilità (disponibile in inglese a questo link), oltre a porre come base necessaria di lavoro la disaggregazione dei dati e delle statistiche per genere, età e disabilità, ha fissato in particolare i seguenti tre punti chiave, che dovranno entrare nel testo finale, ovvero:
1. 
La Direttiva dovrà introdurre un approccio intersezionale, anche attraverso il riconoscimento di forme multiple di discriminazione e di misure utili a valutare e riconoscere il divario retributivo di genere e disabilità. A tal proposito si dovrà appunto inserire una disposizione specifica sulla valutazione delle forme intersezionali e multiple di discriminazione da parte dei Giudici Nazionali e delle Autorità competenti.
2. Gli obblighi di trasparenza retributiva dovranno applicarsi a tutti i datori di lavoro, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda/organizzazione e dalle tipologie di impiego. E dovranno applicarsi anche nei laboratori protetti in cui possono lavorare donne con disabilità, in particolare donne con disabilità intellettiva, così come in àmbito di lavoro a tempo parziale.
3. Le varie informazioni sulla trasparenza retributiva dovranno essere disponibili a tutte le persone con disabilità in una varietà di comunicazioni e formati accessibili e di facile lettura e comprensione.

Il testo finale della proposta di Direttiva verrà in seguito sottoposto all’esame politico del Parlamento e del Consiglio Europeo, nella prima metà del 2022, dopodiché, quando le tre Istituzioni avranno raggiunto un’intesa e il provvedimento sarà entrato in vigore, gli Stati Membri avranno due anni di tempo per recepirlo nei propri ordinamenti nazionali. (Stefano Borgato)

 

* Ringraziamo Luisella Bosisio Fazzi per la collaborazione. Il presente testo è già stato pubblicato su Superando.it, il portale promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), e viene qui ripreso, con lievi adattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

 

 

Ultimo aggiornamento il 13 Ottobre 2021 da Simona