La cronaca continua a proporci notizie di maltrattamenti ai danni di persone con disabilità ospitate in strutture. Una delle ultime, relativa ad una struttura nel comasco, è particolarmente dolorosa perché riguarda anche minori con disabilità. Colpisce che né i media, né la nota diramata dalla struttura per dichiararsi estranea ai fatti contestati, entrino nel merito del tema dell’istituzionalizzazione, una pratica incompatibile con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità di cui il Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità chiede l’abolizione.

La cronaca continua a proporci notizie di maltrattamenti ai danni di persone con disabilità ospitate in strutture. Una delle ultime è particolarmente dolorosa perché riguarda anche minori con disabilità. Como, bambini disabili maltrattati a Villa Santa Maria di Tavernerio: indagati 14 dipendenti della struttura, titola così il testo a firma di Anna Campaniello, pubblicato sul sito del «Corriere della Sera» (cronaca di Milano) il 25 luglio 2025, che useremmo come base per questa trattazione. La notizia è diramata anche da altri media e agenzie (alcuni esempi: Mariateresa Totaro, Calci e schiaffi ai bambini disabili, 14 ex operatori sanitari verso il processo a Como, «la Repubblica», 24 luglio 2025; Maltrattamenti a piccoli disabili, rischio processo per 14, «ANSA» (Regione Lombardia), 25 luglio 2025; Elisabetta Del Curto, «Anche nostro nipote maltrattato a Villa Santa Maria. Ora sappiamo le ragioni di quei graffi e di quei lividi», «La Provincia Unica TV» (cronaca di Lecco e Sondrio), 25 luglio 2025; Mauro Peverelli, Il pm: «Disabili maltrattati». Indagati 14 operatori sanitari. La struttura estranea ai fatti, «La Provincia» (cronaca di Como), 25 luglio 2025; Maltrattamenti a Villa Santa Maria di Tavernerio. L’incubo vissuto dai bambini disabili presi a calci e pugni: “I piccoli erano terrorizzati”, «MSN», 26 luglio 2025; Maltrattamenti a piccoli disabili, rischio processo per 14. Dagli articoli del senatore Pedrizzi e pubblicati su la Discussione il caso è arrivato in Parlamento, «La Discussione», 26 luglio 2025).
Campaniello riferisce che i fatti contestati risalgono al periodo tra il 2018 e il 2021, e che un’indagine della Procura di Como avrebbe documentato almeno trenta episodi di violenza e maltrattamenti ai danni 15 ospiti di Villa Santa Maria di Tavernerio (Como), una struttura che ospita bambini/e e ragazzi/e con disabilità fisica e psichica, che però non è indagata. Sono invece indagati per maltrattamenti e violenze, e rischiano in processo, 14 ex dipendenti, 3 donne e 11 uomini, ai quali la Procura contesta «un regime di disciplina improntato a violenza e paura per sottomettere gli ospiti, risolvere situazioni di criticità con i più problematici, contenere brutalmente le loro manifestazioni patologiche con percosse, vessazioni, limitazioni della libertà di movimento, ingiurie, minacce, mortificazioni e privazioni» (formattazione nostra, in questa e nelle successive citazioni). Le vittime avrebbero dagli 8 in su e sarebbero interessate da epilessia, autismo infantile, ritardo mentale grave e disturbi comportamentali. Nell’articolo sono riportate le seguenti forme di violenza: «schiaffi, calci, strattoni, bambini chiusi nei carrelli per il trasporto della biancheria o della spazzatura per evitare di doverli sorvegliare». In specifico sono riferiti i casi di un bambino di 8 anni con autismo infantile che «sarebbe stato chiuso in un carrello metallico per non doverlo sorvegliare durante le ore notturne», e che in un’altra occasione sarebbe stato «chiuso a lungo nell’antibagno»; di un bambino di 10 anni preso a schiaffi perché interessato da incontinenza; di un bambino legato ad una sedia che sarebbe «stato buttato a terra e colpito con uno schiaffo» quando ha cercato di liberarsi.
«L’ente non è stato coinvolto in alcun modo nel procedimento, a conferma della sua totale estraneità ai fatti contestati», è scritto in una nota di Villa Santa Maria ripresa nell’articolo. «Se le condotte riportate dovessero trovare riscontro, ci troveremmo di fronte ad azioni inaccettabili. Confermiamo piena fiducia nella magistratura e massima collaborazione», ci tengono a precisare dalla struttura.
Altre informazioni si trovano in altri articoli. «MSN» parla anche di «ragazzine chiuse in bagno per ore, oppure svegliate trascinandole per i capelli. Disabili presi a calci per farli rientrare nelle stanze. O ancora un 12enne colpito in faccia con il manico di una scopa, facendolo sanguinare al punto da dover far intervenire una collega per medicarlo. Pugni assestati con una tale frequenza da alcuni indagati, che i bimbi li imploravano di non picchiarli», e pubblica i nomi e l’età degli operatori e delle operatrici indagati. Il quotidiano «La Discussione» riferisce che la questione è stata portata all’attenzione del Parlamento e della Regione Lombardia.
E tuttavia notiamo né i media, né la nota di Villa Santa Maria entrano nel merito del tema dell’istituzionalizzazione, una pratica di cui il Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità si è occupato in diversi pronunciamenti*, sempre sottolineando la sua incompatibilità con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia con la Legge 18/2009). In particolare le Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza, pubblicate dal Comitato ONU il 9 settembre 2022, chiariscono che: «L’istituzionalizzazione è una pratica discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, contraria all’articolo 5 [Uguaglianza e non discriminazione, N.d.R.] della Convenzione. Comporta la negazione di fatto della capacità giuridica delle persone con disabilità, in violazione dell’articolo 12 [Uguale riconoscimento dinanzi alla legge, N.d.R.]. Costituisce una detenzione e una privazione della libertà basata sulla menomazione, in contrasto con l’articolo 14 [Libertà e sicurezza della persona, N.d.R.]. Gli Stati parti devono riconoscere l’istituzionalizzazione come una forma di violenza contro le persone con disabilità. Espone le persone con disabilità a interventi medici forzati con farmaci psicotropi, come sedativi, stabilizzatori dell’umore, trattamenti elettro-convulsivi e terapie di conversione, in violazione degli articoli 15 [Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti, N.d.R.], 16 [Diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenza e maltrattamenti, N.d.R.] e 17 [Protezione dell’integrità della persona, N.d.R.]. Espone le persone con disabilità alla somministrazione di farmaci e altri interventi senza il loro consenso libero, preventivo e informato, in violazione degli articoli 15 e 25 [Salute, N.d.R.]» (punto 6, i grassetti in questa e nella successiva citazione sono un nostro intervento). «Gli Stati parti dovrebbero abolire tutte le forme di istituzionalizzazione, porre fine ai nuovi collocamenti in istituti e astenersi dall’investire in istituti. L’istituzionalizzazione non deve mai essere considerata una forma di protezione delle persone con disabilità o una “scelta”. L’esercizio dei diritti previsti dall’articolo 19 [Vita indipendente ed inclusione nella società, N.d.R.] della Convenzione non può essere sospeso in situazioni di emergenza, comprese le emergenze sanitarie» (punto 8).
Dunque prendiamo atto delle notizie riferite dai media e dei contenuti della nota diramata da Villa Santa Maria, e tuttavia – facendo nostre le indicazioni espresse dal Comitato ONU – evidenziamo come la stessa istituzionalizzazione costituisca una grave forma di violazione dei diritti umani in contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e che, in quanto tale, andrebbe abolita. Pertanto auspichiamo che in futuro la trattazione pubblica delle vicende di maltrattamenti attuati ai danni di persone con disabilità (di qualunque età) ospitate in strutture avvenga in conformità alla linea interpretativa proposta dal Comitato ONU, l’organo indipendente preposto a dare indicazioni su come interpretare e applicare la Convenzione ONU.
Simona Lancioni
Responsabile di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa)
* – Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia, 31 agosto 2016 (si vedano in particolare i punti 47 e 48).
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Commento generale n. 5 – Vivere indipendenti ed essere inclusi nella collettività, 27 ottobre 2017 (dedicato all’applicazione dell’articolo 19, in tema di Vita indipendente ed inclusione nella società, della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità).
– Organizzazione delle Nazioni Unite: Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Linee guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza, 9 settembre 2022.
Nota: il Centro Informare un’h è impegnato nel rivendicare la promozione della deistituzionalizzazione e lo stop all’istituzionalizzazione. Temi su cui si è avviato un confronto pubblico. In calce alla pagina Riforma della disabilità: eliminiamo la possibilità di istituzionalizzare le persone (in aggiornamento) sono segnalati i contributi che di volta in volta si stanno susseguendo.
Ultimo aggiornamento il 22 Agosto 2025 da Simona